Giorni e giorni di chat, il rapido traguardo verso l'appellativo 'tesoro' che poi diventa quasi subito “amore”, fino al fatidico «vediamoci, ti desidero». Amore ai tempi di Internet? No, lui ha 33 anni e lei solo 11.
O almeno, è quello che lui crede. A chattare con un pedofilo per settimane c'era in realtà Nikita, 22 anni, una dei tanti 'adescatori' di una popolare pagina Facebook (oltre 200 mila fan) chiamata, col massimo della prosaicità possibile, “Io odio i maniaci di merda”. Nikita era una ragazza tampinata dai molestatori che, su Internet, non lasciavano in pace né lei, né sua sorella. Ha iniziato a scattare screenshot di quelle conversazioni e a mandarle alla pagina. Una via l'altra, un giorno gli admin l'hanno sottoposta a un test, per essere sicuri che non volesse infiltrarsi nella pagina per minarla dall'interno, e l'hanno ammessa in quella che chiamano «la squadra».
«Dobbiamo essere cauti. Siamo bersagliati da segnalazioni e minacce di chi pretende che lo screenshot di cui è protagonista venga rimosso», racconta Paolo (un nome di fantasia quanto Nikita) uno dei due fondatori della pagina. «Ma la squadra comprende esperti di ogni campo, necessari alla conduzione regolare del lavoro. Io ad esempio, sono esperto in giurisprudenza informatica e so fino a dove possiamo spingerci per rimanere nella legalità in quello che facciamo».
È uno sporco lavoro, ma nessuno era obbligato a farlo. «Infatti la pagina è nata soprattutto a scopo ludico», racconta ancora. «La causa scatenante sono state le insistenti molestie subite da una ragazzina dche conosciamo, così turpi da generare quel nome della pagina così aggressivo. Così abbiamo pensato di divertirci e far divertire la gente alle spalle degli stupidi che non sanno come si trattano le donne. Poi, la faccenda ha cominciata a crescere e ci siamo ritrovati per le mani anche cose come queste».
Le “cose come queste” sono i contatti con uomini che agganciano bambini, che riempiono i loro profili delle loro immagini e danno loro appuntamenti. Gli era capitato già tempo fa con un utente chiamato 'Musica e Canto', un tizio che girava candidamente per i social network chiedendo, senza alcuna precauzione, che gli venissero regalate foto di sederini di bambino. «Mi piacciono perché sono morbidi e lisci, a volte penso di infilarci qualcosa dentro», confessava a chiunque. Quelli di 'Io odio i maniaci' hanno pubblicato le sue conversazioni, ma stavolta non è stato per farsi quattro risate. «Ci sembrava incredibile che nonostante le segnalazioni e le denunce alla Polizia Postale, il suo profilo rimanesse lì. Abbiamo pensato che rendendolo famoso sarebbe successo qualcosa. Invece, niente».
Alla fine, a Paolo & co sono giunte voci di corridoio (non verificabili) secondo cui Musica e Canto sarebbe stato preso per mano da qualcuno, forse un parente, per iniziare una terapia. «In fondo, si trattava di un malato di mente, era troppo poco malizioso nel modo di agire».
Non sembra altrettanto ingenuo Nicola, il 33enne che, nel giro di qualche giorno, convinto di chattare con un'undicenne («Gli ho mandato le foto di Emma Watson da bambina, la Ermione di Harry Potter, e non se n'è accorto», racconta Nikita), ha chiesto di diventare il suo ragazzo segreto, di mandarle una foto nuda, di non dire mai ai genitori quanti anni ha il suo nuovo fidanzatino, e se voleva provare a fare sesso. Come è andata a finire?
«Ci siamo dati appuntamento davanti un supermercato sull'Aurelia, a Roma», conclude Nikita. «Mi ha chiesto di trovare un'amica che mi accompagnasse con una macchina, così potevamo finalmente coronare il nostro 'sogno d'amore'. Ho accettato e avvisato chiunque, compresa la Polizia Postale, per farlo cogliere sul fatto. Non mi ha presa in considerazione nessuno. Nicola e ancora libero». E sta cercando indisturbato un altra 'fidanzatina' su Internet.