Sciopero. Dopo i ricorsi, le battaglie legali, le denunce in Comune, e le aggressioni notturne, i tassisti milanesi hanno deciso di gettare nel caos il loro servizio per protestare contro Uber, la start-up nata a San Francisco (e su cui Google ha investito l'anno scorso 258 milioni di dollari) che permette di chiamare e prenotare, in qualsiasi momento, un auto con conducente.
Da questa notte, in decine, stanno accettando le chiamate dei clienti senza però presentarsi all'appuntamento. I parcheggi di Linate e delle stazioni ferroviarie sono stati disertati. E alcuni tassisti che continuavano a lavorare sono stati fermati dai colleghi, con i passeggeri costretti a scendere. Insomma: disagi ovunque.
E mentre un gruppo ha organizzato un presidio a piazzale Loreto una delegazione è stata ricevuta a Palazzo Marino. L'applicazione “Uber” non è il solo nemico. Ci sono anche le auto in condivisione su cui lo stesso Comune ha puntato per ridurre traffico e smog: i Taxi non accettano l'ipotesi che anche le piccole macchine in Car Sharing possano usare le corsie preferenziali.
La protesta di oggi – da cui si sono dissociate molte delle sigle “ufficiali” – potrebbe essere solo l'inizio. Il 10 febbraio è già stato convocato un presidio di protesta in piazza della Scala. E il 20 è previsto un nuovo sciopero.