Fragili, incredibilmente vulnerabili. Persino lei, persino quella Kate Moss giovanissima che nel 1994 non è si ancora abituata a vivere facendo lo slalom tra scandali, rock e droga si mostra smarrita, debole come un uccellino. Merito di Peter Lindbergh che ha saputo rivoluzionare i canoni della fotografia di moda, capovolgendo lo stile degli anni Ottanta.
Nei suoi scatti non ci sono più corpi ma anime, gli occhi imprigionano l'obiettivo costringendo a guardare dentro le donne. Nel bianco e nero come nel modo di comporre i corpi, quasi dipingendo più che scattando, sembra esserci un ricordo delle sue origini.
È nato nel 1944 in un pezzo di Polonia annesso al Terzo Reich e poi è cresciuto poverissimo in Germania: comincia a lavorare a sedici anni allestendo le vetrine di un grande magazzino. Ha il compito di sistemare i manichini, vestirli, dargli vita. Ma lui va oltre e quando si impadronisce della reflex non riesce ad accontentarsi dei corpi: vuole la vita, plasmata nei contrasti delle luce che declinano il grigio.
Toni drammatici, costruiti per dare una parvenza di verità a un mondo che è solo immagine: quasi una doppia truffa, che si tramuta in arte. E poi ci sono loro, le modelle, le attrici, l'universo femminile che ha ritratto in tanti anni di attività: Nicole Kidman, Uma Thurman, Penelope Cruz.
Malinconiche, deboli, ma anche decise e inafferrabili. Sono donne venute da altre dimensioni, finite come per caso davanti all'obiettivo. Ognuna viene trasformata e riletta, cercando di metterne a nudo il carattere prima della pelle, evidenziandone debolezze e grinta.
Lindbergh è una star, che ha firmato diverse edizioni del calendario Pirelli, che sa inventare una top model gettando lo sguardo tra una fila di ragazze: Linda Evangelista e Nadja Auermann gli devono fama e gloria.
E' un fotografo di moda, anche se la moda ormai per lui è solo il pretesto per raccontare una storia. Crede che la creatività possa nascere ovunque e ha sostituito le pose interminabili dei servizi pubblicitari in una corsa di istantanee, scattate quasi a caso. Snapshot rubati, con scenari scarni e quotidiani che esaltano i movimenti. E' così che un'affollata strada di New York diventa il set su cui far sfilare le modelle. Ed è proprio la strada il filo conduttore di una mostra, dal titolo "Peter Lindbergh-On the Street", che a Berlino la C/O gallery dedica Peter Lindbergh fino al 9 gennaio 2010.