Sono passati vent'anni dalla fine della dittatura ma il Paese è rimasto ostaggio di due partiti che pensano più al proprio potere che allo sviluppo economico e sociale. Il risultato è uno stallo totale, aggravato dalla crisi economica, dalla corruzione e da dislivelli di reddito spaventosi

Per capire quello che sta accadendo oggi in Albania, bisogna tornare al 1991: quando il Paese uscì da oltre 45 anni di regime dittatoriale, retto prima da Enver Hoxha poi dal suo delfino Ramiz Alia, entrando in quella fase che tutti gli albanesi conoscono come "transizione politica" verso le democrazia, dalla quale purtroppo il paese non è ancora uscito del tutto.

Il primo partito del panorama libero dal regime, è stato il Partito democratico dell'attuale premier Berisha. Quest'ultimo ha guidato il paese fino al 1997, anno del collasso delle finanziarie piramidali alla Madoff che hanno rubato tutti i risparmi degli albanesi, portando il paese sull'orlo del caos. Ci fu una guerra civile, intervenne la comunità internazionale e dopo un primo governo di pacificazione nazionale, il paese fu governato dai socialisti guidati dal leader storico Fatos Nano.

Nel 2005 Berisha, dopo quasi 8 anni di opposizione, rivinse le elezioni.

Dal disastro del '97 a oggi, il Paese ha iniziato a riprendersi a ritmi sostenuti e il paese ha segnato una crescita costante, anche se la forbice tra ricchi e poveri aumenta sempre di più. L'Albania è diventata membro della Nato e dal dicembre 2010 gli albanesi si muovono liberamente in  Europa senza visti.

Nel 2009 ci sono state le elezioni politiche che hanno visto vincitore di nuovo Berisha, grazie all'alleanza con LSI (movimento socialista per l'integrazione) di Ilir Meta, ex premier socialista. L'opposizione è invece guidata dal nuovo leader socialista sindaco di Tirana, Edi Rama, che non le riconosciuto come valide le elezioni denunciando brogli e di fatto non partecipando attivamente alla vita parlamentare del paese.

Così da oltre un anno e mezzo di fatto l'attività legislativa in Albania è bloccata, mentre le opposizioni accusano di corruzione molti membri di governo e lo stesso premier.

A metà gennaio i media hanno pubblicato un video, registrato di nascosto dall'ex ministro dell'economia Dritan Prifti in quota LSI,  in cui pare che il vice primo ministro Meta tratti delle tangenti. Meta si è dimesso dagli incarichi di governo e la magistratura ha aperto un indagine.

Non sono tuttavia mancate anche accuse di corruzione neppure nei confronti di Ram, leader dell'opposizione. Il partito democratico, attraverso suoi esponenti di spicco, ha lanciato accuse nei confronti del sindaco della capitale, sostenendo che prende il 20 per cento di tangenti sulle costruzioni di Tirana, città che agli occhi di chi la visita sembra un cantiere in evoluzione continua.

Per far riconoscere le proprie ragioni, l'opposizione socialista ha iniziato a organizzare, dal principio del 2011, alcune grandi manifestazioni, tutte all'insegna della tranquillità e della calma, senza nessun tipo di incidente. Non ottenendo molti risultati, le opposizioni hanno organizzato anche un presidio fisso dello sciopero della fame davanti al palazzo di governo. C'era anche Marco Pannella in segno di solidarietà.

Lo scontro partitico si è innalzato con l'opposizione che ha invitato le persone a scendere in piazza contro il governo dei corrotti il 21 gennaio a Tirana.  Migliaia di persone sono arrivate in autobus da tutte le province albanesi.

A un certo punto la testa del corteo, dove a differenza di tutte le altre manifestazioni di piazza, mancavano i leader dell'opposizione, ha circondato il palazzo del governo. La polizia ha cominciato a sparare lacrimogeni per disperdere i manifestanti e ha anche utilizzato idranti, che contenevano qualche altra sostanza oltre all'acqua, come hanno sostenuto alcuni manifestanti.

A quel punto da una parte c'era un pezzo di corteo solo, senza nessun rappresentante dell'opposizione che facesse un minimo di servizio d'ordine, e dall'altra la guardia repubblicana che ha cominciato a sparare. Sono morte 3 persone, ne sono rimaste ferite oltre 80 e ci sono stati più di 100 arresti tra i manifestanti.

La procura di Tirana ha emesso 6 ordini d'arresto per altrettanti dirigenti della guardia repubblicana, mentre Berisha ha annunciato che darà quattro mensilità in più ai poliziotti che hanno difeso la sede del governo.

Intanto è scontro reciproco tra Rama e Berisha sulla responsabilità degli incidenti Le opposizioni hanno annunciato altre manifestazioni e lo stesso ha fatto il premier che questo mercoledì ha indetto una manifestazione in suo sostegno.

La comunità internazionale presente a Tirana ha invitato tutti a trovare una sintesi politica attraverso il dialogo.

Gli albanesi invece sembrano in maggioranza stanchi di queste contrapposizioni di trincea, tra due partiti che stanno tenendo in ostaggio un intero paese che ha solo voglia di crescere e guardare al futuro, lasciandosi alle spalle un passato burrascoso. Sentono forte il bisogno di una nuova classe politica e dirigente, che parli un linguaggio democratico e metta in pratica alcune riforme che permetterebbero al paese delle aquile una equità sociale che oggi purtroppo manca.

Ismail Ademi è un giornalista di Albania News residente in Italia. Albania news è l'unico quotidiano on line che tratta di Albania in lingua italiana. In Rete: http://www.albanianews.it/

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