Vedendo al cinema il film di Ettore Scola 'Che strano chiamarsi Federico', dedicato a Fellini, siamo entrati nella redazione del celebre giornale satirico Marc'Aurelio. Il regista e i suoi colleghi erano all'opera tra disegni, satira, e voglia di leggere (e criticare) la realtà in modo nuovo.
Durante il film di Scola, ci siamo anche chiesti: cosa è rimasto di quel racconto attraverso un linguaggio diverso, libero, graffiante? Le risposte le abbiamo trovate in libreria. E suonano così. 'Pop Economics' (la crisi economica spiegata a fumetti, Becco Giallo edizioni). 'Troppo non è mai abbastanza' (un racconto sulla violenza sulle donne, Coconino Press). 'Il lavoro vero' (la cronaca di un giovane spagnolo in cerca di un lavoro a Berlino, Bao Publishing).
Sono solo alcuni titoli di quella che viene definita graphic novel: il termine è apparso sul finire degli anni Settanta (grazie alle storie dello statunitense Will Eisner), ma il genere ha una storia più lunga e oggi più che mai sembra in piena salute. A colpi di nuovi titoli, la lettura del nostro tempo oggi sembra più accessibile. E finalmente chi lavora nell'editoria di settore comincia a raccogliere, anche nei 'numeri', il risultato di aver acceso un interesse nei lettori.
«Siamo partiti nel 2010 con 14 titoli, stiamo chiudendo quest'anno con 65. Il fatturato di 300mila vendite è il doppio dello scorso anno. E finalmente abbiamo anche un utile». Michele Foschini, 37 anni, ha fondato nel 2009 con Caterina Marietti la Bao Publishing (il nome è un inno all'indipendenza del verso del cane rispetto alla voce del padrone). Premiata al Salone del libro per la maggior interazione con la rete («il livore dei forum on line in questo settore supera quello calcistico»), la casa editrice è in controtendenza: tra i dieci assunti non ha nessun precario.
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«I festival della letteratura adesso ci corteggiano per avere un nostro autore, uscirà a breve il quarto libro del noto Zerocalcare e a gennaio 'La primavera araba' degli storici Jean-Pierre Filiu e Cyrille Pomès. Non si abbassa il target ma si allarga solo il bacino di lettori. C'è ancora chi pensa sia un genere per bambini e chi ricorda solo Diabolik, quel tipo di fumetto nato durante il boom economico per intrattenere gli operai. Se pensi che il 40% dei lettori è ormai donna non dovrei aggiungere altro».
Oreste del Buono, uno dei fondatori del genere, lo aveva chiarito: la cultura è una, non è né alta né bassa. Del resto, dove collocheremmo la trilogia dei reportage dell'Unione Sovietica del mitico Igort, capofila da oltre 35 anni del settore, tradotto in 20 paesi e fondatore nel 2000 della Coconino Press, oggi parte del gruppo Fandango? «C'è una rivoluzione in corso: certe storie raccontate in un saggio attirerebbero qualche centinaio di addetti ai lavori, adesso è possibile ricostruire un contesto plausibile con testimonianze esibite. I miei reportage per esempio sono adottati nei licei francesi per capire la storia sovietica come lo è 'Maus' di Art Spiegelman in quelli americani per studiare l'Olocausto.
Nonostante la crisi, c'è una grande espansione: alcuni sono allegati con i quotidiani, altri come 'Persepolis' di Marjane Satrapi finiscono al cinema, altri sono pubblicati all'estero da case editrici storiche come la Gallimard. Si tratta di una visione affascinante e una prospettiva inedita per raccontare una storia. E se si dovessero ricostruire al cinema certe tavole non basterebbe il budget di Spielberg».
Insomma le fiere aumentano (da Lucca a Napoli, da Treviso a Roma) e gli autori più che fumettisti si sentono romanzieri. «Non c'è più l'obbligo della serialità e di certe regole di forma. Si lavora più sulla persona che sul personaggio, si scava nell'anti-mito più che il mito. I nostri autori sono ricercati all'estero anche per la cifra artistica che li contraddistingue: esiste insomma una vera scena italiana. Penso a Manuele Fior, Leila Marzocchi, Marco Galli, Flavio Montelli, Davide Reviati, autore di un'opera prima, Morti di sonno, pubblicata in tutto il mondo con quattro ristampe» conclude Igort.
I nomi in realtà sarebbero di più. Gli under 40 che scommettono e investono (di questi tempi) nel settore sono tanti. E sono veri militanti. A Padova laBecco Giallo ed., sorta nel 2005 come l'hobby di due trentenni è diventata una realtà collaudata. Il sommario sul sito recita "fumetti di impegno civile". «Volevamo raccontare più che fiction i fatti di cronaca del Nord-est in un modo nuovo. La passione era per la saggistica, ci affascinava l'esperienza della casa editrice Marcos y Marcos, una redazione piccola ma che fa cose bellissime. Ci siamo lanciati e ora ci occupiamo di ogni tipo di storia».
Federico Zaghis, 35 anni, uno dei due fondatori, ora non deve far altro per vivere. «Credo che rimarrà sempre una nicchia ma nel senso più bello del termine. Alle fiere si vende tanto e chi compra non è solo il nerd del fumetto. Il collo di bottiglia rimane la libreria dove ci confinano spesso in un angolo del sottoscala. La forza di questo genere però va oltre».
Becco Giallo (tributo a una rivista anti-fascista che usava le vignette satiriche) è l'editore che ha pubblicato 'Peppino Impastato' (quasi diecimila copie, adottato pure nelle scuole), 'La strage di Bologna' (cinque mila), 'Il Vajont', per citarne alcuni. Cronaca, giornalismo con la matita. Oppure narrazione grottesca e surreale del contemporaneo: la collana One Shot della casa romana Bel-Ami edizioni nata lo scorso anno si occupa di questo. Gli ideatori sono due trentenni pescaresi, Simone Angelini e Marco Taddei. E ora segnatevi questo titolo: '6 gradi di separazione' di Matteo Farinella, 28 anni, bolognese, neurobiologo a Londra da sei. Si parte dalla storia d’amore fra due ragazzi distanti per motivi di lavoro, si finisce per indagare la natura delle relazioni umane attraverso citazioni scientifiche, matematiche, iconografiche e pop. In primo piano, c'è sempre il cervello, ovvio. E l'aggiornamento sulla teoria dei 6 gradi di separazione di Stanley Milgram, gradi che sembrano esser scesi a 3,71 grazie a social media, non assicura amori (a km milleeppiù) a lunga conservazione.
Ma chi volesse saperne di più, potrà prenotarsi per il Romics, la fiera del fumetto di Roma dal 3 al 6 ottobre.