E pensare che sembrava proprio un bravo ragazzo. Ma già in quello scatto del 1963 si intuisce la scintilla di sfida nello sguardo, che nemmeno il bianco e nero può soffocare. Lui è quasi nascosto dietro altri quattro adolescenti, volti puliti, tutti seduti sul muretto. Una squadra di perfetti sconosciuti, che sarebbero diventati la leggenda: i Rolling Stones.
Il loro primo primo ritratto ufficiale è la prova del patto con il diavolo, siglato dalla band più longeva. La metamorfosi si concretizza in un'altra foto in bianco e nero, venti anni dopo: Mick Jagger forzatamente irriverente con la moglie Jerry Hall seduta accanto. È più di un cantante: è La rock star. Ha ottenuto tutto: fama, soldi, donne. La consacrazione si è consumata da tempo e i Rolling Stones sono già un mito.
La stessa parabola di quel teddy boy con il microfono in mano, che si dimena davanti a un pubblico in delirio. Di lui si sa ancora poco. Si sa solo che è giovane, sexy, che si muove sul palco come nessun altro e in un modo che fa impazzire le fan. Si chiama Elvis, ma non è ancora "Elvis The King" e gli anni del successo e degli eccessi sono lontani. Il suo viaggio sotto i riflettori durerà poco ma lo renderà immortale.
Queste e tante altre immagini sono esposte in "A Star Is Born. Photography and Rock since Elvis". La mostra è al Museo Folkwang di Essen dal 1 Luglio al 10 Ottobre e racconta proprio gli inizi dei protagonisti della scena musicale dagli anni 60 a oggi.
Come riavvolgere il film per tornare alle origini: Elvis Presley, Kurt Cobain, Janis Joplin, Jimi Hendrix, David Bowie, Beatles e White Stripe diventano icone negli scatti magistrali di Ron Galella, Annie Leibovitz, Mark Seliger, Richard Avedon, Daniel Kramer, Mick Rock e Jerry Schatzberg. I grandi fotografati dai grandi.