Dieci nuovi contratti tra cui uno per la nuora dell'amministratore delegato Franco D'Ercole, ex consigliere Pdl. Che si difende: 'E' una coincidenza: tra lei e mio figlio è stato un colpo di fulmine. Ma dopo il concorso'
L’infornata è avvenuta subito dopo l’estate. Dieci assunzioni a tempo determinato in una società pubblica: dodici mesi, più un altro anno di proroga. Una manna, in un periodo in cui le aziende chiudono, i giovani vanno via e Napoli resta col suo tasso di disoccupazione al 22 per cento. È per questo che alla Soresa, una Spa della Regione Campania, un anno fa erano arrivati ben 150 curricula per quella selezione di personale, nonostante il bando pubblico fosse stato aperto e chiuso in soli quindici giorni. (
IL VERBALE)
Tra questi, c’era pure quello di
Susanna Puopolo, una delle dieci persone poi regolarmente assunte con tanto di firma dell’Amministratore Delegato in calce al suo contratto, Franco D’Ercole, che incidentalmente è pure suo suocero. Ex consigliere regionale del PDL trombato alle ultime elezioni regionali nel 2010, D’Ercole era stato sistemato praticamente subito nel Consiglio di Amministrazione della società regionale nata per gestire la delicata partita del debito sanitario in Campania e oggi utilizzata come centrale acquisti.
A marzo di quest’anno per D’Ercole arriva la promozione al vertice. Poche settimane dopo si sfoga sul suo profilo Facebook: «Mi sono stancato di sentire i nostri governanti ripetere continuamente che la priorità è il lavoro. Ma quando passeranno dagli annunci ai fatti?».
Così, nell’ultima seduta del CdA prima delle vacanze estive, è lui stesso a far mettere a verbale l’imbarazzante coincidenza: «L’Amministratore Delegato informa di aver appreso che tra le risorse che saranno assunte dalla Società è presente la Sig.ra Susanna Puopolo che, successivamente alla conclusione della selezione di personale svolta fino a luglio 2012, è entrata a far parte della Sua famiglia sposando il figlio». D’Ercole precisa pure che «la candidata all’epoca delle selezioni non aveva alcun legame con la Sua famiglia». E a chi gli ha chiesto spiegazioni ha detto che tra la neoassunta e suo figlio è stato colpo di fulmine: si sono innamorati e sposati nel giro di tre mesi, giusto il tempo tra la fine della selezione e la cerimonia nuziale.
Messa così, sembra una favola d’altri tempi che, però, rischia di costar caro a D’Ercole, suocero a sua insaputa, di cui già qualcuno chiede la testa. Per un nome, quello della Puopolo, che salta fuori, ce ne sono altri nove su cui resta alto il riserbo. Eppure, indiscrezioni parlano di altri congiunti e collaboratori di politici e amministratori, di maggioranza e di opposizione. Un’infornata bipartisan, dieci nuove assunzioni, in una società pubblica che al 31 dicembre 2011 aveva in organico 87 persone impiegate oltre a una decina di persone tra ruoli di comando e consulenze varie.
Una struttura-monstre nata nel 2005, quando Governatore della Campania era Antonio Bassolino, per sanare i bilanci disastrati della sanità regionale e che oggi, dopo il commissariamento da parte del Governo, si concentra sugli acquisti per Asl e Ospedali: quasi 700 milioni di euro gestiti nel solo 2011, ultimo bilancio reso pubblico. È lì che viene spiegato come la struttura nata per ridurre il debito sanitario e far risparmiare soldi preziosi per l’assistenza ai cittadini, costi ogni anno 4 milioni e mezzo di euro alla Regione Campania per il suo funzionamento, più un altro milione e mezzo di personale ASL “prestato” alla Soresa.
E come vengono spese queste risorse? Per il Consiglio di Amministrazione sono 140 mila euro all’anno solo di compensi, senza contare gettoni di presenza e spese. Altri 95 mila euro per il collegio sindacale e il revisore dei conti. Le consulenze esterne costano quasi quanto il CdA: 136.500 euro.
L’affitto della sede vale 231.000 euro, incluse le spese condominiali. Oltre mezzo milione di euro se ne va in “collaborazioni professionali”, altri 850 mila euro per “collaborazioni a progetto” e 1.339.000 per “costi per il personale”. Il tutto, mentre la Campania resta il fanalino di coda per la qualità e l'efficienza delle prestazioni sanitarie erogate e le vicende di Soresa continuano a finire sotto la lente di ingrandimento delle Procure, quella ordinaria e quella contabile.
La prima grande inchiesta, riguarda la ristrutturazione del debito voluta da Bassolino nel 2005, quando c’erano circa 7 miliardi di buco certificati. Viene messa in piedi una grande operazione di cartolarizzazione di crediti per 3 miliardi di euro: così finisce che il debito resta e, insieme a questo, un mutuo trentennale a carico dei cittadini. Per quella operazione, il ruolo di advisor va a una società costituita appena sette mesi prima con un capitale sociale da 10 mila euro: ci sono in ballo 40 milioni di euro per commissioni.
Non va meglio l’avventura di Soresa per gli acquisti di grandi attrezzature: finiscono in Procura le gare per l’acquisto di 22 TAC - uscite di produzione 8 mesi dopo l’assegnazione – e di 9 risonanze magnetiche, al Consiglio di Stato quelle per le attrezzature per la digitalizzazione degli archivi radiologici. Gare per decine di milioni di euro, aggiudicate quasi sempre alla stessa società: la G.E. Medical System Italia Spa. Coincidenze, come quella che rischia di travolgere l’Amministratore Delegato. E, con lui, l’intero sistema Sore