Pochi lo sanno ma il 22 settembre è l'International Rabbit Day: il mondo si dovrebbe sentir sensibilizzato sul mondo dei conigli.
La data però viene festeggiata soprattutto per le mitiche 'conigliette': è appena sbarcato in Italia (su Sky on demand) Playboy Tv, il programma delle modelle mezze nude diviso in quattro sezioni: dalle monografie sulle Playmate (le ragazze copertina che si raccontano nel backstage) ai film cult di genere, fino alle serie e ai tv show. Del resto, sono i 60 anni della nascita della rivista erotica per soli maschietti che fu trampolino di lancio di molte donne dello spettacolo (da Marilyn Monroe a Iva Zanicchi fino a Marge Simpson). «Con il sesso porto la democrazia nel mondo», continua a dire il fondatore Hugh Hefner, 87 anni.
Ma com'è cambiato e a che punto sta il pianeta dell'intrattenimento erotico? Per saperlo abbiamo interpellato la storica segretaria di Riccardo Schicchi, Debora Attanasio, giornalista e scrittrice. Il suo ultimo 'Non dite alla mamma che faccio la segretaria' (Sperling & Kupfer) è un bellissimo racconto di quegli anni (nove al suo fianco) fatto con uno sguardo intelligente e un sorriso costante. Tra erezioni da assecondare e mutui da pagare, il sesso e la bellezza sembrano voci spuntate in una lista della spesa. O di un'agenda, quella della vita.
Che lezioni hai imparato alla corte di Schicchi?
«Lui ne dispensava spesso, poi stava a te decidere se adottarle o no. Una era questa: bisogna realizzare subito le idee che ti vengono in mente. E ancora: il suo impero l'aveva costruito usando il tempo che i suoi amici avevano sprecato in rivendicazioni sindacali. E soprattutto: non esiste il concetto di 'puttana'. Schicchi detestava che la società usasse un metro diverso per misurare la moralità degli uomini e delle donne. Diceva che le donne l'emancipazione dovevano prendersela da sole e ripeteva spesso che se fosse nato donna, avrebbe passato la maggior parte del tempo a gambe aperte, fregandosene degli invidiosi».
Il destino dell'industria del porno?
«Il porno è già morto, profitti crollati. Sul mercato sono rimaste le briciole. La maggior parte dei produttori storici ha chiuso bottega o si è drasticamente ridimensionato. Negli anni '90 una star come Moana Pozzi poteva chiedere 80, 100 milioni per un film. Ora va bene se una ragazza strappa 1.500 euro di compenso. Ma la crisi non c'entra».
E cosa è successo?
«La parabola discendente è iniziata col peer to peer, e poi con lo streaming. Il colpo finale, quello che sta uccidendo anche il cinema mainstream e la tv, sono i social network. Il ragazzino sfigato e il pensionato donnaprivo non hanno più bisogno dello spettacolino clandestino a scopo onanistico. Il primo passa ore su Badoo, o simili, e in un mare di utenze trova sempre almeno una ragazza disposta a incontrarlo. Il secondo si butta sui siti di incontri con giovanette estimatrici di attempati, stile 'sugardaddy'. Perché guardare se si può fare?».
Quindi in che epoca siamo?
«Ora che le cose sono così semplici, il sesso stesso ha perso un po' di attrattiva. Siamo già nella terza fase: quella in cui è meglio una partita a Candy Crush che un rapporto sessuale. In un mondo così, un creatore di dive come Schicchi non sarebbe sopravvissuto nemmeno se la salute non l'avesse tradito. Ma avrebbe inventato qualcosa di diverso, magari lontano dalle luci rosse».
Tre persone che porteresti oggi a vedere un film porno.
«Lo vedrei in casa, con un pigiama party. Inviterei Francesco Malcom, che è sempre stato il mio attore hard preferito, e ora che è riuscito a diventare un attore mainstream è ancora uno dei miei migliori amici. Poi inviterei la comitiva di fan femministe e di gay che ho conosciuto poco per volta su Facebook da quando è uscito il libro».
Chi lasceresti a casa sua invece?
«Mia madre: mi segue orgogliosa nelle presentazioni del libro ma non ha ancora ben chiaro cosa succeda in un film a luci rosse. E il mio fidanzato, gli ho presentato troppe ex attrici e attori e si imbarazzerebbe a vedere in azione le persone con cui magari ha trascorso il ferragosto al barbecue. E nemmeno con Eva Henger, che ormai dissocio talmente tanto da quel periodo che mi sembrerebbe bizzarro vedere con lei del sesso filmato, invece di - che so – Kusturica».
Una cosa che nessuno, fuori da quel mondo, immaginerebbe.
«Che le pornostar non hanno appetiti sessuali superiori a quelli della gente comune, né hanno frequenza di rapporti da ninfomani. Mi è capitato di combinare appuntamenti fra amici carini e due pornodive affermate perché non riuscivano a trovarsi un'avventura da sole».
Una cosa che invece tutto dovremmo imparare da quel mondo.
«Dopo venti anni, nonostante tutti abbiano intrapreso strade diverse, nessuno del giro fra attori e addetti ai lavori si è perso di vista. Anzi, quando c'è da difenderne uno, tutti fanno fronte. Quale altro ambiente di lavoro può vantare questo?».
Non c'è sesso senza amore, dicevano vecchie canzoni dalla glicemia impazzita.
«Certo, proprio in un ambiente dove il sesso è la materia prima che si tratta per lavoro, erano i sentimenti ad assumere un valore inestimabile. Ho visto nascere grandi storie d'amore, anche fra due attori che girano una scena insieme. Schicchi prendeva delle sbandate clamorose, quando si innamorò di Eva emanava cuoricini come un manga».
In cosa ti hanno cambiata quegli anni?
«Tendevo a essere un po' maschiaccia, e le pornostar mi hanno insegnato a essere più femminile nell'abbigliamento, nel cura del corpo, non c'è dubbio. Il mio punto di vista sul sesso invece non è cambiato molto: non avrei potuto lavorare lì se non ne avessi già avuto una buona e sana opinione».
Un kit per diventare pornoattrici.
«Un tempo bastava una valigia per scappare da casa, una buona dose di esibizionismo e un po' di biancheria sexy da portarsi sui set fotografici. Ma oggi non mi sento di consigliare a nessuna ragazza di diventare pornoattrice, in Italia. Perché Schicchi non c'è più e rischierebbe solo di autocondannarsi alla mediocrità, o di finire in cattive mani».
E del bunga bunga cosa pensi?
«Chi ha bisogno di dare un sacco di soldi alle donne per avere la loro compagnia, è tutto il contrario di un vincente. Schicchi era bruttino e non ha certo mai pagato i suoi grandi amori, comprese Ilona Staller ed Eva Henger, due fra le più belle e sensuali donne che abbia mai conosciuto. Lui si che aveva in mano un potere».
Cosa avrebbe fatto Schicchi in questa giornata dedicata ai conigli?
«Probabilmente avrebbe portato i figli a qualche manifestazione. A Riccardo piacevano le fiere, eccome».