Il 14 per cento di tutti i disturbi mentali dell’adulto (compresi quelli psicotici) comincia prima dei 14 anni. Per questo è necessario curare con grande attenzione il collegamento tra servizi per l’infanzia-adolescenza e per gli adulti
L’adolescenza è un’età difficile, caratterizzata da una instabilità emotiva che tenta di controllare molteplici processi di [[ge:espressoimage:eol2:2155864:1.33551:image:https://espresso.repubblica.it/polopoly_fs/1.33551.1379598147!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/articolo_480/image.jpg]]adattamento. E questa instabilità, fattore di rischio per l’insorgenza di sintomi d’ansia e di depressione, per un ragazzo su tre e una ragazza su due di fatto si traduce in disturbi clinicamente significativi, di gravità tale da richiedere attenzione e cure, che devono essere psicoterapiche (talora con limitato ricorso ai farmaci).
Ma il 14 per cento di tutti i disturbi mentali dell’adulto (compresi quelli psicotici) comincia prima dei 14 anni e il 75 prima dei 24 anni.
Per capire meglio le cause e per dare risposte sono stati fatti molti studi che hanno seguito per anni, con misure biologiche, genetiche e psicosociali tutte le persone nate in un determinato giorno.
Uno studio neozelandese ha reclutato tutti i bambini nati a Dunedin dall’aprile del 1972 al marzo 1973 e da allora li segue con regolarità. Con questo tipo di lavori si intende identificare le cause dei disturbi meglio di quanto non si sia fatto con metodi epidemiologici che, anche se condotti in campioni vasti, possono solo suggerire associazioni tra eventi e disturbi, non provare rapporti di causa-effetto. Sul piano dei rimedi la risposta da dare è creare e potenziare i servizi di salute mentale dedicati ai giovani e curare con grande attenzione il collegamento tra servizi per l’infanzia-adolescenza e per gli adulti.
Per discutere questi temi si è svolto nei giorni scorsi a Venezia un Congresso a cui hanno partecipato i principali esperti di tutto il mondo: “Dalla continuità delle psicopatologie alla continuità delle cure”. Perché a Venezia? Non perché l’Italia stia facendo alcunché di significativo in questo settore, ma perché l’organizzatore, Giovanni de Girolamo, è uno degli studiosi italiani più attenti e informati su quello che si muove in giro per il mondo nel campo della salute mentale.
Michele Tansella
Centro Oms di Ricerca sulla salute mentale, Università di Verona