Il professor Lucio Lucchin, presidente dell'Associazione dietetica e di nutrizione clinica italiana: "Ma quale primato positivo, siamo solo più ingenui. L'ecceso di vitamina A può causare problemi al fegato o aumentare il rischio tumori"
“Ma quale primato positivo? Siamo i più ingenui, noi italiani”. Il professor Lucio Lucchin, presidente dell'Associazione dietetica e di nutrizione clinica italiana (ADI), taglia corto. “Molte persone si riempiono di vitamine e integratori, perché tanto male non fanno. Così si sente dire, no? Ma non è affatto vero. L'eccesso d'assunzione di vitamina A può causare problemi al fegato e addirittura aumentare il rischio d'insorgenza di determinati tumori. Le vitamine liposolubili presentano diversi rischi. La vitamina C, se assunta oltre la dose terapeutica, semplicemente non serve a nulla perché viene espulsa con l'urina. E potrei continuare a lungo”.
Ma allora...“Allora, quello della cosiddetta diet industry è un business enorme, una branca altamente remunerativa di Big Pharma; anche perché - come noto - questi prodotti sono spesso molto costosi. Guardi le case produttrici: i colossi del settore farmaceutico ci sono tutti. Ma poi sarà un caso, secondo lei, se le dieci diete più praticate al mondo non sono proposte da medici?”
Perché il mercato fiorisce in Italia?“Devo proprio dirlo? Perché siamo piuttosto creduloni. In tempo di crisi, poi, c'è gente che non va dallo specialista perché costa, ma si affida allo stregone di turno. Ma potremmo parlare anche di cosa sono diventate le farmacie, supermercati dove ormai ti vendono di tutto, cure miracolose comprese. Ecco, questa confusione generale certo non aiuta”.
Eppure, vitamine e integratori servirebbero, eccome...“Certo. Ma laddove servono, non vengono fornite”.
Cioè?“Siamo il Paese con l'età media più alta del mondo, e tra i primi dieci Paesi più longevi, ovvero dove si vive più a lungo. Ma siamo anche una società ipocrita, che non affronta il nodo centrale di questa problematica. La cronicità”.
Cosa intende?“Vivremo sempre più a lungo, ma a che prezzo? L'allungamento della vita media e l'incremento delle patologie croniche che ci affliggeranno, specie dopo i 70 anni, torneranno a incrociarsi tra non molti anni”.
E cosa accadrà?“Che la vita media tornerà ad accorciarsi. Secondo uno studio di epidemiologi americani, accadrà già alla generazione dei nostri figli. Quelli nati tra il 1995 e il 1999, grosso modo”.
Nel frattempo?“Dal 2004, la qualità della cosiddetta vita attiva è precipitata. Sopra i 70 anni ormai arrivano quasi tutti, ma a che prezzo? La quarta età graverà sempre più sull'economia delle nazioni. Ecco, di tutto questo non se ne parla. Ma ci preoccupiamo invece delle “pilloline”, colorate e magiche. In realtà, la nutrizione è la benzina del nostro corpo, il primo aspetto di una sana prevenzione. E qui sta il nodo”.
Può spiegarsi?“Il nostro sistema sanitario, ma anche quello universitario, è strutturato sull'acuzie, non sulla cronicità. E' un approccio completamente diverso. Vitamine e integratori ci servirebbero per curare i nostri anziani, ma non abbiamo una cultura medica in questo senso. Servirebbero sempre di più anche in questo mondo multietnico, con i nuovi cittadini che provengono da Paesi con un'alimentazione molto diversa dalla nostra, spesso carente”.
E invece...“Invece i “pilloloni” vengono venduti online o in negozi da personale quasi sempre impreparato, a clienti fai-da-te che si credono espertissimi. Di nutrizione parlano tutti e negli ospedali i servizi specialistici sono rari. Eppure, siamo una delle tre nazioni europee che possiedono una Scuola di specializzazione medica in Scienza dell'alimentazione”.
Chi sono i clienti?“Pensi a tutto il mondo dello sport amatoriale, provi a parlare con i ciclisti ad esempio: i principali consumatori di integratori di sali minerali sono loro. Oppure si faccia un giro in palestra, con un mercato delle proteine che è spaventoso”.