Acent’anni dal loro primo concerto romano (che si tenne a Fontana di Trevi nel giugno del 1914 nonostante la ferma opposizione di papa Pio X), i Rolling Stones hanno voluto concedere un grandioso bis al Circo Massimo. La scena rock, nel frattempo, è profondamente cambiata.
IL SOUND L’amplificazione del suono, quando gli Stones esordivano, era affidata al passaparola: gli spettatori delle prime file, alla fine di ogni strofa, si voltavano per ricantarla a quelli delle seconde file, e così via fino a che anche il pubblico più distante aveva potuto ascoltare per intero il brano. La procedura era un po’ macchinosa e i concerti duravano due o tre giorni. Molto diversi anche gli strumenti: Keith Richards suonava una Fender Protocaster, con corde di canapa e cassa ricavata da una cappelliera; Charlie Watts si presentò in scena con quella che è considerata la prima batteria della storia, una bilancia stadera con uno dei due piatti di metallo sostituito da un tamburello; Ronnie Wood non suonava nulla perché due strumenti, per il gusto di allora, facevano già troppo fracasso, e aspettava i colleghi in camerino facendo le parole incrociate.
L’ORDINE PUBBLICO Le cronache dell’epoca riportano incidenti tra interventisti e neutralisti, entrambi convinti che Street Fightin’ Man fosse dedicata alla loro causa. Imputabile all’atmosfera prebellica anche il lancio contro le prime file di grosse scatole di latta (le lattine non erano ancora state inventate) per protestare contro alpini e bersaglieri, i cui copricapo piumati impedivano la vista a chi stava dietro. Affari d’oro per gli scrivani, incaricati di tracciare scritte sulle canottiere bianche, dando vita alle prime t-shirt della storia moderna: “Abbasso gli austriaci”, “No alla tubercolosi” e “Rosina sposami” gli slogan più frequenti.
LA TRASGRESSIONE Identica la carica trasgressiva della band, però adeguata ai tempi. Nel concerto del 1914 Jagger si presentò con l’ultimo bottone della camicia aperto sul collo, scatenando una polemica furibonda e ottenendo una denuncia per oltraggio al pudore. L’uso di droghe era fortemente limitato dal fatto che le siringhe, quando gli Stones hanno cominciato la loro carriera, pesavano una quindicina di chili e dovevano essere sterilizzate in acqua bollente per un paio d’ore. Gli artisti dell’epoca ovviavano con stupefacenti oggi in disuso, come il decotto di bucce di lupino e le pastiglie di polvere da sparo. Gli Stones provarono anche l’assenzio, molto in voga tra i poeti maledetti francesi, ma trovandolo quasi identico al Pernod lo sputarono subito rispedendolo in Francia.
LA TRIBUNA VIP Oltre al primo ministro Salandra e a un paio di esponenti della famiglia Savoia, presenti per errore (erano diretti a un concerto di Caruso ma avevano sbagliato strada), a quello storico concerto erano presenti anche la Duse, D’Annunzio e Andreotti. Ieri come oggi, in occasione dei grandi eventi, a Roma il consociativismo prevaleva sui dissapori personali. C’erano anche, giovanissimi, Mussolini e Gramsci, che anni dopo, nei suoi “Quaderni dal carcere”, scriverà tutta la sua ammirazione per gli Stones, ma aggiungerà che “il brano Satisfaction risente, forse, di un numero ormai eccessivo di esecuzioni, che rischiano di renderlo un poco risaputo”.
IL BICENTENARIO Fervono già i preparativi per il concerto del bicentenario, che si svolgerà nel 2114 in una località virtuale e sarà scaricabile in casa propria, con gli Stones in carne e ossa, grazie ai nuovi MK5 in trybloom, oppure piccabile con un fawster . A quell’epoca la parola “trasgressione” sarà considerata una spassosa anticaglia, come “archibugio” e “chinino”, e gli Stones si esibiranno in pantaloni di velluto a coste, camicia azzurra da impiegato di banca e pullover in tinta, intonando le canzoncine miti e allegre del loro nuovo repertorio, da “You are my cup of tea” a “Sweet sweet home” fino alle celebri note di “I’ve got Satisfaction”.