Politica
gennaio, 2012

Province, i cantieri dello spreco

Ristrutturazioni milionarie e nuove costosissime costruzioni per le sedi delle giunte. Anche se dal prossimo anno potrebbero essere abolite. Da Nord a Sud si sta scatenando una voglia sfrenata di investire soldi pubblici nel mattone

Le Province potrebbero essere abolite o quantomeno ridimensionate entro il 2013, eppure alcune di loro hanno cantieri aperti per la costruzione di costose nuove sedi. Altre invece hanno terminato da poco ristrutturazioni milionarie. Lavori iniziati nel corso degli ultimi anni, quando il dibattito sull'utilità dell'ente era già avviato.

La dead line è fissata al 31 marzo del prossimo anno, entro quella data il governo dovrà decidere se mantenere in vita le Province e quali funzione assegnargli. Sette giunte scadranno già nel corso del 2012 (Ancona, Belluno, Como, Genova, La Spezia, Ragusa e Vicenza), probabilmente per loro si apriranno le porte del commissariamento. Una sorte analoga potrebbe toccare anche a Parma, dove l'attuale presidente, il democratico Vincenzo Bernazzoli, è dato per favorito sia alle primarie come candidato sindaco del centrosinistra che alle comunali in programma in primavera.

Il più grande tra i cantieri aperti è a Roma, dove il completamento dei lavori è atteso entro il 2012. Ad aprile 2008 Nicola Zingaretti non ha avuto nemmeno il tempo di sedersi sulla poltrona di presidente che già doveva dirimere una questione spinosa. Tre mesi prima il suo predecessore, Enrico Gasbarra (oggi deputato Pd), aveva chiuso il preliminare di acquisto di 59 mila metri quadri all'interno del nuovo grattacielo di 28 piani in costruzione all'Eur. Gli farà compagnia anche il ministero della Salute, che ha in programma di traslocare ai piedi dello stesso edificio. L'unificazione di 11 sedi provinciali distaccate, pensata per razionalizzare il lavoro e risparmiare circa 5 milioni di euro l'anno tra affitti e manutenzione, costerà 263 milioni di euro.

Per finanziare l'operazione la giunta Zingaretti ha varato un piano di dismissione di immobili, per un valore complessivo di 233 milioni di euro. I nuovi uffici ospiteranno 2 mila dipendenti, ma la sede di rappresentanza rimarrà comunque a Palazzo Valentini, in pieno centro storico. Ora che il futuro delle Province è appeso a un filo, la giunta ha avviato una riflessione sul da farsi, ma un eventuale recesso dall'acquisto comporterebbe una penale molto onerosa.

A Monza invece la Provincia esiste solamente dal 2004. Ma in Brianza, si sa, da sempre sono dediti al lavoro. In pochi anni la casta-local ha già modificato lo stemma, dal colore verde leghista. Ora coltiva ben altre ambizioni. A marzo del 2010 sono partiti i cantieri per la costruzione della nuova sede provinciale, su un'area di 85 mila metri quadri poco distante dalla Villa Reale. La struttura ospiterà anche uffici distaccati della Regione Lombardia, la Questura, la Guardia di Finanza ed un polo fieristico e congressuale. Costo dell'operazione 28 milioni di euro. Vista la situazione, con il nuovo anno nel Consiglio provinciale è attesa una discussione su eventuali modifiche da apportare al progetto.

Del resto in Lombardia l'edilizia istituzionale è di casa, come dimostra il nuovo grattacielo di 43 piani realizzato dalla Regione per accorpare tutti i suoi uffici. Anche la Provincia di Lodi, istituita nel 1992, nel corso degli anni ha messo in campo circa 16 milioni di euro per trasformare l'ex convento di San Cristoforo nella sua sede.

Nuovi cantieri potrebbero partire anche a Salerno. Lo scorso giugno la giunta provinciale guidata da Edmondo Cirielli, noto alle cronache per una legge ad personam sulla prescrizione da lui stesso sconfessata, ha bandito la gara d'appalto per la nuova sede. Dodici milioni di euro l'investimento stimato, da finanziare tramite la permuta di Palazzo Regina Margherita a Vietri. Il progetto prevede l'avveniristico recupero di uno scheletro in cemento mai completato alle porte di Salerno, un edificio di proprietà provinciale.

A Treviso invece i lavori sono terminati nel 2009. Memori dei fasti delle ville del Palladio, in Veneto non hanno badato a spese con uno stanziamento di 57 milioni di euro per recuperare i 21 padiglioni dell'ex ospedale psichiatrico di Sant'Artemio. Una piccola reggia dotata di tutti i confort a disposizione dei circa 700 dipendenti, pianificata quando a guidare l'ente c'era l'attuale presidente della Regione Luca Zaia.

Da Nord a Sud negli ultimi anni una voglia sfrenata di investire soldi pubblici nel mattone ha attraversato lo stivale, toccando giunte provinciali di ogni colore politico. Un proliferare di concorsi di idee ha dato alla luce progetti dal design spesso ultramoderno. Per ora sono rimasti solo sulla carta, ad esempio a Bergamo, Bolzano e Lecce. A Bologna e Pisa invece hanno scelto di fermare le macchine poco prima che gli operai iniziassero a lavorare.

Nel capoluogo emiliano, ad inizio dello scorso dicembre, la giunta provinciale ha sospeso la realizzazione di una nuova sede alla Bolognina. Un palazzo da 5 piani, con annesso museo dei trasporti, dal costo stimato di 28 milioni di euro. L'opera è stata congelata dopo la modifica dei criteri di bilancio per gli enti locali, che entreranno in vigore da quest'anno.

All'ombra della torre pendente è andata peggio: la Provincia aveva già acquistato dieci ettari di terreno sui quali voleva costruire la sua nuova casa, pagandoli 4 milioni di euro. Ora che l'ente è a rischio chiusura la giunta è tornata sui suoi passi, ma dovrà valorizzare diversamente l'area per non perdere l'investimento fatto.

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