Politica
5 giugno, 2018

La Lega sta per diventare il primo partito

La gestione della crisi dopo le elezioni del 4 marzo ha fatto registrare un boom di consensi per il Carroccio. Che è a un passo dal superare i 5 Stelle come prima forza politica del Paese

Questa fase, complice la rottura con ?il presidente Mattarella, sembra aver consegnato altra benzina al consenso della Lega. Nei sondaggi diffusi dopo i fatti di domenica scorsa il partito di Salvini oscilla fra il 25 e il 27,5%, di gran lunga prima forza del centrodestra ma soprattutto vicina a essere la prima forza del Paese scavalcando i 5 Stelle.

Livelli del genere, che in un’elezione politica nazionale dal 1994 sono stati raggiunti solo da Forza Italia e Ulivo, implicherebbero probabilmente non solo un consolidamento del consenso ?nel Nord, ma anche un definitivo sfondamento nel Centro-Sud. Dove già il 4 marzo avevamo assistito a incrementi notevoli, soprattutto fra Lazio, Abruzzo ?e Puglia. In queste regioni avevamo registrato collegi in cui la Lega rispetto a cinque anni fa aveva accresciuto il proprio consenso di più di 100 volte.

Facendo un passo indietro, si può osservare come i livelli registrati oggi sembrino l’ultima tappa di un percorso di risalita cominciato con l’arrivo alla leadership di Matteo Salvini a fine 2013.

Già alle europee del maggio 2014, quelle dell’effimero boom renziano, la Lega (che all’epoca si presentò, absit iniuria verbis, con il contrassegno “Lega Nord – Basta Euro”) aveva dato segnali di moderata crescita, arrivando al 6,2 per cento. L’espansione si concretizzò però poi nei mesi successivi.

Secondo l’archivio dei sondaggi politici di YouTrend, che contiene tutte le rilevazioni svolte dal 2008 in poi, il dato medio dell’anno 2015 è stato il 14,6%, ripiegando poi al 13,5% nel 2016 e al 13,8% nel 2017. Il trend ha conosciuto un’impennata il 4 marzo, con il 17,4 alle elezioni politiche, tanto più rilevante perché ha segnato per la prima volta ?il sorpasso su Forza Italia.

Salvini oggi si trova nella condizione ?di poter giocare su più tavoli: da un lato il centrodestra, che con una Lega così ?in salute potrebbe aspirare al 41-42% necessario secondo le analisi di YouTrend per arrivare a una maggioranza assoluta dei seggi con il Rosatellum.

Dall’altra lo scenario, fantapolitico solo fino a un certo punto, di un’alleanza sovranista e anti-sistema con il Movimento 5 Stelle, che le prime stime (ad esempio Noto per Cartabianca) accreditano di un consenso superiore ?al 50% che si tradurrebbe grazie al meccanismo dei collegi uninominali in una maggioranza parlamentare schiacciante. Superiore ai 400 seggi e anche alla maggioranza qualificata dei 2/3 utile per eleggere giudici della Corte costituzionale e riformare la Carta senza referendum confermativo. E l’impressione diffusa è che, da un’alleanza di questa natura, Salvini avrebbe da guadagnare più di Di Maio, il cui elettorato comprende circa 3 milioni di elettori che fino a pochi anni fa votavano a sinistra.

Certo, non è ancora chiaro se quello registrato in queste settimane sia da considerare un exploit passeggero, destinato a sgonfiarsi, o invece un “nuovo equilibrio” con la Lega partito egemone, destinato a durare almeno per i prossimi mesi. Quelli in cui - forse - torneremo a votare.

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