Questa intervista è stata realizzata prima della partenza di Samantha per la missione
Capitano e pilota militare da combattimento, con oltre 500 ore di volo, ingegnere, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, ha frequentato corsi di sopravvivenza in ambienti estremi, in condizioni di isolamento prolungato e stress psicologico. Un carattere temprato che traspare in ogni parola che dice. Ci risponde in Hangout dalla base di addestramento, abbiamo pochi minuti, in video un sorriso dolce appena accennato un fare composto, parla con quel timbro pacato che trasuda un controllo di sé allenato fino a diventare naturale.
SPECIALE VIDEO NELLO SPAZIO SAMANTHA MANGERA' COSI'
Che compito avrà nella missione ‘Futura’?
La missione si compone di nove progetti di ricerca scientifica e io sarò sia il tecnico che esegue le ricerca sia uno strumento di indagine. Infatti cinque esperimenti saranno dedicati ad aspetti della fisiologia umana in condizioni di microgravità e io farò ‘da cavia’. Si va dalla fisiologia della pelle con relativi problemi d’invecchiamento, allo studio dei disturbi del sonno, affronteremo aspetti legati all’osteoporosi e studieremo il ritorno venoso verso la testa. Tra le cose che forse segneranno un passaggio epocale c’è la presenza di una stampante 3D che potrebbere incrementare l’autonomia a bordo rendendo possibile riprodurre direttamente nello spazio un componente che va riparato. Faremo anche uno studio sulle nanoparticelle ed è la prima volta che viene fatta una ricerca di questo tipo nello Spazio.
Perché è necessario effettuare queste ricerche nello Spazio ?
La ragione principale è che ci troviamo in assenza di gravità e questo rende possibile osservare le reazioni degli esperimenti in assenza di processi convettivi che invece sono presenti sulla terra. I moti convettivi si manifestano naturalmente sulla crosta terrestre a causa del gradiente di temperatura perché, per dirla in termini semplici, quello che è caldo sale quello che è freddo scende. Quando gli scienziati osservano un fenomeno in assenza di gravità vedono le reazioni ‘pulite’ e così quello che si osserva può essere messo in relazione con altri fenomeni che in questo modo vengono isolati. In questa condizione possiamo quindi sviluppare dei modelli matematici precisi che a terra sarebbe letteralmente impossibile rifare. Questa è una cosa fondamentale.
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Quali sono le ricadute di queste ricerche nella vita di tutti i giorni?
Con dei modelli matematici precisi possiamo perfezionare molti processi, ad esempio è possibile migliorare la qualità di alcuni cristalli metallici. In termini concreti se riusciamo a produrre materiali più leggeri possiamo realizzare una macchina la cui struttura metallica, a parità di resistenza, pesa meno e di conseguenza consuma meno il che porta a fare meno spesso benzina. Insomma ogni scoperta apre delle porte che danno vita ad effetti a catena. In termini economici, non sono ancora del tutto state definite le ricadute ma è un tema molto caldo che ha coinvolto e sta coinvolgendo molte industrie e infatti si stanno affacciando anche diversi investitori privati.
Che ruolo gioca a l'Italia a bodo dell’ISS?
Futura è una missione italiana e la mia partecipazione come membro dell’asi (Agenzia Spaziale Italiana) conferma il ruolo di primo piano che il nostro Paese ha nel settore spaziale. In particolare l’Italia ha un peso nell'attività di ricerca sulla ISS infatti molte delle strumentazioni presenti a bordo sono di realizzazione italiana, forse la componente più famosa è la ‘Cupola’. Va ricordato tra l’altro che asi è l’unica agenzia spaziale in Europa ad aver accesso diretto alle risorse di utilizzazione della ISS.
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Le grandi esplorazioni del passato erano per mare, oggi è lo Spazio il nuovo orizzonte di conquista. Viaggiare nello spazio è la nuova frontiera?
C’è stato un tempo in cui l’accesso ad alcuni luoghi era per pochi, era rischioso e quei luoghi erano oltre Oceano. Oggi questi territori di scoperta sono rappresentati dallo Spazio. Anche se potremmo essere sull’orlo di una nuova era. La navigazione nello spazio, almeno nell’orbita bassa, è un orizzonte che si approssima a diventare una realtà più estesa che va oltre l’interesse scientifico, ed è probabile che sarà il turismo di domani.
