Cultura
5 marzo, 2010

L'Oscar è maschilista?

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Il "New York Times" punzecchia Hollywood: perché due categorie separate per Migliore Attrice e Miglior Attore Protagonista?

Non c'è rivalità fra New York e Los Angeles. Le due città non si sopportano e si ignorano per 364 giorni all'anno. Unica eccezione è la serata degli Oscar. Il 7 marzo anche New York si inchina davanti agli Oscar con centinaia di party in onore delle ambite statuette – da semplice raduni casalinghi fra amici a elaborate soiree in abito da sera.

Per la prima volta quest'anno anche New York City ha organizzato una festa ufficiale per Oscar Night. A pagamento, naturalmente. 225 dollari per chi vuole il trattamento Vip al teatro Alice Tully Hall di Lincoln Center (foto), 150 dollari per chi si accontenta di un posto in sala meno prestigioso e qualche tartina in meno. E per dare un tocco newyorkese alla serata l'orchestra del Juilliard Jazz Ensamble suonerà brani di musica tratti dai film che hanno ottenuto la nomination.

Chissà quanti newyorkesi nel corso delle tre ore di Oscar Night rifletteranno su un'osservazione intelligente emersa qualche giorno fa nella pagina dei commenti del New York Times:

Perché due categorie separate per Migliore Attrice e Miglior Attore Protagonista?

Ha senso che donne e uomini competano separatamente in un'America dove Hillary era a un passo da occupare la Casa Bianca, le donne vanno nello spazio e le soldatesse in divisa dalla scorsa settimana possono servire a bordo di sottomarini nè più nè meno che i loro colleghi maschi? "Sarebbe come se gli attori afro-americani rientrassero in una categoria diversa dagli attori bianchi", scrive Kim Elsesser sul Times.

Membri dell'Academy Awards: forse è venuto il momento di rivedere la serata degli Oscar da come fu concepita nel 1929.

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