Condanne pesanti a Rovigo per 22 agenti di Ps beccati grazie al Gps: in teoria erano in servizio, invece ronfavano beatamente nelle loro auto, parcheggiate nelle zone più tranquille della città
Come nella commedia di Woody Allen "Il Dormiglione", 22 agenti della Polizia di Stato della questura di Rovigo si era ibernati durante le ore di servizio. Al momento di prendere servizio cadevano in letargo, in un lungo sonno notturno. Forse i sedili delle Volanti non erano comodi letti, ma ci si adattava piuttosto che sorvegliare le strade buie e fredde della città. Intanto, il servizio di pattuglia per le strade di Rovigo era sospeso fino alle luci dell’alba. E non era uno sporadico abbiocco di uno sparuto numero di poliziotti, ma una dormita collettiva durata mesi e mesi, tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008. Tutti assegnati alle Volanti. Il giudice, Mirko Stifano, ha infatti usato la mano pesante: 22 condannati con pene da nove mesi a tre anni e sette mesi. Le accuse vanno dalla truffa al falso in atto pubblico.
Una sola assoluzione, per l’agente in sala operativa che avrebbe, secondo il pm Ciro Savino, coperto due colleghi. Un problema di sicurezza poiché in servizio esterno c’erano 30 agenti e 22 sono stati beccati a dormire. Gli avvocati degli agenti hanno annunciato appello e respingono ogni accusa: i loro assistiti avrebbero solo fatto piccole soste per fare pipì o bere un caffè per tenersi svegli. Pare che gli agenti siano stati incastrati dall’occhio del satellite, cioè spiati con gps delle auto di servizio. Tenevano le radio collegate con la centrale, che registrava con il gps le posizioni delle auto, mentre gli agenti schiacciavano un sonnellino.
E il satellite ha documentato le soste delle auto fuori dalle zone di competenza e rientri immotivati in questura nel cuore della notte. Il gps ha registrato, inoltre, che le Volanti si trovavano in aree cittadini più tranquille, o in un cantiere dell’Anas lungo la statale 16, dove i poliziotti sostavano a volte più di tre ore. Oltre a ciò, nelle schede degli obiettivi controllati non veniva segnato nulla, oppure perlustrati luoghi che non potevano essere raggiunti, poiché l’auto era ferma da tutt’altra parte. Per incastrare i poliziotti dormiglioni sono state utilizzate intercettazioni ambientali e le "cimici" nascoste nelle volanti, che hanno registrato i dialoghi fra gli agenti con gli spostamenti sospetti.
L’inchiesta era partita quasi per caso, da una vicenda che vedeva implicato un poliziotto che avrebbe chiesto soldi per evitare controlli in un locale trasformato in un market della cocaina. L’accusa si rivelò falsa, ma intanto era partita una seconda inchiesta interna alla questura sulle lunghe assenze delle volanti nel pattugliamento della città. Poliziotti che controllavano, dunque, altri poliziotti. Gli agenti condannati sono stati da tempo trasferiti presso altre questure. Non è un fatto nuovo quello di dormire in servizio. Due anni fa furono le Iene a svelare i sonnellini notturni nelle vie di Roma di poliziotti e vigili urbani, dal Vaticano all’ambasciata americana, dal Parlamento alla Fontana di Trevi. Venivano svegliati da Giulio Golia delle Iene che portava ai dormiglioni una Moka piena di caffè.