«Certo, se il Riesame avesse annullato l'arresto, ci avrebbe risolto non pochi problemi...». La battuta (ma nemmeno troppo) del parlamentare democratico spiega bene il bivio al quale il Pd si trova di fronte: far arrestare o no il senatore Ncd Antonio Azzollini?
L'ultimo alibi è caduto giovedì scorso, quando il tribunale della Libertà di Bari ha
respinto il ricorso presentato dalla difesa dell'onorevole: per il Riesame la ricostruzione della procura di Trani sul
crac della Divina provvidenza è fondata e quindi il presidente della commissione Bilancio, accusato di associazione a delinquere e bancarotta fraudolenta, deve andare ai domiciliari.
Come gesto di "buona volontà" nei confronti di Azzollini, la Giunta delle autorizzazioni a procedere aveva perfino modificato più volte il calendario dei lavori: prima acconsentendo a una nuova audizione, poi con lo spostamento della seduta decisiva e infine con un nuovo rinvio per mancanza di tempo. Insomma, tutto il possibile per attendere la sentenza del Riesame, con la motivazione che era inutile pronunciarsi anzitempo se c'era il rischio che la richiesta d'arresto venisse annullata. La malcelata speranza, di vari esponenti dem ma non solo, era ovviamente proprio quest’ultima.
Solo che adesso non ci sono più scusanti e il Pd, determinante in Giunta e in Aula coi suoi numeri, deve decidere. Come lo scorso autunno, quando
i democratici "salvarono" Azzollini nell'altra inchiesta che lo vedeva coinvolto, in ballo c’è la stabilità del governo.
A giudicare dalle parole che Matteo Renzi usò in occasione del sì
all’arresto di Francantonio Genovese, non dovrebbero esserci sorprese: «Il Pd crede che la legge sia uguale per tutti. E la applica, sempre. Anche quando si tratta dei propri deputati»
twittò il premier. Ma è altrettanto vero che il Nuovo ha già minacciato fuoco e fiamme. Del resto a Palazzo Madama i numeri sono assai risicati per la maggioranza e l’esecutivo è alle prese con un ingorgo di rare dimensioni in vista della pausa estiva: la riforma costituzionale, quella della Rai, la legge delega sulla Pubblica amministrazione e il decreto sulla rivalutazione delle pensioni.
Il momento, fra l'altro, non è facile neppure per gli alfaniani: i pm di Reggio Calabria hanno appena chiesto l'arresto del senatore Giovanni Bilardi,
coinvolto nella Rimborsopoli regionale e accusato di falso e peculato, mentre il sottosegretario Giuseppe Castiglione è
indagato per l'inchiesta sul Cara di Mineo.
La questione è che anche Ncd è combattuto: i filo-governativi, temendo le elezioni e l'irrilevanza, sono pronti anche ad accettare l'estremo sacrificio. Chi spinge per uscire dal governo sostiene invece che non si può continuare a fare "i carnefici di se stessi". Tradotto: abbiamo fatto dimettere la De Girolamo, Gentile e Lupi malgrado non fossero nemmeno sotto inchiesta, non possiamo far anche arrestare i nostri senza battere ciglio. Insomma, Angelino Alfano rischia di perdere altri pezzi dopo gli addii di Barbara Saltamartini (passata con Salvini) e Antonio D'Alì (tornato in Forza Italia).
Nulla è scontato dunque. Anche perché dopo il voto della Giunta ci sarà quello dell’Aula e, in 12 anni da presidente della commissione Bilancio, Azzollini ha accumulato un potere e un credito enorme presso molti colleghi: salvo la breve parentesi del governo Prodi, dal 2001 in poi è passato per le mani dell’ex sindaco di Molfetta ogni finanziamento, regalia o semplice marchetta avanzata da questo o quell'onorevole per il proprio collegio elettorale. Fortune parlamentari decretate con un comma, un codicillo, un parere favorevole a un emendamento. Proprio come accaduto, secondo i pm di Trani, a favore della Divina Provvidenza.
Basta spulciare le generose mance distribuite con le varie leggi finanziarie per rendersi conto che non si tratta affatto di quattro gatti. «Le assicuro che sono in tanti ad avere qualcosa di cui ringraziare Azzollini, sia a destra che a sinistra» ammette un senatore. Per chi pensa che non è vero che la riconoscenza in politica non esista, potrebbe essere arrivato il momento. E nel segreto dell'urna qualche sorpresa può sempre arrivare.