Età media più alta delle Camere, tanti assenteisti cronici, scarsa attività parlamentare e quasi solo uomini. Il partito dell'ex delfino di Silvio Berlusconi di "nuovo" ha soltanto il nome. Il nostro identikit

Hanno sfidato i falchi, il metodo Boffo e le accuse di tradimento e “poltronismo” per dire addio al caro leader e sostenere il governo Letta. Eppure di loro, salvo qualche volto noto, non si sa quasi nulla. Ma chi sono i 59 parlamentari (29 deputati e 30 senatori) che si sono separati dal Cavaliere? Cosa hanno fatto finora fra gli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama? Ma soprattutto, che storia (anche giudiziaria) hanno? Sono davvero “diversamente berlusconiani” sotto il profilo dei loro rapporti con la giustizia? Esaminando gli archivi e i dati elaborati da Openpolis, l’Espresso ha fatto una radiografia del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. Questi i risultati.

USATO GARANTITO
Quanto c’è di nuovo in questa composita pattuglia di neo-responsabili? Ben poco, almeno a giudicare dalla carriera parlamentare: appena 16 sono dei novizi, mentre 13 sono al loro secondo quinquennio. Tutti gli altri, ovvero la metà, sono almeno alla loro terza legislatura. Con casi limite di politici navigati arrivati a Palazzo quando il Cavaliere era ancora un semplice imprenditore. È il caso del senatore Francesco Colucci, entrato alla Camera col Psi nel lontano 1972, a 40 anni, Fabrizio Cicchitto (1976) e Maurizio Sacconi (1979), all’epoca giovane socialista di appena 29 anni. Oggi pochi ricordano che Roberto Formigoni, che prima di guidare per quasi due decenni il Pirellone, fu eletto per la prima volta alla Camera con la Dc nel 1987. Risale invece al 1992 lo sbarco in Parlamento di Carlo Giovanardi, sempre con lo scudo crociato. Il senatore Antonio D’Alì, oggi assai critico con Silvio Berlusconi, varcò il portone di Palazzo Madama proprio grazie alla vittoria del 27 marzo 1994. Due anni, nel 1996, dopo toccò a Renato Schifani e Antonio Azzollini.

A TUTTO SUD
Nuovo centrodestra può dirsi a tutti gli effetti un partito a “trazione meridionale”. Inevitabile, visto il ruolo propulsivo di Angelino Alfano. Sono ben 15 i parlamentari siciliani: oltre al leader, Antonino Bosco, Giuseppe Castiglione, Vincenzo Garofalo, Antonino Minardo, Dore Misuraca e Alessandro Pagano alla Camera e Antonio D’Alì, Marcello Gualdani, Bruno Mancuso, Giuseppe Marinello, Pippo Pagano, Renato Schifani, Salvatore Torrisi e Simona Vicari al Senato.

Determinante è stata anche l’adesione al progetto del governatore Giuseppe Scopelliti. I calabresi non a caso sono i più numerosi dopo i siculi (otto) e diversi hanno fatto parte proprio della giunta Scopelliti o dal Consiglio regionale reggino: Dorina Bianchi, Rosanna Scopelliti, Pietro Aiello, Giovanni Bilardi, Antonio Caridi, Vincenzo D'Ascola, Antonio Gentile e Paolo Naccarato.

Altro nucleo duro di Ncd è la pattuglia lombarda (per lo più di provenienza ciellina), capitanata da Roberto Formigoni e Maurizio Lupi, che conta sette parlamentari. Uno in più del gruppo dei “romani”, divisi equamente fra ex forzisti (Beatrice Lorenzin, Fabrizio Cicchitto, Gianfranco Sammarco) ed ex An (Andrea Augello, Barbara Saltamartini, Vincenzo Piso).

UOMINI E MATURI
Se il Popolo della libertà non era certo un partito per donne, Nuovo centrodestra non sembra fare di meglio. Anzi. Sono appena 9 le parlamentari che hanno seguito Angelino Alfano, il 15% del totale. Perfino peggio del vecchio Pdl e di Forza Italia (dove sono il 22%) e appena meglio del fanalino di coda rappresentato dalla Lega (14%). Non va meglio col dato anagrafico: Ncd è il gruppo più vecchio per età media in entrambe le Camere: 51 anni fra i deputati e 58 fra i senatori. Anche in questo caso, peggio di Forza Italia e del Pdl, dove l’età media era rispettivamente di 50 e 57 anni.

CHI LI HA VISTI?
I parlamentari di Nuovo centrodestra non sembrano neppure spiccare per assiduità. In entrambi i rami del Parlamento gli alfaniani sono agli ultimi posti della classifica delle presenze stilata da Openpolis. Peggio fanno solo i deputati di Fratelli d’Italia e i senatori del gruppo Misto e di Scelta civica. Va tuttavia riconosciuto che i dieci parlamentari al governo (cinque ministri, un vice ministro e quattro sottosegretari) abbassano significativamente la media. E che alcuni si distinguono per assoluta diligenza, come i senatori Marcello Gualdani, Paolo Naccarato, e Salvo Torrisi presenti a oltre il 95% delle sedute. All’estremo opposto Fabrizio Cicchitto (12%) e Antonio Leone (19%).

Le Presenze alla Camera: classifica dei Gruppi


Le Presenze al Senato: classifica dei Gruppi


ATTIVITÀ LEGISLATIVA
Guardando al lavoro “concreto”, però, la musica non cambia sensibilmente. E può così accadere che ci sia chi, in nove mesi, non abbia ancora trovato il tempo per presentare come primo firmatario nemmeno una proposta di legge, una mozione o un emendamento. Come il senatore Guido Viceconte e i deputati Fabrizio Cicchitto, Filippo Piccone e Vincenzo Piso. Non brillano neppure i deputati Paolo Alli (1 mozione), Antonio Leone e Dore Misuraca (1 emendamento a testa) e il senatore Vincenzo D’Ascola (2 emendamenti).

Incredibilmente questa “sindrome” interessa perfino esponenti dell’esecutivo. È il caso del ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, che finora ha firmato solo disegni di legge di altri colleghi di Palazzo Chigi. Forse inevitabile, visto che non ha alcuna competenza in materia, come le venne rinfacciato all’atto della nomina. L’ex coordinatrice dei giovani di Forza Italia è a ogni modo in buona compagnia: nemmeno il viceministro all’Economia Luigi Casero e il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione hanno presentato alcunché finora.

Non manca comunque chi si dà da fare. La deputata calabrese Dorina Bianchi, ad esempio, da sola ha presentato 25 proposte di legge, Raffaello Vignali 15 e il senatore Giuseppe Marinello 18, cui vanno aggiunti anche 98 emendamenti.

Nuovo Centrodestra, l'identikit dei parlamentari