Andrea ha tutte le carte in regola per guardare avanti con ottimismo. È giovane, laureato, ambizioso. Ha 34 anni e vanta un curriculum ricco di esperienze e incarichi. E, soprattutto, di cognome fa Gentile. Che a Cosenza non è poco.
Ma a rovinare la festa in famiglia per la "promozione" a sottosegretario del padre Antonio è arrivata la bufera scatenata dal direttore de “L'Ora della Calabria”, Luciano Regolo, che ha accusato il senatore Ncd di aver fatto pressioni per bloccare l'uscita del giornale che riportava la notizia dell’inchiesta sul figlio, coinvolto nell'affaire delle consulenze d'oro della sanità cosentina. Alle accuse di censura, Gentile ha risposto promettendo querele, salvo poi essere costretto dall'opportunità politica a dimettersi.
Con o senza dimissioni però, a Cosenza i fili delle politica li hanno sempre mossi loro, Antonio e Pino, i due fratelli che reggono la diarchia. Nel loro feudo, sanità e lavori pubblici garantiscono voti e mantengono il consenso.
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Il figlio di Antonio è un avvocato trentenne in carriera. Laurea alla Luiss con una tesi in diritto penale, esperto di anticorruzione e collaboratore universitario. Andrea ha fatto pratica nello studio di Nicola Gaetano, l'inquisito fedelissimo alla linea dei Gentile che dall'azienda sanitaria cosentina, secondo gli investigatori, avrebbe ricevuto 900 mila euro per 45 consulenze. Alcune delle quali, e questo è il nuovo filone delle indagini, sarebbero state girate ad Andrea Gentile per un valore superiore ai 50 mila euro.
Ma non ci sono solo le attività svolte nel campo della sanità. Il giovane Gentile ha avuto incarichi da una decina di enti pubblici e privati. Da quanto risulta a “l'Espresso”, Andrea siede anche nel comitato dei controlli della Regione Lombardia guidata dal leghista Roberto Maroni, che ha firmato la delibera di incarico nel luglio 2013. Retribuzione: 18.900 euro all'anno più un gettone di presenza di 166 euro.
Una nomina che deve essere sfuggita anche al segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha criticato il governo proprio per la scelta di Antonio Gentile come sottosegretario.
Il comitato dei controlli della Regione Lombardia ha un ruolo delicato ed ha facoltà di chiedere documenti riservati per indagare sulla corretta gestione delle proprie partecipate. Tra queste c'è Infrastrutture lombarde, la cassaforte del Pirellone per le grandi opere, con un ruolo di primissimo piano nell'Expo 2015.
Andrea Gentile ricopre altri due incarichi in altrettanti organismi di vigilanza: il primo nella Sacal, la società che gestisce l'aeroporto di Lamezia Terme; il secondo in una azienda lombarda, la Dussmann, che ha lavorato in appalto per l'ospedale di Cosenza gestendo i lavori di pulizia.
Un'altra consulenza è arrivata all'avvocato Gentile dai commissari prefettizi del Comune di Amantea, paesone del Cosentino bagnato dal Tirreno, per la costituzione di parte civile in un processo di mafia. Incarico simile l'aveva ottenuto solo due mesi prima l’amico e coindagato Nicola Gaetano, pure lui ingaggiato come esperto esterno dai tre funzionari inviati ad Amantea dal Viminale. Una delle firme sulla delibera è del viceprefetto Francesco Sperti, accusato dalla Procura antimafia di Napoli di complicità con il clan Contini.
Ma la vera passione di Gentile junior sono le aule di tribunale. Difensore in diversi procedimenti che contano, Andrea è stato avvocato nella vicenda della nomina a dirigente della Regione Calabria di Alessandra Sarlo, moglie del giudice Vincenzo Giglio, arrestato nel 2011 per collusioni con la 'ndrangheta. Per il caso Sarlo è stato rinviato a giudizio il governatore Scopelliti. Insomma, tra le parcelle ricevute dagli enti pubblici e quelle sborsate dalle aziende private l'enfant prodige della dinastia Gentile ha davanti a sé un futuro sereno.
Il vero “pallino” della famiglia resta tuttavia la politica. Strada sulla quale si è incamminata sua cugina Katia Gentile. Funzionaria dell'ospedale di Cosenza, ma politica di razza, nipote del sottosegretario e figlia di Pino, assessore con Scopelliti, a differenza di Andrea, Katia ha seguito le orme del padre: nel 2011 è stata la più votata tra i consiglieri comunali. E' stata vicesindaco e, come il padre negli anni '80, ha ricoperto la carica di assessore ai lavori pubblici. Dopo due anni Katia ha lasciato la giunta per contrasti con il sindaco. E la famiglia adesso, non ha avuto neanche il tempo di festeggiare la nomina di Antonio a sottosegretario. Era la seconda in quattro anni: con Silvio Berlusconi nel 2011 e con Renzi in quota Nuovo Centrodestra. Quest'ultima durata solo poche ore.