Il 28 marzo scorso sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio è stato pubblicato il bando di appalto per la costruzione di una nuova ala del Consiglio. Due palazzine da tre piani, più uno interrato: il tutto alla modica cifra di 7.939.360 euro, comprensivi di costi di progettazione. Aggiungendo l'Iva l'importo cresce fino a sforare i 10 milioni di euro.
Ma alla corte di Renata Polverini non si bada a spese e i consiglieri hanno voluto fare le cose in grande stile. Il capitolato del bando specifica infatti che il progetto definitivo dovrà «rispettare inderogabilmente il numero dei vani, riservati ai 48 uffici per i Consiglieri con servizio igienico personale e segreteria annessa». In sostanza: studi per tutti gli eletti con annesso wc privato e scrivania per la segretaria, un privilegio ora concesso solo ai 17 capigruppo.
Come vengono giustificati lavori per un importo così elevato? Un'ala del Consiglio, dove attualmente hanno sede gli uffici del gruppo Udc, è ospitata in un prefabbricato e l'appalto prevede la sua sostituzione con una delle due nuove palazzine. Fin qui nulla di strano. Meno comprensibile il fatto che lo spazio dove adesso lavora un gruppo di 6 consiglieri venga rimpiazzato con ben 48 studi personali, visto che ciascun eletto già dispone di una propria stanza. Una moltiplicazione degna di quella dei pani e dei pesci.

L'area destinata alla realizzazione della prima palazzina è stata recintata da poco, si stima che i lavori vengano ultimati tra circa 4 anni, ovvero durante la prossima consiliatura. Per quella data il numero dei consiglieri potrebbe essere sceso a 50, come previsto dal decreto legge 138/2011, rendendo di fatto inutili le nuove costruzioni. Di più: è prevedibile diminuisca anche il personale del Consiglio, tra blocco del turnover, dimezzamento delle Commissioni dalla cifra record di 19 a 10 (provvedimento allo studio dell'aula) e divieto di costituire monogruppi (ora sono 8). Ogni presidente di Commissione infatti ha diritto ad assumere fino a tre collaboratori, mentre per ciascun gruppo si sale fino a sette.
La scelta di ampliare la struttura non tiene in considerazione nemmeno le indicazioni della finanziaria regionale del 2007, che prevedeva la realizzazione di «uno studio di fattibilità per verificare la possibilità di valorizzare l'Ospedale Forlanini di Roma come sede delle strutture istituzionali e del Consiglio regionale». Ipotesi finita nel dimenticatoio.
Ma ormai operai e betoniere sono di casa nel parlamentino di via della Pisana. Anche la precedente amministrazione, di centrosinistra, si era dedicata all'edilizia istituzionale, costruendo la palazzina destinata agli uffici della presidenza: 5.042 metri quadri su due piani più seminterrato al costo di 6 milioni e 500 mila euro. In totale fanno 32.726 metri quadri di Consiglio, più annesso parco, per i quali nel bilancio di previsione 2011 sono stati stanziati 8 milioni di euro solo di lavori di ristrutturazione e manutenzione. Cifra salita a 10 milioni nel 2012.
Dopo la pubblicazione del bando il capogruppo di Sel, Luigi Nieri, ha preso carta e penna per chiedere al presidente del Consiglio Mario Abbruzzese di stoppare il progetto: «Riteniamo rappresenti una spesa non necessaria, anzi superflua», invitandolo piuttosto ad «una complessiva riorganizzazione della struttura regionale, che comprenda Giunta e società partecipate». La giunta infatti dispone di un'altra sede, ben più vicina al centro città, acquistata nel luglio 2008 durante la presidenza di Piero Marrazzo tramite la cessione alcuni immobili valutati attorno ai 70 milioni di euro. C'è da sperare che anche i 15 assessori della giunta Polverini non vogliano uffici a 5 stelle.