Secondo le analisi di alcuni ricercatori dell’Università di Helsinki per combattere il bracconaggio ed evitare l’estinzione dei mammiferi si potrebbe legalizzarne il commercio
Un affare da 52mila euro al kg. A tanto equivale il commercio ?di corno di rinoceronte, richiesto soprattutto nei mercati asiatici come rimedio dalla medicina tradizionale cinese o ricercato semplicemente come oggetto cult. Un affare che, tuona il Wwf, solo nel 2013 è costato la vita a oltre 1000 esemplari in Sud Africa e che minaccia di estinguere le popolazioni di rinoceronti bianchi nel giro di un ventennio. Per questo, ad oltre trent’anni dal bando dalla vendita, c’è chi torna a chiedere di legalizzare il commercio di corni e di utilizzarne i ricavi per aumentare gli sforzi di conservazione della specie. Secondo le analisi di alcuni ricercatori dell’Università di Helsinki, infatti, per combattere il bracconaggio ed evitare l’estinzione dei mammiferi si potrebbe legalizzarne il commercio. Affidando la responsabilità alle comunità locali si potrebbero raccogliere corni da animali vivi ?in maniera controllata e a basso rischio per i rinoceronti (il corno ricresce in 2/3 anni) o prelevarli da esemplari morti per cause naturali.