Nonostante la spending review il governo ha ripristinato i fondi per le testate italiane nel mondo. Con tanti i soldi pubblici ma poche regole. Il risultato? Fatture false e tirature gonfiate per intascare di più
Fatture false per intascare il contributo pubblico e un giornale edito in Quebec trasferito alla moglie dopo aver raggiunto lo scranno di Palazzo Madama. Sono queste le accuse mosse a Basilio Giordano calabrese di Frascineto, già senatore del Popolo della Libertà, pronto a farsi rieleggere all'estero, nel collegio Nord e Centro America.
Giornalista ed imprenditore dall'intensa attività parlamentare, ha all'attivo, nella precedente legislatura, proposte di legge di grande respiro, tra cui quella di aumentare da 2 a 4 milioni di euro i contributi per l'informazione italiana all'estero. E nel nuovo programma in 10 punti per le elezioni 2013, non poteva mancare il suo cavallo di battaglia: 'potenziare le risorse a favore della stampa italiana all'estero'.
Del resto dinnanzi al 'ruolo insostituibile della stampa italiana all'estero' anche la sobrietà del governo dei tecnici ha ceduto.
Lo scorso luglio, nonostante la spending review, hanno scelto di ripristinare i fondi a favore dell'editoria per le comunità italiane nel mondo. Per 'ricreare attraverso la parola scritta, il senso della comunità di origine' i soldi pubblici non mancano. Che importa se la promozione dell'italianità avviene spesso con poche regole e trasparenza. L'unica che vale è che più si stampa più si incassa.
Giordano, uno dei soci costituenti della Fondazione Italiani nel Mondo, quella tanto voluta da Sergio De Gregorio, il senatore Pdl che vanta un buon curriculum in editoria e affari con sodalizio di Valter Lavitola, era l'editore del settimanale 'Il cittadino canadese' e del mensile 'La Voce di Montreal'. Testate riconosciute come bene pubblico, tanto da ricevere solo dal 2004 al 2007 contributi per oltre 360mila euro. Soldi dati in base alla tiratura. Ma si sa, anche stampare ha un costo e così, secondo Giovanni Rapanà, Consigliere del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero in Canada, 'Il Cittadino Canadese' avrebbe preferito dichiarare alla Presidenza del Consiglio di aver stampato più copie di quanto fatto in realtà.
Il 7 gennaio 2009 spunta, secondo l'esposto presentato da Rapanà alla Procura della Repubblica di Roma e ora spostato a quella di Castrovillari in Calabria, una fattura falsa. La tipografia 'Les Presses du Flueve' emette una fattura per 8.500 copie stampate, ma per lo stesso periodo 'Il Cittadino Canadese' presenta al Dipartimento dell'Editoria una fattura per 25 mila copie. Il 14 gennaio 2009 la stessa moltiplicazione delle copie si ripete. Miracoli a cui si fa presto abitudine. Nel 2007 Giordano fu infatti citato in tribunale per diffamazione di una esponente dell'Assemblea Nazionale del Quebec. Nel corso dell'interrogatorio il Giudice gli chiese quante copie aveva stampato nell'aprile 2007 e lui candidamente rispose « 12-13 mila».
E dire che per lo stesso periodo ne aveva dichiarate alla Presidenza del Consiglio ben 31 mila e 500. Tanto da ottenere oltre 115 mila euro in contributi.
«Non sono al corrente di nulla. Sono meravigliato» replica Giordano. E ancora « Mai sentita una cosa del genere. Non so proprio di cosa si parli». E dire che quando 'Italiachiamaitalia.it', quotidiano online dedicato agli italiani all'estero e seguito in tutto il mondo, ha pubblicato la notizia dell'esposto di Rapanà sulla truffa e le false fatture, Giordano ha persino chiamato il direttore.
E come se non bastasse l'esposto per falsa fatturazione, il senatore vanta un ricorso in Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato depositato da Augusto Sorriso, primo dei non eletti, che sostiene di avere inconfutabili prove della sua ineleggibilità. Una situazione non nuova ai senatori della Fondazione.
Nicola Di Girolamo fu accusato di mancare dei requisiti per essere eletto per un cambio di residenza all'estero all'ultimo minuto, salvo poi finire in guai giudiziari più seri con tanto di riciclaggio di capitali della 'ndrangheta e voti di scambio. Nel caso di Giordano, secondo Sorriso, la questione è l'editoria. In quanto editore di giornali sussidiati dallo Stato non avrebbe infatti potuto essere eletto senatore. Del resto Giordano lo sapeva così bene da cedere le sue attività alla moglie Antonina e al fratello Marco Vittorio. «L'ho fatto più di 40 giorni prima, secondo le regole». Solo che secondo le carte presentate nel ricorso la cessione delle sue quote è avvenuta il 14 maggio 2008, ad elezioni avvenute. Colpa dell'avvocato a cui aveva dato mandato ben prima. Eppure il 25 aprile 2008 sulla homepage de 'Il Cittadino Canadese' posa in bella mostra fregiandosi dell'essere editore dal 1986.
Quel ricorso giace in Giunta dal maggio 2008. Nonostante Sorriso abbia sollecitato più volte l'allora presidente Marco Follini per porre all'ordine del giorno la questione, dopo oltre quattro anni, nessuno se ne è occupato. Del resto anche questa è promozione dell'italianità.