In media, per assicurare l'automobile spendiamo il doppio che in Francia o in Spagna. Colpa di incidenti e truffe, secondo le compagnie assicurative. Ma, dicono le associazioni dei consumatori, è solo una scusa: basterebbe un'azione anti-frode più incisiva (Fps Media)
Il doppio: ecco quanto paga mediamente un italiano di 40 anni per assicurare la propria automobile rispetto a un francese o a uno spagnolo. In soldoni, poco meno di 500 euro. E se il nostro Carlo Rossi fosse un neo-patentato di 18 anni residente a Milano, la cifra media della sua assicurazione supererebbe di poco i 3.000 euro. Cioè il costo medio di un'automobile usata. Ma perché da noi le polizze auto sono così care? E cosa serve alle assicurazioni per abbassare le tariffe dell'Rc Auto?
Isvap, Ania e le associazioni dei consumatori: sono le tre grandi realtà che si confrontano costantemente per decidere quanto il nostro signor Rossi pagherà a fine anno sull'assicurazione per poter usare la propria automobile, l'Rca (Responsabilità civile autoveicoli o Rc Auto). Quest'ultima è la polizza assicurativa obbligatoria per risarcire eventuali danni cagionati a terzi, in vigore per legge fin dai primi anni Settanta.
L'Isvap (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private), che il governo Monti attraverso la legge 135/12 ha trasformato nella nuovissima Ivass (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni), è l'authority deputata a controllare l'operato delle compagnie assicuratrici e a tutelare i consumatori perché non paghino prezzi folli per le polizze. Insomma, è l'arbitro davanti al quale si scontrano – o si confrontano – periodicamente l'Ania (Associazione nazionale fra le Imprese Assicuratrici) e le diverse associazioni dei consumatori.
«Non si spiega come ad esempio in Germania l’Rc Auto costi il 36% in meno», afferma Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum, «in Francia il 31% in meno, in Spagna addirittura il 50% in meno». Secondo i dati raccolti dall'associazione dei consumatori, la media europea del costo di una polizza Rc Auto annuale è di 230 euro: in Francia il costo è di 248, in Spagna di 207, mentre da noi si attesta sui 480 euro. E dato che in Italia lo stipendio medio è più basso che negli altri due paesi europei menzionati, l'Rc Auto pesa circa il 3% sul reddito annuale (contro l'aggravio dell'1% in Francia e Spagna). Inoltre, il costo di una polizza assicurativa per il proprio autoveicolo diventa pesantissimo quando l'assicurato è giovane e risiede in una grande città come Milano: un ragazzo diciottenne con un'autovettura a benzina di 1300 cc e classe di ingresso 14 Bonus/Malus, paga mediamente 3.046 euro l'anno. Mentre un uomo di 40 anni, nelle stesse condizioni, paga 486 euro.
Sui costi esorbitanti delle polizze italiane rispondono le compagnie assicurative. Come spiega Vittorio Verdone, direttore Auto di Ania, «da noi le polizze sono care perché i costi sono molto alti: basti pensare che le compagnie francesi qui applicano le stesse tariffe degli altri competitor nazionali, anche se in Francia le loro polizze sono molto più economiche. Perché succede? In Italia gli incidenti sono più del doppio rispetto a quelli che avvengono in Francia, nonostante le strade, il numero di veicoli assicurati e altri parametri di riferimento siano molto simili». In effetti, secondo i dati dell'Ania, in Italia l'incidenza generale dei sinistri con danni alla persona (che quindi portano a esborsi maggiori per le assicurazioni) è del 23%, contro il 18% spagnolo e il 10% francese. I cugini d'oltralpe vantano 39,4 milioni di veicoli assicurati, contro i nostri 43,5: il punto delle assicurazioni è che in Francia si registrano mediamente ogni anno 1,7 milioni di sinistri e 200mila feriti, mentre in Italia i sinistri sono 3 milioni e mezzo e i feriti oltre un milione. Risultato? Il costo totale dei sinistri risarciti in Italia ammonta a 14,5 miliardi di euro contro i 6,5 miliardi della Francia. «Ed ecco come si giustifica il fatto che da noi le polizze Rc Auto costino il doppio di quelle francesi», conclude Verdone.
Tanti rimborsi assicurativi, secondo Ania e Adiconsum, dipendono anche dal mal vezzo nostrano delle truffe: le più comuni sono per i micro-incidenti che causano, ad esempio, il ben noto "colpo di frusta". Cosa fare allora per ridurre i costi delle polizze? «Una legge che renda più efficace l'accertamento delle microlesioni in caso di sinistri e quindi il relativo rimborso assicurativo: ed è stata fatta dal governo Monti (la 27/2012, ndr)» prosegue Verdone. «Quindi servono le tabelle di legge sui danni gravi alla persona e un'azione anti-frode più incisiva: più accesso alle informazioni e più tempo per accertare il danno, visto che noi abbiamo dei tempi di rimborso del danno strettissimi, che variano tra i 30 e i 90 giorni, mentre una direttiva europea ha fissato il termine congruo in 3 mesi».
Ma Giordano attacca: «È parzialmente vero che i costi assicurativi italiani dipendano dalle truffe, che certo ci sono. Così come è parzialmente vero che le assicurazioni non abbiano strumenti sufficienti. Infatti, non sempre alle compagnie conviene ridurre la conflittualità con gli assicurati: basti pensare che da anni è attivo il metodo della conciliazione paritetica, che le aziende non hanno mai attuato. Questo permetterebbe di risolvere extra-giudizialmente molte controversie, con un netto risparmio per tutti. E poi, se all'Ania chiedono altri strumenti per gli accertamenti, ribadiamo che noi associazioni dei consumatori siamo pronti a fare fronte comune con loro e pressare il Parlamento perché si agisca: ma ogni volta che abbiamo lanciato iniziative di questo tipo, i nostri interlocutori delle compagnie sono improvvisamente scomparsi».