Il Cavaliere batte una per una le tv, invece la sua attività di parlamentare da quando ha lasciato Palazzo Chigi è stata imbarazzante. E mentre venivano prese decisioni importanti, lui era a feste e compleanni (o in Kenya)
Wanted. Silvio Berlusconi appare ovunque, tranne che a Montecitorio. In Parlamento non si vede dal 16 dicembre 2011. Da quando ha passato la mano a Mario Monti, ha infatti partecipato solo a quattro votazioni su 2.271, lo 0,18 per cento del totale. E così dopo aver concesso la sua fiducia al professore ed espresso tre voti sulla manovra Salva-Italia, s'è dileguato.
Trattasi di legittimo impedimento. Tra dieta dimagrante e feste mondane, e poi la grande storia d'amore e persino la squadra del cuore senza più campioni, come faceva a trovare il tempo. Del resto sai che noia quell'ambiente sobrio dove in discussione c'è sempre e solo l'interesse del Paese e non il tuo.
Quando si è «più forti dell'invidia, più forti dell'ingiustizia e più forti della sfortuna» bisogna festeggiare. Se esistono i corrotti senza corruttori e al processo Mills ti prosciolgono per prescrizione, il Milan può pure pareggiare con la Juve, con tanto di gol non visto di Muntari, ma occorre farsi forza, riunire le girls e andare da Giannino. Che importa se a fine febbraio a Palazzo si discute su come liberalizzare il paese. La libertà è altrove. La gieffina Carolina, la pupa Elena e poi Irina, Raffaella, la factotum Maria Rosaria e lei, la consigliera provinciale del Pdl Francesca Pascale, non ancora fidanzata elettorale e ovviamente l'altra, Katarina dal Montenegro.
Silvio è uomo che non conosce fatica e l'otto marzo, giorno in cui alla Camera si vota la fiducia sul decreto Semplificazioni, mentre l'Italia è in allarme per l'arrivo della riforma del mercato del lavoro e scopre che l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori non è più un tabù, riesce persino a volare in terra russa. Si celebra la rielezione alla presidenza dell'amico Vladimir e non può non congratularsi di persona. Per l'occasione cena sulle piste vicino a So?i immortalata con foto in tuta da sci. Bicchiere in mano e sullo sfondo una tensostruttura con la scritta Gazprom, sponsor ufficiale dei futuri Giochi Olimpici e di consolidate amicizie.
E persino davanti al terremoto politico delle amministrative di maggio, con il Pdl che si inabissa nei fortini siciliani di Palermo e Agrigento, Silvio si sacrifica e corre al Cremlino. Tra gli ospiti vip alla cerimonia di insediamento esulta per l'amico che gioca una partita di hockey, entra in campo mentre il suo team è sotto, segna una rete, firma un assist, realizza un rigore. Una gioia, altro che le sconfitte dell'Angelino, senza quid e senza voti. Quando non è preso da inderogabili impegni internazionali, il nostro ha numerose incombenze da svolgere. E' la dura vita da parlamentare.
A giugno tra la prima rata dell'Imu da pagare, l'arrivo di due tecnici in Rai, gli esodati che bloccano le città, il Paese sempre più in crisi, c'è anche il compleanno di Darina Pavlova. Un impegno che lo costringe a non andare il 13 giugno alla Camera a votare sulla corruzione. Danzatrici del ventre, musica arabeggiante, candeline bianche e la festeggiata avvolta in un luccicante abito di pailletes. Per l'amica bulgara Silvio prepara un pacchettino dorato, all'interno una preziosa collana d'oro e brillantini. Una galanteria dovuta per la produttrice di 'Sognando Italia'. E poi ecco prodigarsi in « un autentico atto di eroismo» come ha chiosato Galliani. Il presidente «dice no ai 50 milioni offerti dal Psg per Thiago Silva». Un mese dopo Thiago se ne va suo malgrado, come Ibrahimovic, quelli che «mai e poi mai sarebbero stati venduti».