A bordo della Soyuz come sono rappresentate le traiettorie da effettuare?
Gli spostamenti avvengono grazie a modelli matematici che rappresentano la complessità del sistema in 3D (con informazioni fisiche, dinamiche...) e che consentono di capire come e dove bisogna spostarsi. Sul display si traduce in una rappresentazione che fornisce le coordinate di una traiettoria. In pratica sappiamo che bisogna andare dal punto A al punto B e che tra questi punti c’è una certa distanza e una certa quota. La cosa che invece è interessante sottolineare è che il tutto avviene in modo contro-intuitivo: tu sai che devi andare avanti e devi alzarti di un tot, quindi dai un’accelerata ma invece di sentirti lanciato, come avverrebbe in un sistema terrestre, hai una sensazione di arresto. E questo è molto particolare da accettare perché siamo abituati ad una situazione completamente diversa.
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In diversi film si vedono astronauti dialogare nell’attività extraveicolare, come funziona la comunicazione in questi casi?
C’è una segnaletica a gesti o segni è una cosa sulla quale ci si accorda prima anche se, in generale, è un problema che difficilmente può presentarsi perché nella navicella noi parliamo in modo diretto mentre, a differenza dei film, nell’attività extraveicolare non è prevista alcuna comunicazione audio.
Come funziona il sistema di energia a bordo dell’ISS?
È tutta energia solare, c’è un sistema costantemente attivo che rileva la migliore angolazione possibile per i pannelli, attimo dopo attimo, quindi ruotando in funzione del Sole riescono a sfruttare la loro potenza la massimo, poi vengono trasformati in energia.
Come si vive a bordo della stazione?
È quasi tutto spazio condiviso, la parte abitabile è comparabile a un appartamento di sei stanze con due bagni, attrezzature sportive ed un modulo a volta con finestre a 360°, la famosa ‘Cupola’. Gli spazi sono contigui, ad esempio il modulo dove c’è la palesta fa da anticamera alla Cupola, quindi magari mentre uno fa gli squat c’è un altro che passa per andare a fare una foto oppure nella zona cambusa il tavolo dove si mangia ha una cassetta degli attrezzi sotto e può capitare che mentre qualcuno mangia gli si affianchi un collega che deve prendere uno strumento dal cassetto sotto al tavolo.
Come funziona il riciclo delle risorse e il ricambio di aria a bordo?
Nell’ISS si riusa al 100% l’aria che ovviamente è un bene prioritario ed è importante che le cabine siano ben aerate, soprattutto per non svegliarsi in debito di ossigeno a causa dell’anidride carbonica che si forma attorno alla testa durante la respirazione notturna. La principale fonte di ossigeno è elettrolisi dell’acqua. Per quanto riguarda l’acqua anche qui il riciclo è del 100% infatti la stessa l’urina torna l’acqua che beviamo e viceversa. Nonostante questo siamo ancora lontani dall’essere perfettamente ‘green’. Non siamo ancora in grado di smaltire completamente le scorie prodotte a bordo: rifiuti solidi, scatolame e vestiti usati vengono immagazzinati e compressi in attesa di essere consegnati in cambio al prossimo rifornimento.
Come funziona la domotica a bordo?
Nella navicella solo le luci e la temperatura sono regolabili manualmente dagli astronauti. Il resto in pratica viene eseguito grazie ai due sistemi di controllo principali: l’ISS e la base a terra. Gli astronauti nello Spazio è importante che vengano utilizzati al massimo per fare quello che solo loro possono fare da lì di persona, grazie alla condizione particolare in cui si trovano. Tutto ciò che non è parte della ricerca, se possibile, viene sottratto alla loro attenzione.
La voce di Samantha è veloce mentre in video appare piano in sottofondo l’assistente dell’esa che cura la sua agenda, il tempo a nostra disposizione è terminato. Il Capitano Cristoforetti si alza, accena un sorriso di saluto e ci riporta di colpo con i piedi per terra.