Da Comune di Roma a Roma Capitale. Una promozione a caro prezzo. Finora è cambiato soltanto il nome, ma per farlo campeggiare sulle fiancate delle auto dei vigili urbani, sulle loro uniformi e persino sulle palette con cui dirigono il traffico sono stati spesi 82 mila euro. Poi sono stati modificate le intestazioni sui documenti di alcuni settori della sterminata burocrazia capitolina. Insomma: 200 mila euro bruciati in un anno, prima ancora che la beatificazione del Campidoglio di Gianni Alemanno venisse ratificata dal governo di Mario Monti. Il sindaco dopo tre anni di tribolata attesa durante l'esecutivo berlusconiano, adesso ha avuto soddisfazione proprio dal primo consiglio dei ministri della compagine tecnica nata all'insegna della lotta agli sprechi.
Sulla carta la Città Eterna avrà poteri più simili a quelli di Parigi o Berlino, ma sulle sue reali competenze per ora resta ancora il rebus. Il sindaco, che sin dalla sua elezione attendeva il provvedimento, ha subito brindato alla vittoria con i suoi assessori, ora però dovrà vedersela con la governatrice Renata Polverini. Dopo la conclusione dell'iter parlamentare sarà lei, spesso ai ferri corti con Alemanno, a dover trasformare il decreto in legge regionale. Per sapere quali saranno i poteri che effettivamente verranno trasferiti dalla Regione Lazio all'amministrazione capitolina, insomma, l'inquilino del Campidoglio dovrà attendere ancora, probabilmente per altri sei mesi.
E non sarà una partita facile.
Anche per la tempesta politica che rischia di accendersi tra i due palazzi del potere romano. La sgretolazione del Pdl potrebbe avere effetti pesanti sui due leader laziali, entrambi provenienti dai ranghi della defunta An. Alemanno si trova senza referenti nazionali per amministrare una metropoli gravata da problemi antichi e quotidiane inefficenza. Davanti alla Polverini si prospetta la dissoluzione della sua maggioranza di riferimento, portandola sempre più vicina al socio di minoraza: l'Udc di Pierferdinando Casini che è stato decisivo per la sua elezione e che adesso guarda al futuro con maggiore serenità.
Ma cosa c'è in ballo? Sulla carta il Campidoglio avrà maggiori poteri in settori cruciali per lo sviluppo della città: turismo, ambiente, beni culturali e protezione civile. Una cessione di poteri che però non entusiasma la Regione Lazio e la Provincia di Roma. La governatrice Polverini dovrebbe rinunciare ad alcune importanti competenze in materia di protezione civile, urbanistica e ambiente. Mentre il presidente Nicola Zingaretti rischia di veder infranto il suo sogno di un'Area Metroplitana estesa al territorio provinciale. Anche lui, infatti, potrebbe dove rinunciare a parte dei suoi già limitati poteri. E anche lui adesso guarda ai nuovi scenari politici cercando di capire come posizionarsi: se puntare a incarichi nazionali o insidiare la poltrona del primo cittadino di centrodestra.
Il Governo tecnico, nell'ultimo giorno utile, ha fatto la sua parte, attuando un provvedimento in linea con la modifica del titolo V della Costituzione. Con Silvio Berlusconi premier invece la riforma era rimasta a prendere polvere nei cassetti per anni, vittima delle continue scaramucce tra Pdl e Lega. Ora che il Carroccio dall'opposizione è tornato a gridare «Roma Ladrona» la palla passa alla politica locale e i giochi saranno tutti interni al Pdl 'de noantri'.
Gli sprechi intanto sono già iniziati. Le opposizioni in Campidoglio stimano che solo per rinnovare il logo da Comune di Roma a Roma Capitale su documenti ufficiali, anagrafici, targhe degli uffici e quant'altro siano usciti dalle casse comunali circa 200 mila euro. A rischio ci sarebbero anche entrate per 50 milioni di euro. A tanto ammontano le multe che potrebbero essere impugnate per via del cambio di nome da Polizia Municipale in Polizia di Roma Capitale. Gli uffici del Giudice di Pace potrebbero essere sommersi da una valanga di ricorsi, secondo alcuni legali le multe sono state comminate da un ente che non esiste. Tant'è che il Campidoglio è corso ai ripari, in questi giorni è al lavoro per un ennesimo cambio di nome: il corpo potrebbe trasformarsi in Polizia locale di Roma Capitale.
Tecnicamente il Comune di Roma non esiste più già da un anno, sostituito il 3 ottobre 2010 da Roma Capitale. Ma in dodici mesi sono cambiate solo alcune denominazioni: il Consiglio comunale si è trasformato in Assemblea capitolina e dalla prossima legislatura dovrebbe scendere da 60 a 48 consiglieri. Un bottino magro rispetto ai toni trionfalistici dei manifesti che hanno tappezzato la città: 'La capitale più grande d'Europa appartiene a te'.
Anche sulle poltrone la politica romana non ha badato a spese. In Campidoglio esistono ben due Commissioni speciali che si occupano di Roma Capitale: una presieduta dal leader de La Destra Francesco Storace, un'altra dal consigliere Udc Francesco Smedile. Una moltiplicazione di poltrone difficile da comprendere in tempi di crisi economica. E in Consiglio regionale non sono stati certo a guardare. L'apposita Commissione speciale, istituita a febbraio, non ha brillato certo per la sua produttività: si è riunita sette volte in nove mesi. Almeno in questo Alemanno e Polverini sono andati a braccetto. Finora.