Elly Schlein si prende la segreteria del Partito Democratico e torna l’incubo del comunismo. I primi a scivolare su commenti al veleno sono gli ex dem passati al Terzo Polo: intonano il de profundis per il Pd, twittano paragoni che dovrebbero suonare come insulti. Da Ivan Scalfarotto a Maria Elena Boschi è una batteria di mortaretti azionata in serata dai social strategist. "A occhio, pare che il PD abbia trovato la sua Jeremy Corbyn" scrive su Twitter il senatore di Iv-Azione Scalfarotto. “Dopo anni di ambiguità, il principale partito di csx assume una chiara fisionomia: la stessa di Ocasio-Cortez, di Corbyn, di Melanchon”, segue a ruota il deputato renziano Luigi Marattin. Carlo Calenda: “Dopo l’elezione di Schlein il campo è ben definito: PD/5S su posizioni populiste radicali”.
Le critiche partite dal Terzo Polo fanno un giro completo e si mescolano a quelli degli intellettuali e dei punti di riferimento della destra di Governo. L’ideologo della destra Francesco Giubilei, presidente della fondazione Tatarella e collaboratore del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano scrive: “Con la vittoria di Elly Schlein alle primarie, il Pd si radicalizza e guarda ad Alexandria Ocasio-Cortez come riferimento: diritti civili, ambientalismo ideologico, immigrazionismo, politicamente corretto, cancel culture e linguaggio inclusivo sono il nuovo programma. Auguri”.
Ma in questo falò di parodie sono i quotidiani di destra a rinvigorire la guerra berlusconiana contro il comunismo, reinventando il pericolo della minaccia rossa. Per il Giornale l’elezione di Schlein è il chiaro segnale di “un’altra rifondazione comunista” la neo-segretaria naturalmente “radical chic” sarebbe riuscita in un “golpe” che tuttavia tiene “Pd chiuso in salotto”. Schlein “cyborg del correttismo”. Su Libero il direttore Alessandro Sallusti interpreta il “ribaltone dem” come un riflesso: “Effetto Meloni nel Pd, forse invidiosi…”.
Mentre Carlo Fidanza, eurodeputato meloniano, commenta la notizia sfoderando un rosario complottismi cari alla destra europea: "Il suo programma è piuttosto radicale: antifascismo militante, ambientalismo ideologico, immigrazionismo, agenda arcobaleno e femminismo, assistenzialismo e odio sociale – spiega Fidanza -. Il tutto con la benedizione del filo-cinese Romano Prodi e del profeta woke George Soros, che già nel 2014 a annoverava tra gli eurodeputati affidabili per la sua Open Society".
La vittoria di Elly Schlein terrorizza anche il mondo del fondamentalismo cattolico. La cosiddetta “agenda arcobaleno”, disturba il gruppo anti-Lgbt Pro-Vita. È passata mezzanotte quando Stefano Bonaccini si congratula con Elly Schlein: “Adesso si apre una nuova stagione per il Pd” scrive su Twitter, poco sotto arriva la risposta del gruppo anti-diritti: “Una nuova stagione, l'ultima”. A seguire il “commento politico” che è un frullatore di paure tra droga libera, guerra e abortismo sfrenato.
“Con Elly #Schlein Segretaria/e/i/o/u, il Partito Democratico si assesta definitivamente su posizioni di abortismo sfrenato, ideologia genderfluid radicale, ecologismo anti-umano, droga libera e guerra alla Libertà Educativa delle famiglie. Le impediremo di distruggere l'Italia”. Sulla stessa linea Mario Adinolfi: “Solo un cattolico stordito può votare Pd ora”.
Non mancano naturalmente gli attacchi omotransfobici e sessisti. Mentre sale tra le tendenze il nome di Pippo Franco, per via di alcuni fotomontaggi con il volto del comico al posto di quello di quello della segretaria Pd. È l’avvocato Carlo Taormina a mettere il sigillo allo zoo di vetro dei social: dopo averla descritta come: “appare come l’operaia partigiana romagnola che gira per le montagne col forcone per infilzare gli anticomunisti”, si chiede: “Ma Schlein è trans?”