Quelle che avete appena letto non sono le notizie di un tg satirico. Le trovate su Internet, in decine di siti (nel nostro caso la fonte è Spinoza.it) sempre più cliccati e riprodotti sulle piattafrome di social network. Sì, perché gli esperimenti di umorismo e satira on line stanno aumentando. Il motivo è semplice e porta la (solita) sigla del Web 2.0. Crescono infatti gli utenti che avviano un blog o (più frequentemente) si aprono uno spazio sulle tante piattaforme (da Facebook a Twitter fino a FriendFeed) che permettono a chiunque di condividere riflessioni, pensieri, stati d'animo e dunque anche battute.
Satira dal basso, quindi, formata dal contributo di tanti e che molto spesso viene 'organizzata' per trovargli una forma che possa somigliare a un prodotto editoriale. è il caso, per esempio, di Sveltopedia, l'enciclopedia che - nella forma - si rifà a Twitter e ai suoi messaggi che possono essere lunghi al massimo 140 caratteri. Come si legge infatti sul sito ideato da Lorenzo Viscanti e Giuseppe Genna, "Sveltopedia è una Wikipedia in formato Twitter (...), un'enciclopedia composta da voci stese collettivamente, le quali non superano i 140 caratteri, cioè lo spazio massimo dello status su Twitter". Quello che manca a questa descrizione è la natura ironica dei lemmi. In 140 caratteri, infatti, è impossibile raccontare un personaggio storico o una formula chimica e allora si ricorre all'umorismo. Così alla voce riguardante l'ex ministro Renato Altissimo si trova: "Contrario di Renato Brunetta". Oppure ecco le due definizioni di banda larga, la connessione a Internet ad alta velocità: "Mitico gruppo musicale in cui suonava Giuliano Ferrara" o "Esemplare femminile e sovrappeso di tenerissimo orso in via di estinzione, avvistato da Rocky Roberts".
Contribuire alla formazione di Sveltopedia è semplice e consentito a tutti. A patto che i lemmi inviati facciano ridere. A giudicare le battute-definizioni c'è la redazione che avverte scherzosamente che se la voce "non fa ridere o è una cavolata, non la pubblichiamo". L'enciclopedia humor arriva direttamente anche via mail, basta iscriversi (gratuitamente) alla Sveltoletter e ricevere un lemma al giorno nella casella di posta elettronica.

"All'inizio del blog le battute erano tutte mie, ma oggi ricevo ogni giorno più di 2 mila proposte ed è impressionante la voglia di produrre satira, considerando che i contributi che pubblico vengono ricompensati solamente con la firma", dice Andreoli che dal 2008 porta avanti Spinoza nato nel 2005 da un'idea di Alessandro Bonino. E l'attenzione alla fase di selezione ed editing costituisce (insieme al crowdsourcing dal basso) il segreto del successo del sito.
Il blog multiautore è anche la formula di Macchianera (macchianera.net) il cui curatore è l'ex collaboratore del settimanale 'Cuore' e fondatore del portale Clarence, Gianluca Neri: qui le battute non sono il forte dell'offerta che invece è concentrata su post più lunghi (non sempre ironici) e vignette, oltre a una parte radiofonica che commenta in diretta alcuni eventi o trasmissioni televisive come nel caso della nuova edizione del 'Grande Fratello'. Tra gli autori vignettisti di Macchianera ci sono anche Mauro Biani (maurobiani.splinder.com) e Makkox (canemucca.com), due dei disegnatori satirici più noti e bravi in Rete.

La pubblicità da sola, infatti, non basta per sostenere un'impresa di satira on line e altri modelli di business stentano a decollare. Nessuno pensa di mettere a pagamento su Internet le proprie opere ma, sulla scorta di quello che fanno gli operatori di telefonia mobile, "si potrebbe pensare a un abbonamento a pagamento per ricevere satira sul proprio cellulare", continua Andreoli.
Ma è l'alternativa del marketing quella che - almeno a breve termine - sembra essere la più concreta. In molti, infatti, hanno usato il Web per costruirsi un personaggio o per mantenere un rapporto con i loro utenti-clienti-lettori, come ha fatto Diego Bianchi, meglio conosciuto in Rete come Zoro, passando dal blog a Parla con Me, il programma di Serena Dandini di Rai Tre.
Chi usa il Web per il suo marketing è poi Franco Cosimo Panini Editore che all'indirizzo Comix.it riunisce la comunità di lettori dell'omonima collana e dove si permette agli utenti di segnalare risorse (video, immagini, testi e così via) divertenti.
Anche Daniele Luttazzi sta usando Internet per creare attorno ai suoi libri e ai suoi spettacoli teatrali una comunità attiva di utenti, in grado di inviargli battute che il comico romagnolo pubblica sul suo blog (danieleluttazzi.it) nella rubrica 'La Palestra', "il luogo dove allenare ed esibire i muscoli satirici". Le battute della 'Palestra' commentano le notizie giornalistiche ("Bersani: Costruire il partito, preparare l'alternativa. Un programma talmente ambizioso che non sono esclusi sbocchi in politica"; "Influenza A, il governo rassicura: Non c'è nessun ministro della Sanità"; "Benedetto XVI: 'Il mondo ha bisogno di una Chiesa povera, ma come facciamo a diventarlo se non ci fanno pagare l'Ici, aumentano i fondi alle scuole private, dall'8 per mille ci arriva più di un miliardo di euro...") e presto diventeranno anche un libro edito da Feltrinelli. Un'iniziativa simile a molte che hanno trasformato l'umorismo digitale in un prodotto cartaceo.
Il contrario di quello che è avvenuto negli Usa, dove il principale esempio di satira on line prende spunto da un'esperienza cartacea di grande successo: la rivista 'The Onion'. Il suo sito (the onion.com) appare come un giornale serio. Ma non è così: tutti gli articoli (o le immagini e i contributi video) sono all'insegna di una satira feroce sulla società, l'economia e la politica statunitense. Tra gli articoli spassosi più recenti c'è quello in cui la Shell si infuria con un gruppo di lontre che si ostina a giocare sul petrolio che l'azienda ha sversato in mare dopo un incidente a una sua petroliera.
Anche sul fronte dei fumetti on line gli Usa hanno una grande offerta: uno dei suoi picchi è senza dubbio sul sito di 'Slate': Doonesbury (doonesbury.com) di Garry Trudeau. Negli Stati Uniti oggetto di satira sul Web è poi la religione. Ne è una prova Landover Baptist (landover baptist.org): dove si criticano soprattutto i creazionisti, divenuti popolari oltreoceano negli ultimi anni. Ci sono infine gruppi o singoli satirici su Facebook ma è forse su Twitter che c'è la maggiore sperimentazione (per via dell'immediatezza dei messaggi): è il caso di Tremendous News (twitter.com/TremendousNews), ricco di battute e freddure che forse non avrebbero mai trovato spazio su alcun giornale cartaceo.
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