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Cultura
maggio, 2008

Paradiso di cristallo

Un cubo trasparente per una nuova istituzione che celebra la mescolanza di culture. Inagura a Bolzano il nuovo 'Museion' per l'arte contemporanea

Il maxi cubo di cristallo ha facciate trasparenti e concave: la vista sui tetti e sulle cime del Rosengarten è spettacolare. Museion, incastonato nel centro di un capoluogo di provincia di 90 mila abitanti, non sembra un museo: enormi sale candide che guardano all'esterno e un ponte che lo collega ai prati verdi sul fiume Talvera, quelli dove a Bolzano si porta a spasso il cane e si fa footing. Varchi la piazza pubblica verticale che di notte diventa un campo di proiezioni, e l'effetto vetrina amplifica le scritte in italiano, tedesco, inglese, ladino in una città dove ci sono tre assessori alla Cultura, dove è nata la prima università trilingue (italiano, tedesco, inglese) e dove il 24 maggio con la mostra 'Sguardo periferico e corpo collettivo' aprirà questo nuovo spazio di arte contemporanea, 2.100 metri quadri su quattro piani di vetro e acciaio con biblioteca d'arte, caffetteria, shop, atelier e sale di lavoro per gli artisti.

Un'utopia che parte da lontano, Museion: dall'investimento di 30 milioni di euro stanziati dalla Provincia autonoma dieci anni fa. L'idea? Ambiziosa. Dare vita a un progetto che facesse diventare risorsa un asse bipolare diviso storicamente, ma speciale per statuto in un'area alpina che conta 27 milioni di presenze turistiche all'anno. Un progetto già allora concepito come 'glocal', globale e locale, e fondato su scelte precise a partire dal cast: gli architetti, lo studio berlinese Ksv-Kruger Schubert Vandreike, vincitori di un bando pubblico su 285 proposte, e la direttrice Corinne Diserens, francese (già a capo dell'Ivam di Valencia e dei musei di Nantes e Marsiglia) che mentre parla mescola all'italiano altre tre lingue. "L'idea è di creare un museo attivatore, un polo di attrazione con la flessibilità di un laboratorio artistico unita alle qualità di una galleria e di uno spazio espositivo", spiega Diserens che avrà dalla Provincia 2,5 milioni all'anno per completare una collezione iniziata negli anni Ottanta, quando Museion, oggi trasformato in fondazione presieduta dall'imprenditore vinicolo Alois Lageder, era un'associazione diretta da Piero Siena con una vocazione originale: portare l'arte contemporanea in piazza.

Il Museion non sarà in concorrenza col Mart, il museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto. "La differenza? La scelta di opere che attingono a un patrimonio comune di cultura latina e germanica per un fondo che si adatti a uno scambio internazionale". Percorso che ha entusiasmato Sabine Kasslatter Mur (Svp), assessore alla Cultura tedesca al Comune in un clima di pax politica tra i gruppi linguistici: "La nuova struttura darà la possibilità agli altoatesini di lingua tedesca di vedere che cosa succede altrove, sarà un trampolino di lancio per gli artisti locali, creerà un ponte tra nord e sud Europa". Ed è in linea con le idee del sindaco Luigi Spagnolli a cui è arrivato in dono dalla Provincia un diamante montato nel cuore della città: "Se anche il progetto dovesse mutare, Museion resterà un contenitore dove poter svolgere altre attività, perché la nostra carta vincente è il legame con il territorio".

Un territorio fertilissimo alla semina di iniziative legate all'arte, al cinema, al teatro con un record assoluto: la media più alta d'Europa per consumi culturali (34 persone su 100, il doppio dell'italiana). Non a caso vi si svolge la Biennale itinerante Manifesta (dal 19 luglio al 2 novembre), uno dei laboratori più interessanti d'Europa. "Il nostro segreto? Investire in didattica, in comunicazione", dice Antonio Lampis vicepresidente di Museion pronto a raccogliere i frutti di un marketing culturale massiccio. "Nonostante il 60 per cento della popolazione sia a bassa scolarizzazione, 10 mila bolzanini hanno la tessera del teatro". Tutto è pronto, prima ancora del pubblico internazionale, per assorbire proprio loro.

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