A Marlene Dietrich piaceva così tanto il suo bracciale jarretière, tempestato di rubini e diamanti, che lo indossava persino sul set dei suoi film. Era, di fatto, un magnifico esemplare di alta gioielleria realizzato da Van Cleef & Arpels, la maison francese da sempre amatissima da dive dello schermo, aristocratici europei, maharaja indiani per la sua rinomata artigianalità e la tecnica innovativa nell'incastonatura di pietre preziose, tra le più pure reperibili sul mercato.
Ora Set in Style: The Jewelry of Van Cleef & Arpels, organizzata dal Cooper-Hewitt National Design Museum di New York (si aprirà il 18 febbraio per chiudersi il 5 giugno 2011) mette in mostra non solo il meraviglioso braccialetto amato dall' Angelo Azzurro, ma altre 300 creazioni storiche del marchio parigino (creato da commercianti olandesi) la cui prima boutique aprì in Place Vendôme nel 1906.
Il principe Ranieri di Monaco scelse Van Cleef & Arpels per il suo regalo di nozze alla bellissima Grace Kelly. La principessa, dal canto suo, continuò a indossare collane di perle, diademi e spille a forma di animali dello stesso marchio per molti anni. Ma l'elenco degli affezionati illustri è lunghissimo. Si va da Elisabeth Taylor a Evita Peron, dall'imperatrice Farah Diba alla duchessa di Windsor. Proprio quest'ultima si fece realizzare una collana d'oro e diamanti dotata di una zip affinché si potesse chiudere e trasformare in uno stravagante bracciale.
La versatilità è, di fatto, una delle caratteristiche chiave del successo e della longevità del marchio: collane che assumono la forma di spille o bracciali, spille che si trasformano in orecchini e ciondoli, come avviene per il sontuoso fermaglio a forma d'uccello con diamante 'Walska' 95 carati che diventa una parure con pendente.
La maison parigina è anche l'artefice di una delle più straordinarie invenzioni della gioielleria moderna: il serti mystérieux. Si tratta di una tecnica che risale agli anni Trenta del secolo scorso e che ancora oggi è oggetto di un brevetto esclusivo. Il serti mystèrieux nasconde l'incastonatura per valorizzare la bellezza delle pietre preziose, che devono essere tagliate con precisione e scelte accuratamente in base all'uniformità del colore. Uno dei capolavori di questa tecnica è la spilla Peony del 1937, dove l'incastonatura dei rubini è del tutto invisibile.
Lo straordinario lavoro d'archivio messo in opera per realizzare 'Set in Style' permette poi di ritrovare i grandi 'temi' che hanno ispirato designer e gioiellieri di Van Cleef. Il design è molto spesso ispirato al mondo floreale e degli animali, ma anche a luoghi e culture lontani. Le collane create per la Maharani di Baroda, ispirate alla gioielleria tradizionale del subcontinente indiano, ne sono un esempio. Così come i bracciali "Egyptien" degli anni Venti risentono dell'egittomania in voga in quel periodo.
La mostra di New York è quindi un viaggio non solo nel mondo delle gemme preziose e della vita del jet set del Novecento, ma anche un itinerario nelle tendenze del design del secolo appena passato. Dove la traiettoria del vecchio mondo e quella del nuovo si intrecciano. Molti oggetti, infatti, furono realizzati appositamente per il mercato americano, in particolare dopo 1942, con l'apertura della boutique newyorkese sulla Quinta Strada.