Sabato New York marcherà il nono anniversario dalla strage dell'11 settembre. Ma a rubare attenzione all'annuale lettura dei 2752 nomi delle vittime non saranno le manifestazioni di protesta previste a due isolati di distanza davanti alla preannunciata sede di un nuovo Centro Culturale Islamico al numero 51 di Park Place.
In queste ore invece giornalisti e televisioni stanno discendendo su una modestissima chiesetta di cristiani fondamentalisti a 1500 chilometri di distanza. E' qui dove il predicatore Terry Jones ha lanciato una sconcertante provocazione. L'11 settembre intende fare un grande falò davanti alla sua chiesa, la Dove World Outreach Center, e gettare al rogo circa duecento copie del Corano che dice di avere ricevuto da gente in giro per l'America. Sono persone che hanno risposto alla sua proposta di una giornata internazionale in cui dare fuoco al libro sacro dei musulmani.
E' inspiegabile come abbia potuto accadere che un fanatico a Gainesville, in Florida, a capo di un gruppetto di una cinquantina di cristiani fondamentalisti sia riuscito a ottenere notorietà mondiale. Fatto sta che è intervenuto perfino il Vaticano implorandolo di non portare avanti questa offensiva provocazione.
Terry Jones è stato contattato anche dal generale David Petraeus, comandante supremo delle forze Usa in Afghanistan, che cerca di far capire al predicatore fondamentalista che un insulto così profondo mette a rischio i soldati americani che combattono in Iraq e Afghanistan. Ma Jones non dà segno di tirarsi indietro. Dice che solo un segno da parte di Gesù potrebbe fargli cambiare idea e ritiene sia altamente improbabile che Cristo gli mandi un segnale di non opporsi all'islamismo.
La strage dell'11 settembre appartiene prima di tutto a New York e ai newyorkesi. Sono loro che hanno visto le torri gemelle sgretolarsi davanti agli occhi. Sono loro che hanno perduto familiari, amici e colleghi che si trovavano al World Trade Center. Sono i newyorkesi che hanno subito le conseguenze più gravi di un attacco a Ground Zero. Eppure ogni anno l'11 settembre sembra appartenere sempre più al resto degli Stati Uniti e sempre meno ai newyorkesi.
Anche la questione del centro culturale islamico non aveva creato grande polemica fra i newyorkesi. E' stato quando del progetto se ne sono impossessati personaggi alla Sarah Palin che la questione è esplosa con una violenza senza precedenti.
Jones è un pazzo che predica a quattro fanatici in Florida? Purtroppo no. Purtroppo cattura nel suo fervore le paure e l'ignoranza di un vasto numero di americani che non si curano neanche più di negare d'essere in guerra contro l'Islam. Per anni si è fatto finta che non fosse così ma ormai la bugia non regge più. Come un'onda di riflusso la paura parte da lontano e arriva poi anche nella liberale, progressista e democratica New York dove adesso serpeggia aria di intolleranza.
Chissà se Terry Jones ha ricevuto qualche Corano da bruciare anche dalla Grande Mela.