C'è poco da dire. Quanto a banche, nessuno ti tratta col savoir faire degli svizzeri. Prendiamo Lele Mora. L'agente delle dive, e delle ragazze che vorrebbero studiare ma non hanno i soldi, ha trasferito la residenza in Canton Ticino più di tre anni fa a causa di amarezze con l'erario italiano sfociate in processi per bancarotta, frode fiscale e false fatturazioni.
A chi rivolgersi per aprire un conto corrente? Mora ha iniziato dalla Banca Arner, un istituto molto frequentato dalla famiglia Berlusconi e a da alcuni fra i più stretti collaboratori del premier come Cesare Previti, Ennio Doris, Salvatore Sciascia. Per partire col piede giusto, la Arner ha accreditato a Mora un bonus di entrata di 100 mila euro in riconoscimento dei numerosi e facoltosi clienti procurati alla banca dallo stesso Mora. Oltre al conto in Arner, travolta nel 2008 da un'indagine antimafia della Dda di Palermo, Mora ha aperto altri due rapporti. Uno, mai usato, si trova alla Bpl Suisse. Di nuovo, non una banca qualunque. Dopo essere stata al servizio di Cosa nostra sotto il nome di Fimo e Adamas, la banca è stata acquistata nel 2003 da Gianpiero Fiorani e trasformata nella tesoreria oltre confine della Popolare di Lodi. L'arresto di Fiorani, buon amico di Mora, ha messo fine alle evoluzioni dell'ex Fimo.
Un terzo e ultimo conto di Mora, ancora attivo, è stato aperto presso la Bsi (Banca della Svizzera italiana), istituto rilevato alla fine degli anni Novanta dal gruppo Generali.
Ovviamente, queste informazioni non vengono dai banchieri elvetici, usi a bonificare tacendo. Le ha rivelate lo stesso Mora ai pm Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci nell'interrogatorio del 10 gennaio. Lo stesso in cui ha dichiarato una laurea in Economia e commercio a Bologna e una honoris causa in Scienze delle comunicazioni allo Iulm. Dopo la smentita di entrambe le università, Mora rischia una nuova incriminazione. Da imputato, per legge ha il diritto di dire il falso su tutto salvo che sulle generalità e sui titoli di studio.