Un mese intenso per Silvio. Ha fatto jogging alzandosi alle sei del mattino, ha perso ben 5 chili e poi ha partecipato alla festa di compleanno di Catia Polidori. E come se non bastasse ha avvertito che, se ritornerà a governare l'Italia, abolirà l'Imu e chiuderà Equitalia. Tifosi rossoneri comprenderete. Non vi ha preso in giro, aveva da fare. Considerate che non è riuscito nemmeno ad andare alla Camera per votare la riforma del lavoro, il fiscal compact e il decreto sviluppo.
E poi è l'estate in cui gli italiani sono chiamati a scegliere. Da Taranto c'è chi urla con rabbia «se non moriamo di lavoro, moriamo di fame», in Sardegna protestano sotto terra. E Silvio non può restare indifferente. Eccolo atterrare sull'isola. C'è una festa, blindatissima e costosissima a Villa Violina. Canta Sting. Per la sorella di Putin, Lubos Shelomova. Le feste, come si conviene, le consacra tutte.
Il Pdl è allo sbando, l'amico Celeste caduto giù dal Pirellone con tutto il listino, Renata Polverini sfracellata e il futuro del Pdl laziale Fiorito, ma Silvio non si arrende. Il sette ottobre a San Pietroburgo brinda ai sessant'anni dell'amico Volodja, cercando di celare l'invidia davanti al ' Comitato Nazionale 60' che marcia in onore dello 'zar'. A lui tocca salpare con il 'Giornale' a bordo di una nave da crociera. Almeno hanno scelto la 'Divina'.
E tra un volo e una circumnavigazione purtroppo non ce l'ha fatta a raggiungere Montecitorio e a partecipare alle discussioni e alle votazioni su sanità, enti locali e persino la versione finale della corruzione che verrà.
Che l'11 ottobre mentre a Montecitorio si facevano le dichiarazioni di voto su come rivedere il sistema fiscale c'erano le nozze della preferita mezzobusto Susanna Petruni, con l'ingresso in 'società' di Francesca in mise castigata da fidanzatina quasi ufficiale. E ancora danze sfrenate, barzellette, canzoni e cene fino alle quattro del mattino, tutto pur di risollevare le sorti della dolce vita che fu in via Veneto . Come se non bastasse l'impegno profuso si deve anche occupare dello 'Spinaus' che subisce un sequestro «fatto con molto rispetto, quasi con affetto». Il ragionier bancomat, l'uomo che tiene la sua cassa, così amato dalle Olgettine, in cambio di notizie bomba su Fini e Mondadori.
Dopo tanta fatica finalmente un po' di meritato riposo nel resort griffato Briatore a Malindi. Avanti e indietro dalle spiagge keniote. Ma al 'Lion in the sun' è un tour de force: sveglia presto, lunghe passeggiate, menu ferreo. 'Silvio ci manchi'. Ancora un po' di chili da perdere, un po' di lettere d'addio «per amore dell'Italia» da vergare, i lavori del club Billionarie da visionare. Che tanto a Roma stanno discutendo di costi della politica. Abbiate pazienza.
Quando le toghe rosse colpiscono con la condanna in primo grado a quattro anni nel processo Mediaset, un passo di lato e oplà, the Lion is back. Le ragioni d'amore, proprio, ti permettono di superare ogni ostacolo. Eccolo «in campo per vincere». Direttamente da Milanello. Che lui è il «detentore del titolo».
E allora non si può mancare alcun appuntamento. Da Barbarona con la 'ggente che non ce la fa' più', a 'Porta a Porta', a siglare il 'patto del parlamentare' dentro a un plastico, e poi tutte le radio, tutte le trasmissioni, anche quelle locali. Bisogna sacrificarsi per il bene del Paese «sull'orlo del baratro» e andare persino dall'amico Santoro. 'Corri a casa in tutta in fretta, c'è il Biscione che ti aspetta', che per ora a Montecitorio va in onda un programma noioso. Il protagonista non è lui.