Rotondi che parla di «blogghisti e inernettauti». Frattini che si vanta on line di aver stretto la mano a Obama. E poi: la Brambilla, Brunetta, Giovanardi. Insomma: la Gelmini non è la sola a sparare castronerie. Anzi...
L'ultima chicca è stata quella del ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, che martedì scorso, durante un'intervista radiofonica a
'Un giorno da pecora' ha mostrato una conoscenza di Internet tragicomica: per lui infatti la Rete è frequentata da "blogghisti e internettauti".
Solo il giorno prima a fare una figura tremenda era stato il ministro degli esteri, Franco Frattini. che nel suo sito aveva messo, tutto orgoglioso, un
titolo trionfalistico in terza persona ("New York, Obama saluta Frattini", neanche fosse l'incontro di Teano) e presto è stato preso in giro da mezza Italia: il
video dell'incontro infatti mostrava come Obama, dopo una velocissima stretta di mano a Frattini, non si fosse filato per niente il responsabile della Farnesina, rimasto ai margini del capannello a guardare per aria imbarazzato e ad aggiustarsi il ciuffo mentre gli altri parlavano tra loro.
Una performance che ha seguito di pochi giorni la disavventura di un'altra collega di governo, Maria Stella Gelmini, per la storia della costruzione del fantomatico
tunnel dei neutrini che collegherebbe il Cern di Ginevra e il Gran Sasso, annunciata dal ministro Mariastella Gelmini sul sito web del suo ministero: vicenda diventata un
tormentone del web.
Ma queste sono solo le ultime zeppe di un governo che, dal 2008 a oggi, ha fornito spettacoli di ogni tipo: come quando a 'Ballarò', il 3 maggio scorso, Ignazio La Russa ha mostrato di ignorare chi sia il presidente della Bielorussa ("Chi è questo Lukashenko?") o come quando il 30 gennaio 2010 all'Aquila Angelino Alfano, allora ministro della Giustizia, ha proclamato con tono solenne: "Dichiaro aperto l'anno giudiziario" ma è stato prontamente redarguito dal presidente della Corte d'Appello, Giovanni Canzio: "Fino a quando non vi sarà una riforma in tal senso, l'apertura dell'anno giudiziario la dichiara il presidente della Corte".
E via così: di Brunetta si sa che è stato definito
"proprio un cretino" il 17 luglio scorso da Tremonti, durante un convegno, e che il ministro dell'Innovazione non gode neanche di una gran stima da parte del collega Maurizio Sacconi ("Io non lo ascolto nemmeno"). Di Scajola si ricorda sempre la storia della casa "acquistata a sua insaputa", ma si tratta dello stesso Scajola che aveva definito Marco Biagi (ucciso dalle Brigate Rosse) "un rompicoglioni" e – ancora - è lo stesso Scajola che durante l'inaugurazione di una centrale a Civitavecchia ha voluto ricordare a suo modo i due lavoratori deceduti nella costruzione: "Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana si è costruito questa modernissima centrale dove tutto è controllato e tutto è sicuro". Con buona pace dei defunti.
Ma, come si diceva, a fare gaffe è anche Franco Frattini, quello che di mestiere dovrebbe starciattentissimo visto che il capo della diplomazia italiana. Intervenuto nel settembre 2009 a una riunione informale dei capi delle diplomazie europee a Stoccolma, Frattini si è vantato di aver fatto un discorso sull'antisemitismo: "Sono stato l'unico e ne sono fiero". A smentirlo ci hannopensato subito il ministro svedese Carl Bildt e Javier Solana, allora alto rappresentante per la politica estera europea, che ha commentato: "Forse Frattini doveva essere ad un'altra riunione".
Resta poi memorabile, quanto triste, la frase pronunciata da Frattini pochi giorni dopo l'inizio delle attività della Nato in Libia: "Durerà al massimo 3 o 4 settimane, le ipotesi più ottimistiche parlano di pochi giorni". Era aprile: tutt'oggi, fine settembre, le operazioni sono in corso.
E c'è pure, nella 'frattineide' delle gaffe, quella con l'alto commissariato per i rifugiati, quando il minstro ha detto che ci sarebbe stato "un coinvolgimento dell'Unhcr in azioni di prevenzione e contrasto del flusso di migranti provenienti dalla Libia". Secca la risposta dell'organizzazione, che da sempre si impegna proprio per aiutare i rifugiati e i migranti, la quale ha ribadito "la propria contrarietà a ogni azione di respingimento".
