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Proprio Alfano, però, una settimana fa aveva dimostrato di non voler rovinare i piani di Matteo Renzi, che sulle unioni punta molto per assicurarsi la nomea di uomo del fare, del fare riforme. Ha prontamente predisposto, Alfano, i formulari per celebrare le unioni, e ha fatto arrivare una circolare del ministero a tutti i comuni, che hanno così avuto il mandato ufficiale di predisporre gli elenchi, di stampare i moduli e di verbalizzare le unioni civili omosessuali nella casa comunale. Tant’è che a Reggio Emilia, con il rapidissimo sindaco Luca Vecchi, sempre Pd, c’è stata la prima unione legittimamente celebrata, tra Piergiorgio Paterlini e Marco Sotgiu.
E ora Orlando ha fatto i decreti e registrato un video per prendersi la sua fetta di merito progressista: «Diamo concretezza a quella legge», ha detto, «riconosciamo diritti per troppo tempo negati». Le unioni civili, insomma, non saranno il matrimonio egualitario (che ora è l'obiettivo del Movimento e, dichiarato, anche della senatrice dm Monica Cirinnà) e non avranno le adozioni (stralciate dalla legge, con la promessa di una riforma complessiva che per ora sembra impantanata), ma sono un successo.Ma quanto sono poveracci i sindaci che non concedono le sale per la celebrazione delle #unionicivili? Il mondo va avanti senza di voi.
— anna paola concia (@annapaolaconcia) 5 agosto 2016
«Il nostro Paese», continua il ministro, «diventa più civile, e questo è un fatto importante per chi è stato a lungo discriminato e anche però per tutti gli altri». Il ministro ci vede vantaggi persino nella guerra al terrorismo: «Una società più aperta», dice, «è anche un modo per rispondere a chi vuole mettere in discussione il nostro modello di convivenza e la civiltà europea».