Rebirth. Rinascita. Si chiama così il n. 1 della rivista o - leggiamo nel colophon - del Cr Fashion Book, uscito a settembre, e già considerato un cult dal pianeta moda. Cr sta per Carine Roitfeld. Le sue pagine sono un susseguirsi di visioni che raccontano la vita nella sua intensità emotiva, nelle sue forme archetipiche. C'è il servizio "Lucho and Juliet" in cui un Tom Ford fotografo mette in scena tra bare di cristallo, fiori e lenzuola di seta la favola senza lieto fine dell'amore osteggiato. C'è il racconto della vita: dalla nascita alla morte fino alla rinascita, nella realtà dei diversi passaggi. Ci sono donne incinte che indossano la moda del momento senza problemi e ci sono ragazze intente ad accudire un neonato. Bruce Weber fotografa il riscatto, mentre il regista Luca Guadagnino in "Strike" fissa la vitalità dell'alta moda. Anne Hathaway si cimenta nella scrittura parlando di famiglie, aiutata da una bellissima immagine di Nan Goldin. C'è la spiritualità dell'Oriente, ma anche le parole dell'impegno di Amma-Mata. Ci sono le parole del grande Bruce Sterling. Ci sono Karl Lagerfield, Jean-Baptiste Mondino ma anche Pier Paolo Ferrari a fare a pezzi il corpo femminile e Jamie Morgan con "High on Rebellion" dove "A modern heroine seeks peace, love, unity and respect".
Carine Roitfeld è già stata leggendario direttore di "Vogue France", musa di Tom Ford e molto altro. L'elenco che si dovrebbe fare per raccontarla è lunghissimo e sembrerebbe sempre di aver dimenticato qualcosa. "Edgy, provocative, image-maker, stylist", così la didascalia che accompagna il suo ritratto in sottoveste nera con il pizzo, quelle che si portavano una volta, che racconta il suo progetto con Mac cosmetics, che già si era affidata per comunicarsi ai lavori della star dell'arte americana Cindy Sherman e ora cede alla allure audace di Carine e la declina nell'edizione limitata della sua personale make-up palette. Fotografata in black and white da Mario Sorrenti, perché anche lo smoky eye e le nude lip, che sono il trucco del momento, appartengono da sempre alla sua immagine. Sono la sua signature. Anzi lei precisa che dopo essersi truccate bisognerebbe fare un bagno caldo per dare al trucco un'aria vissuta, oppure - contrariamente a quanto ci dicono sempre consiglia di andare a letto truccate per avere la mattina dopo gli occhi con il trucco sbavato. Ed essere provocatorie al punto giusto.
"Irriverent" è il titolo del librone dedicato a lei e da lei fatto insieme a Olivier Zahm, direttore della rivista cult "Purple", pubblicato da Rizzoli International nel 2011, dopo la sua uscita da "Vogue France". Dirigeva la rivista della Condè Nast da dieci anni. «Dieci anni (2001-2011) sono un lungo periodo per stare a capo di una rivista. È terminato un ciclo». Siamo sicuri che le sue colleghe, Anna e Franca, che dirigono rispettivamente "Vogue America" e "Vogue Italia" dalla fine degli anni Ottanta, la pensano in modo opposto. Comunque, queste le frasi ricorrenti a commentare le sue dimissioni. Poi naturalmente la verità può cambiare a seconda di chi racconta la storia. Troppo provocatorie, appunto, le foto uscite sul numero di "Vogue France" di dicembre con bambini truccati e agghindati come adulti, ma ricordiamo che nello stesso numero c'erano anche coppie formate da donne e uomini avanti con gli anni che, mostrando senza imbarazzo i corpi segnati dal tempo, erano fotografati in abbracci pornografici. Troppo lo spazio dedicato all'amico di sempre Tom Ford. D'altronde loro due, insieme a un altro grande amico, il fotografo Mario Testino, hanno dato immagine indimenticabile alla donna degli anni Novanta, firmata Gucci. Icastica, consapevole del potere della seduzione e pronta ad usarlo senza tanti giri di parole.