Poi ci sono gli altri, i ministri minori. Tipo Maria Vittoria Brambilla, che intervenendo alla conferenza di presentazione dell'ultima edizione del Vinitaly, è stata vista sorseggiare in pubblico Coca Cola. Niente in confronto a quando, nel luglio dell'anno scorso, ha lanciato una campagna per convincere gli italiani a trascorrere le vacanze in patria,
salvo farsi beccare pochi giorni dopo sul lungomare dell'appartamento che aveva affittato per l'estate in Costa Azzurra, oltre confine.
Del resto Maria Vittoria è una che le figure di palta se le va cercare. Dato che il suo ministero ai sensi di legge non esiste (è stato abrogato con un referendum nel 1993 e da allora è un banale Dipartimento della presidenza del consiglio) e dato che lei quindi è 'ministro senza portafoglio con delega al turismo', ha fatto mettere sull'edificio dove lavora con il suo staff una gigantesca
scritta in similoro, che indica ai passanti una notizia fondamentale: "Ministro del turismo". Senza la 'e'.
Poi, naturalmente, c'è la Carfagna: intervistata dal Tg2 (l'8 marzo 2010), il ministro delle pari opportunità ha sfoggiato un'invidiabile conoscenza delle date storiche: "In Italia paghiamo un grande ritardo", ha detto: "Le donne hanno guadagnato il diritto di voto soltanto nel 1960". Non contenta di aver dimenticato che questo invece fu concesso nel 1946, in occasione del referendum tra repubblica e monarchia, la Carfagna continuò sbagliando sia l'anno in cui fu abolito il delitto d'onore si quello della riforma del diritto di famiglia.
Non è più ministro ma è capogruppo del Pdl invece Maurizio Gasparri, quello secondo il quale "con Obama alla Casa Bianca Al Qaeda è più contenta". Nel caso, tempo due minuti e partì una corsa a smentire o a prendere le distanze dalle affermazioni dell'ex An. Ma ci fu chi lo difese: "Maurizio è vittima della sterile critica demagogica di certa sinistra" sostenne coraggiosamente il Pdl Mario Ferrara. Tra l'altro, durante il mandato del presidente americano è stato ucciso Osama bin Laden: in quanto a preveggenza, Gasparri non eccelle.
Inutile poi indulgere troppo su Carlo Giovanardi è uno che di gaffe se ne intende. Il 9 maggio 2009 ha dichiarato che Stefano Cucchi era morto "perché era un drogato". Il 20 settembre 2010 ha sostenuto che nei paesi in cui era stata legalizzata l'adozione per le coppie gay era "esplosa la compravendita di bambini". Poi, quando è stato incaricato di seguire la strage di Ustica del 1980, durante un convegno a Bologna ha esordito dicendo che in quella stessa estate "due aerei sono stati abbattuti da bombe libiche: in Sudan e a Lockerbie". Peccato che Lockerbie avvenne nel 1988 e la strage "in Sudan", che per altro era in Ciad, è del 1989.
Del resto, il vero guru delle gaffe del governo è il capo di tutti loro, il Berlusconi delle
corna al vertice della Ue (2002) e dei
'cucù!' alla Merkel, quello che "Mussolini non ha mai ucciso nessuno, mandava la gente in vacanza al confino" e le vittime del terremoto de L'Aquila "devono prendere questa esperienza come un camping da fine settimana": E, ancora, quello che racconta le
barzellette con bestemmia finale e che ha fatto arrabbiare la Regina Elisabetta chiamando a gran voce Obama. Quello infine che dice
"Romolo e Remolo" e "
Gògol" al posto di Google.
Non è facile poi per Paolo Bonaiuti, che cura la comunicazione di Chigi, cercare di mettere una pezza. Anzi, è un vero casino e a volte la pezza medesima diventa peggiore del buco. Come quando, il 24 marzo scorso, ha fatto pubblicare un
comunicato ufficiale sul sito del governo per far sapere agli italiani che "ieri il premier non ha cantato alcuna canzone a cena". Purissimo cabaret.