
Non convince per nulla il “realismo” di coloro che, pur riconoscendo l’assurdità della proposta grillina, vorrebbero affermare l’idea che la scelta d’oggi è il primo passo verso non si sa quale obiettivo. Poco si è discusso del fatto che la riduzione dei membri delle due camere esaspererà i vizi ben noti del sistema politico-parlamentare italiano.
È allora opportuno uno sguardo alla storia politico-elettorale della Repubblica per rendersi conto di come si sia sempre più accentuata la distanza tra eletti ed elettori e si sia rafforzato il potere delle caste che controllano le candidature all’interno o all’esterno dei partiti. La vicenda Casaleggio-Rousseau insegna.
Fino al 1992 con il sistema proporzionale con liste di partito e preferenze, il rapporto elettori-eletti era filtrato dal partito che faceva i giochi su scala circoscrizionale. A ragione si parlava allora di “partitocrazia” perché erano i vertici di partito, nazionali e locali, a dire l’ultima parola su chi doveva andare in parlamento sulla base di criteri politico-partitici o anche clientelari. Dal 1994 con il Mattarellum, nei collegi uninominali (3/4 della rappresentanza) la scelta si trasferiva essenzialmente al confronto tra candidati dei diversi partiti, con il recupero di alcuni bocciati nelle liste bloccate circoscrizionali. Con i successivi sistemi astrusi, in realtà nessuno capisce più come e dove i deputati e senatori sono eletti sulla base di algoritmi che fanno il giro d’Italia.
Il taglio dei parlamentari, ispirato all’ignoranza della storia politica e costituzionale italiana e dalla oscena identificazione tra le poltrone della casta e la rappresentanza democratica della nazione, non fa altro che esasperare gli antichi vizi partitocratici, aggiungendone di nuovi. Estremizza la distanza tra gli eletti e gli elettori con circoscrizioni talmente grandi che nessun candidato è in grado di affrontare un’onesta campagna elettorale. Affida il potere di candidatura totalmente in mano ai vertici di partito o di coalizione che sanno come e dove piazzare la persona che deve riuscire. Mette in mano di chi dispone di risorse finanziarie e mediatiche il potere di raggiungere centinaia di migliaia se non milioni di elettori nelle grandi aree in cui è candidato. E avvilisce la democrazia parlamentare di un paese pluralista per storia, territori e culture politiche.
L’inganno della fake news sta nel fatto che vengono sommati per l’Italia i membri delle due camere mentre per Gran Bretagna, Francia, Germania si considera solo il numero dei deputati della camera bassa.