Sentirsi per un giorno come una monaca di clausura nella Napoli del '500, che sale i 33 gradini del monastero di San Gregorio Armeno, o ammirare il mosaico seminascosto del futurista Gino Severini, nella facciata interna del Palazzo delle Poste di Alessandria: sono fantasie al sapore d'arte e di cultura. A renderle realtà ci penseranno per quarantott'ore le giornate di primavera del Fai, Fondo per l'ambiente italiano: l'appuntamento, giunto alla sua 17 edizione, è per il 28 e 29 di marzo.
Sono 210 le località italiane che hanno abbracciato l'iniziativa, con 580 beni aperti e visitabili, la maggior parte dei quali chiusi al pubblico per tutto il resto dell'anno. Un viaggio temporale e spaziale unico, dalla Sicilia, con l'inaugurazione dopo il restauro di Villa Cardillo a Palermo, fino al capoluogo lombardo, con l'apertura della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, fondata dal cardinale Federigo Borromeo, mecenate del Millennio scorso.
Non si viaggia solo attraverso la Penisola, ma anche tra i secoli, ammirando siti archeologici e borghi medioevali, insieme all'architettura più moderna. Come le scoperte offerte dal Fai per le vie della capitale: Palazzo Koch, per esempio, la storica sede della Banca d'Italia con il suo imponente scalone, e le stanze del ministero dello Sviluppo economico, tra i più importanti edifici dell'architettura fascista.
Oltre a un salto nel mondo della cultura e dell'arte, le giornate del Fai offrono la possibilità di riscoprire le perle naturali della provincia italiana: come la Val d'Enza, nelle vicinanze di Reggio Emilia. Un'area pregiata, caratterizzata dalle tipiche case di sasso, già oggetto di riqualificazione con la Biennale del Paesaggio della provincia. Una novità che va a sottolineare una tendenza già in atto da qualche anno.
Da tempo, infatti, il Fai si trova in prima linea non più solo per il recupero del patrimonio artistico, ma anche per la salvaguardia del paesaggio. Una tutela dell'ambiente a 360 gradi, come ad esempio nel caso della valle dei Templi di Agrigento dove, oltre alla valorizzazione del sito dal punto di vista artistico, il Fai non dimentica la questione 'visiva', sollecitando da tempo la chiusura della strada che porta al mare, trafficata e inquinante e che taglia in due la valle.
Il verde italiano, secondo la presidentessa del Fai, sta per vivere un periodo molto triste: "Le nuove leggi per l'edilizia", è l'opinione di Giulia Maria Crespi, "non potranno che rovinare definitivamente il nostro paesaggio, i centri storici, i mille paesi non vincolati che nell'insieme si fondono mirabilmente".
Tra le più importanti cause promosse dal Fai troviamo la battaglia per il Parco Sud di Milano, 47 mila ettari di campi agricoli divisi tra 61 comuni a sud della città meneghina, minacciati ogni anno da nuove normative e piani di cintura. Negli ultimi mesi, i veri pericoli sono stati i progetti per le nuove strade di collegamento che, se costruite, andrebbero a squarciare uno degli ultimi esempi di campagna intorno alla grande metropoli.
Sulla punta della Penisola si trova invece Sant'Antonio Apostolo dello Jonio, in provincia di Catanzaro, tre chilometri di costa incontaminata. Un'area che andrebbe tutelata per le sue particolarità faunistiche e floreali, nonostante la voglia dell'amministrazione comunale di trasformarla in un lungomare di cemento e asfalto con parcheggi, rotatorie e stabilimenti balneari.
Un'immagine decisamente lontana da quella dell'ente che ha, tra le altre cose, finanziato una ricerca sullo stato dell'area per richiedere alla Regione Calabria l'istituzione di un'oasi protetta.