Carine è una donna tosta che non ha paura di rimettersi in gioco, anzi. Le sfide la eccitano e la divertono. Ama il rischio. E probabilmente sa molto bene che per cambiare e rinascere è necessaria qualche sconfitta. Le sconfitte, ci insegnano i motivational coach, possono essere un grande motore di rinnovamento. «Guardare sempre all'avanguardia, essere un po' indecente, ma sempre chic»: questo è il motto di Roitfeld, nata a Parigi nel 1954, da padre russo e madre francese, sposata da trent'anni, ma senza matrimonio con Christian Restoin, detto Sisley (a lui è dedicato Irriverent), «perché il mio cuore appartiene a mio padre». Due figli, Vladimir e Julie. Tutti insieme formano un clan, la definizione è sua, fotografato, ammirato, invidiato. Tutti sexy e bellissimi, con i due ragazzi Restoin-Roitfeld a esibire quello sguardo ipnotico ereditato dalla madre. Così simile a quello di una grande icona del passato, anche lei amatissima dalla moda, come la Marchesa Luisa Casati. La Marchesa Casati voleva essere "Opera d'arte vivente". Carine, invece, vuole poter sempre essere se stessa, e non vuole rinunciare a niente di quello che lei ritiene importante, sia nel lavoro che nella vita. Per questo ci piace e la troviamo una formidabile interprete del nostro tempo, non solo una protagonista apripista del fashion system contemporaneo.
Lei è interprete dei mutamenti che hanno cambiato il mondo della moda negli ultimi anni. Se un tempo "top fashion e image-makers" come Carine Roitfeld rimanevano dietro le quinte a lavorare con fotografi e art director, oggi sono diventate esse stesse immagini viventi della moda. Sempre al centro dell'attenzione, fotografate e imitate. Lavorano, come consulenti, per le collezioni e le sfilate, ormai parte integrante e volano dell'industria della moda, ma anche del suo immaginario. Il suo stile è unico e difficilmente replicabile, se non si ha il suo fisico da modella (lo è stata giovanissima) e la sua presenza. E quella faccia alla Iggy Pop con i capelli spioventi a coprire mezzo volto e le rughe portate con orgoglio, a dimostrazione che spesso si vive meglio nella seconda parte della propria vita che nella prima. Non è vestita come il catalogo delle collezioni esposte nelle vetrine, alla ricerca dell'uscita a effetto, come Anna Dello Russo. Mescola oggetti diversi combinando pezzi maschili e femminili. «È una cosa molto francese», spiega: «Sexy. A me non piace creare abiti, ma spingerli fino al limite delle proprie possibilità».
Carine Roitfeld ha una sua divisa fatta di gonne a fiammifero, camicette, maglie aderenti, scarpe, sandali e stivali memorabili nel loro tacco dodici e il più delle volte completati da lacci che segnano le bellissime gambe. Abiti da sera super sexy. Tutto declinato nei colori, nero, beige e anche bianco. E non ha problemi a mostrarsi nuda. Famosa è una sua foto in slip ridottissimi e scarpe bianche tacco killer, davanti al suo armadio guardaroba. Un cappello da ufficiale nazista, come quello che indossava Dirk Bogarde ne "Il portiere di notte" di Liliana Cavani a citare un suo film feticcio. Sempre pronta a scandalizzare quella borghesia che lei conosce bene, ma ancorata a certi valori: quelli che le permettono di non avere rimpianti e non indugiare in nostalgie canaglie. Rinascere ogni giorno.
Nell'editoriale di Cr, accanto alla foto della figlia Julie incinta, scrive: «La moda è un'industria creata sull'entusiasmo e l'energia dei giovani, e Cr è il giornale in cui vedrete in anteprima i nuovi talenti. Ho voluto questo magazine come uno Who'swho della prossima generazione e un omaggio alle leggende del fashion. Creato con humour, gioia, grazia, e sempre un tocco di irriverenza».
La stessa che metterà per la nuova sfida cui è chiamata: è stata nominata Global Fashion Director di Harper's Bazaar, la testata dove un'altra leggendaria icona della moda, Diana Vreeland, aveva iniziato la sua carriera, lasciando un segno rivoluzionario.