Politica
luglio, 2008

Saccà a colazione

Il destino professionale del dirigente Rai discusso a tavola ad Arcore tra Berlusconi, i suoi figli e Confalonieri. Il racconto di Ermolli ai pm di Napoli

Non sono mai stato ad Arcore.. Così Agostino Saccà, il direttore di Rai fiction appena reintegrato dal tribunale sottolinea la sua autonomia dal Cavaliere: "In vent'anni di amicizia non sono mai stato né ad Arcore né a Villa Certosa". Ma, seppure in sua assenza, di Saccà si parlava a casa Berlusconi nelle riunioni di famiglia. Lo ha raccontato ai pm di Napoli uno degli uomini più vicini al Cavaliere, Bruno Ermolli. Il manager è stato sentito l'11 marzo scorso da Vincenzo Piscitelli, il sostituto procuratore che accusa Saccà e Berlusconi di corruzione perché il dirigente Rai avrebbe favorito le attrici raccomandate dal Cavaliere in cambio di un sostegno alla sua attività futura e privata nel settore fiction. Proprio per verificare il grado di concretezza dell'offerta di Berlusconi sulla quale si fonda l'accusa ("Ti contraccambierò quando sarai libero imprenditore") il pm ha ascoltato Ermolli, influente consigliere dei vertici Mediaset.

"Saccà mi disse", ha raccontato Ermolli, "che era stanco di stare in Rai e voleva misurarsi con la produzione di fiction. Avrebbe visto con grande interesse una partecipazione del gruppo Mediaset che poteva essere presente sia come cliente sia nell'azionariato della società. Di questa idea di Saccà ricordo che se ne parlò in una delle colazioni del lunedì ad Arcore, presenti Silvio Berlusconi, i figli Marina e Piersilvio, Fedele Confalonieri, Pasquale Cannatelli (amministratore delegato Fininvest, ndr) credo ci fosse senz'altro anche la mamma del Cavaliere". In quella riunione, avvenuta nel settembre 2007, venne alla luce l'antica frattura che divideva la famiglia sulla figura del manager Rai. Silvio aveva già provato a portarlo a Mediaset un paio di volte, ma Piersilvio lo aveva stoppato. Ora, davanti a nonna Rosa e al papà che gli proponeva con rinnovato entusiasmo il nome del manager calabrese, anche solo come partner nel settore dei contenuti, Piersilvio ribadiva il suo no. "Mentre io e Confalonieri", prosegue Ermolli, "demmo una valutazione positiva, da verificare nello sviluppo progettuale, Piersilvio invece espresse una valutazione negativa. Io e Confalonieri eravamo quasi portatori di questa ipotesi e ritengo che Saccà e Confalonieri avessero parlato del progetto prima dell'incontro".

Queste dichiarazioni di Ermolli andranno certamente a rimpolpare il voluminoso fascicolo disciplinare a carico di Saccà. La Rai lo ha sospeso senza pronunciarsi nel merito e il tribunale, proprio per questa decisione di non decidere, ha annullato il provvedimento. Anche il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, sentito dai pm, ha confermato che Saccà gli aveva riferito più volte del suo progetto già dall'estate 2007.

Prima ancora ne aveva parlato ripetutamente con Berlusconi. La rivelazione dei suoi progetti prima al concorrente e poi alla sua azienda (il direttore generale Rai Claudio Cappon fu informato solo a ottobre) ha fatto scattare una raffica di contestazioni disciplinari nel marzo scorso, che si vanno ad aggiungere a quelle già notificate a dicembre, dopo la pubblicazione della telefonata di Berlusconi e Saccà sul sito de 'L'espresso'. In quella conversazione Saccà si impegnava a far lavorare le attrici care a Berlusconi e concordava con lui le mosse per presidiare la maggioranza di centrodestra all'interno del consiglio della Rai. Di qui la contestazione di "avere assunto iniziative riferibili e funzionali agli interessi non della Rai, ma di Silvio Berlusconi e del suo movimento politico".

Il tribunale, nel reintegrare Saccà, non ha smontato il quadro delineato nella lettera di sospensione da Cappon. La palla quindi ora torna alla Rai e ai suoi organi interni. Primo dei quali è il comitato etico. I quattro componenti hanno appena ricevuto le 8.450 intercettazioni dalla Procura di Napoli. E due riguardano Rubens Esposito, dirigente dell'ufficio legale della Rai e membro proprio del comitato etico.

Nella prima Saccà lo chiama e gli dice di aver telefonato a Doris Lo Moro, all'epoca assessore alla Sanità della Regione Calabria e ora parlamentare del Pd
. Saccà sostiene di aver detto all'assessore: "Ma tu ce l'hai con la sorella di Rubens", sentendosi rispondere che Lo Moro stimava Esposito e lo avrebbe incontrato. Subito dopo Saccà spiega meglio la vicenda in una
telefonata con Giancarlo Innocenzi, membro dell'Autorità garante delle Comunicazioni. Saccà racconta che ha incontrato Rubens e gli ha risolto un problema per la sorella che voleva diventare dirigente di una Asl. Attraverso l'amica assessore, ha organizzato anche un incontro. Sono telefonate che non raccontano un illecito penale, ma descrivono un rapporto stretto tra il direttore di Rai fiction e uno dei 'saggi' che dovranno decidere sul suo caso.

Saccà si difende dall'accusa di aver favorito le raccomandate del Cavaliere così: "Nessuna lavora, a dimostrazione che non ho fatto nulla". Negli atti dell'inchiesta però è rimasta traccia di un attivismo forsennato. Prendiamo Elena Russo, l'attrice napoletana segnalata dal Cavaliere nella telefonata del 'contraccambio'. A giugno Saccà spende parole buone per lei con un produttore. Il 4 luglio la chiama per dirle che sarà convocata dal produttore Carlo Bixio. Una settimana dopo chiama un altro produttore, Guido De Angelis, per chiedergli di stracciare il contratto pronto per l'attrice Sonia Acquino nella fiction 'Incantesimo' e di fare un provino alla Russo perché "ci aiuterà a farci un grande alleato".

Saccà lavora alacremente alla missione che gli ha assegnato Berlusconi: "Tirare su il morale del capo" anche in estate. Il 23 luglio incontra l'altra raccomandata del Cavaliere Evelina Manna. Due giorni dopo le fa telefonare dalla sua segretaria: "Ditele che la chiamerà il regista Giorgio Lepre per un provino per un ruolo importante in questa produzione Endemol". Saccà torna in azione il 19 settembre e chiama il produttore di 'Un posto al sole', Roberto Sessa: "Senti, avevo parlato con Bixio e poi non ha fatto nulla. Era nel mio ufficio quando c'era Elena Russo e gli ho detto di fare un provino... È una buona attrice, non eccezionale ma una buona attrice. Fai una cosa, la chiami tu, e glielo dici che lo farete. È una cosa da fare con cura, perché è all'attenzione di ambienti seri, capito?". A settembre la Russo lo tempesta di telefonate finché il 26 ottobre Saccà, lei presente, chiama la capostruttura della fiction Rai, Paola Masini: "Ti ricordi che ti avevo detto della Russo come protagonista in 'Ovunque tu sia', la preferisco alla Lucrezia della Rovere". La ragione di tanto attivismo? "Sai cos'è che mi fa schifo su certe cose?", dice Saccà alla Masini: "È che su Elena e su quelle come Elena, si esercita la discriminazione dei salotti politicamente corretti".

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