Ok della Commissione Affari Costituzionali della Camera all’emendamento del Pd alla proposta di legge M5S. Divieto di acquisto fino al 31 dicembre 2017 e l'abuso diventa reato: l'utilizzo per andare dalla residenza all'ufficio costerà fino a 3 anni di reclusione

Bel colpo allo status symbol della politica e dell'establishment per eccellenza: fino al 31 dicembre 2017 le auto blu non potranno essere né acquistate né prese in leasing. Lo prevede uno degli emendamenti del Pd approvato ieri sera in Commissione parlamentare Affari costituzionali della Camera inserito nella proposta di legge del M5S. È stato dato il via libera anche al reato di peculato d’uso per chi abusa dell’utilizzo. Si riferisce, però, solo a chi gode dell’automobile di rappresentanza per uso non esclusivo: ossia tutte le pubbliche amministrazioni, comprese Banca d’Italia e Consob. E come sottolinea il relatore del testo Enzo Lattuca (Pd) «le auto a uso non esclusivo sono la maggioranza del parco macchine emerso dall’ultimo censimento»

Quindi, prendere l'auto blu per andare in ufficio la mattina e poi tornare a casa la sera non sarà più possibile: già non lo era prima, da fine 2014, e non lo sarà ancor più domani, o meglio da quando entreranno in vigore le misure, con rango di legge, appena approvate in commissione. Il rischio? La reclusione da sei mesi fino a un massimo di tre anni. La norma non varrà, per esempio, per il presidente del Consiglio e per i ministri perché, beneficiando dell’autovettura di servizio per uso esclusivo, potranno fare sempre il tragitto abitazione-ufficio.

Il primo firmatario della modifica all’articolo della proposta di legge M5S, è Emanuele Fiano, capogruppo del Partito Democratico nella 1^ Commissione parlamentare Affari costituzionali che spiega all’Espresso «Abbiamo raggiunto un buon risultato che sta già nel solco tracciato dal governo. Con questa sanzione penale mostriamo il pugno di ferro contro chi usa le auto di servizio non per lavoro. Infatti chi utilizzerà l’automobile di rappresentanza per scopi privati compie il reato di peculato d’uso, punibile, secondo il codice penale, con il carcere da un minimo di sei mesi fino a tre anni”».

La stangata sulle auto blu rientra nella proposta di legge presentata dal pentastellato Giorgio Sorial, secondo il quale occorre eliminare “l’anacronistico status symbol che costa allo Stato 400 milioni di euro”. Questa cura dimagrante si inserisce in quella già iniziata dal governo Renzi. Dal 2014 al 2015 si è passati da 66.619 veicoli a 23.203, anche se solo il 45% degli enti ha fornito i dati.

Ieri sera in Commissione è stato votato anche il maxi-emendamento Cinque Stelle: “viene lasciato alle Regioni la facoltà di recepire con loro atti questi princìpi di legge, in virtù dell’autonomia finanziaria”. Così è stata presa in considerazione la sentenza, pronunciata il 3 marzo scorso, dalla Corte Costituzionale. Dunque il reato penale per chi abusa dell’auto blu non sarà un diktat per le Regioni. Invece sarà valido, per esempio, per i comuni, Asl e comunità montane.

Infine nel disegno di legge sono state inasprite le sanzioni per le amministrazioni che non comunicheranno gli acquisti e l’utilizzo delle auto blu: il dirigente responsabile della mancata pubblicazione andrà incontro a una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10.000 euro. Ad irrogarla sarà l’Autorità nazionale anticorruzione.