Il figlio del leader leghista accoglie i "giovani padani" all'Old Fashion di Milano. Per festeggiare la vittoria elettorale e "fare gruppo" in vista del giorno in cui erediteranno il partito


La Lega Nord, uscita in trionfo dalle ultime elezioni regionali, ha deciso di festeggiare in discoteca. Così i "Giovani Padani", il movimento dei giovani e giovanissimi militanti in foulard verde, si è ritrovato all'Old Fashion di Milano per celebrare il risultato ottenuto alle urne. "Qui saremo più di un migliaio, ma in tutta la Padania siamo più di 44 mila e continuiamo a crescere con percentuali a doppia cifra. Al Nord, i dati elettorali mostrano che gli elettori tra i 18 e i 21 anni votano in maggioranza assoluta la Lega" esulta Paolo Grimoldi, coordinatore nazionale e cerimoniere della serata. Strette di mano, pacche sulle spalle e sorriso stampato in faccia. Una serata di festa a cui sono accorsi da tutto il Nord Italia e non solo.

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La chiave del successo, dicono, sta in una capacità comunicativa e di fare gruppo diverse da quelle delle altre realtà giovanili e in una capillarità nel territorio straordinaria: quasi ogni Comune nelle regioni del Nord ha la sua sezione giovanile. "Partite di calcetto, tornei sportivi, pizzate e serate in discoteca: sono tanti i momenti in cui ci troviamo, non solo per parlare di politica ma anche per divertirci. É questa la nostra forza", racconta Nicola Finco, neo eletto al Consiglio regionale in Veneto con più di 8 mila preferenze.

I "Giovani Padani" attirano ragazzi dai 16 ai 30 anni in cerca di un'identità, di un comune senso di appartenenza, di una battaglia in cui impegnarsi e soprattutto con una gran voglia di trovare una piazza dove far sentire la propria voce. Gli strumenti? In primis i gazebo, una "calamita anche per gli universitari, che vedono la bandiera e subito si avvicinano per avere delle informazioni sull'iscrizione", racconta Melissa Malandra, 26 anni, consigliere comunale di Cassolnovo in provincia di Pavia.

Poi il web, con i gruppi su Facebook, un sito in continuo aggiornamento e i loro blog. Gli obiettivi? Federalismo prima di tutto, "l'articolo 1 della Costituzione della Lega", seguito da una forte senso di appartenenza e di valorizzazione del territorio. A chi li accusa di essere xenofobi cosa rispondono? Un equivoco, dice Eva Lorenzoni, 24 anni, assessore alla Sicurezza in un paesino del bresciano: "Ci sono realtà come l'Umanitaria Padana che si occupa fortemente di assistenza. Ora per esempio sta costruendo un ospedale in Costa d'Avorio, un posto dove uno dei problemi maggiori è la mancanza di manodopera, perché gli uomini emigrano da noi e rimangono solo donne, anziani e bambini. La nostra filosofia è di cercare di riattivare il circuito economico nelle loro zone, in modo da eliminare quelle situazioni di disagio".

Guest star della serata alla discoteca Old Fashion è il delfino di Bossi, il figlio Renzo, pluribocciato alla maturità ma neo eletto in Lombardia, per cui il pregio del Carroccio è la capacità "di formare una classe politica per il futuro. Gli altri partiti usano i giovani per fare campagna elettorale e non li candidano, mentre la Lega li mette in prima linea: perché il futuro non è domani, è oggi".

E la nuova classe politica in camicia verde è tutta in discoteca, a ringraziare i militanti che hanno permesso l'exploit alle urne. Sono una dozzina i candidati under 30 usciti vittoriosi, anche in zone dove la concorrenza non era certo inconsistente; ma se si guarda ai Comuni e alle Province, il numero dei Giovani Padani eletti fa impallidire gli altri movimenti giovanili. Tutti, alle spalle, hanno almeno dieci anni di gavetta. Perché a far politica i ragazzi di Bossi, l'idolo le cui parole spesso hanno fatto scattare la molla che li ha spinti a impegnarsi in prima persona, iniziano a 16 anni. Soprattutto nei piccoli centri da cui poi spesso spiccano il volo verso mete più grandi.