I negozi di elettronica si sono riempiti di apparecchi televisivi che promettono 'Internet inside' o 'Internet on board'. Ma quella in cui vi fanno navigare così non è la Rete libera: è una selezione filtrata e preconfezionata
Stanno sbarcando nei nostri salotti dei nuovi televisori che, a sentire le pubblicità, hanno "Internet on board": niente più mouse per sfogliare il sito del nostro giornale preferito, navigare su YouTube, postare su Facebook, ma solo il vecchio telecomando. Il trio "salotto, televisore e telecomando" potrebbe, finalmente, sdoganare la Rete anche presso quelle categorie di persone che, per ragioni culturali o anagrafiche, ne sono ancora lontane. Nei prossimi mesi Facebook, YouTube e le reti ammiraglie di Rai e Mediaset potrebbero ritrovarsi distanti solo qualche tasto sul telecomando.
Una bella notizia, ma non è tutto oro quello che luccica. La Rete che ogni giorno esploriamo attraverso i nostri pc è una sconfinata distesa di informazioni nella quale tocca all'utente, e solo all'utente, scegliere quali far proprie e quali no. Si tratta di una irrinunciabile caratteristica della Rete, che la rende il più straordinario e rivoluzionario strumento di comunicazione della storia dell'umanità. Attraverso Internet, la libertà di informare e quella di essere informati sono realtà.
Ma non è questa la Rete che sta per sbarcare nei nostri salotti. Infatti, nonostante l'illusione che l'espressione "Internet Tv" è in grado di regalare, i televisori ed i servizi che si stanno candidando a costituire il nuovo focolare nelle case degli italiani, avranno a bordo solo una selezione di contenuti, realizzata a monte dal produttore della tecnologia o dal fornitore del servizio. Che giornale potremmo sfogliare attraverso il nostro telecomando, attraverso quali piattaforme on line potremo navigare seduti sul nostro divano o quali saranno i contenuti e le informazioni ai quali avremo accesso dal nostro salotto? Altri potrebbero deciderlo per noi.
Pare, insomma, che Internet stia per restringersi e questo non è uno scenario auspicabile per nessuno ed è anzi materia sulla quale le Autorità - Antitrust e Agcom prime tra tutte - dovrebbero tenere gli occhi bene aperti.
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