Un romanzo così non si era mai visto. La protagonista, Ursula Todd, muore nella prima scena: spara un colpo di pistola ad Adolf Hitler e viene uccisa. Subito dopo rinasce, ma solo per pochi istanti: viene soffocata dal cordone ombelicale. Non finisce qui, però: e “Vita dopo vita” (il romanzo si intitola così) Ursula ci accompagna in una giostra di eventi e avventure ambientati durante la Seconda guerra mondiale e in altri periodi storici - tutti rilevanti per l’Europa. Come un Forrest Gump dalle sette vite, la nostra eroina muore e rinasce innumerevoli volte; e il lettore la segue in un crescendo di suspense che sta tra la fantascienza e il miglior realismo magico. Il risultato è un romanzo (in libreria in questi giorni per Edizioni Nord nella traduzione di Alessandro Storti) premiato dalle vendite e dai critici dei più importanti giornali di lingua inglese (dal “New York Times”all’“Independent”, dal “Guardian” al “Wall Street Journal”), che ha consacrato l’autrice, la sessantatreenne Kate Atkinson, tra gli scrittori inglesi più interessanti del Duemila.
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Cosa le ha ispirato una trama così inusuale?
«A dire il vero non saprei: volevo solo scrivere un romanzo su personaggi che vivono vite parallele e su una parte della guerra. E lascio al lettore decidere come rispendere alla frase di Nietzsche che ho scelto di mettere all’inizio del libro: se la possibilità di vivere diverse vite sarebbe per l’uomo una benedizione o piuttosto un grande incubo. Mi sono chiesta se gli esseri umani sarebbero mai capaci di riuscire a migliorarsi: probabilmente no, probabilmente faremmo anche peggio, diventando sempre più indulgenti con noi stessi».
Donna Tartt, scrittrice americana appena premiata con il Pulitzer, a chi le ha chiesto perché per “Il cardellino” ha scelto come protagonista un ragazzo ha risposto che da una protagonista donna il lettore si aspetta sempre di “vedere con chi si sposa”. Lei non aveva questo timore quando ha scelto una protagonista femminile?
«Vede, il ruolo delle donne durante la Seconda guerra mondiale è stato fondamentale - almeno nel Regno Unito. Le donne britanniche sono uscite di casa e hanno lavorato al posto degli uomini, che combattevano sul campo di battaglia. Questa realtà femminile ha fatto strada a quella femminista. Se avessi avuto un uomo come protagonista, invece, sarebbe andato in guerra e lo avremmo visto senz’altro combattere: e io non volevo scrivere questo tipo di storia. Il libro a cui sto lavorando ora però ha per protagonista un uomo: è la versione di Teddy, il fratello di Ursula».
“Vita dopo vita” è costruito su una catena di morti e di tenebre: non aveva paura che sarebbe stato un po’ troppo per un lettore sensibile?
«Non mi preoccupo della sensibilità del lettore, forse perché io non sono affatto sensibile a quello che leggo! Mi piace il lettore appassionato, che si aspetta un testo originale e pieno di sorprese: è quello che io cerco in un romanzo. Inoltre Ursula rivive in successione talmente rapida - non avrei mai potuto ucciderla davvero...».
La sequenza rapidissima di vite sembra rimandare alla fisica dei quanti. Si è ispirata a questo?
«Sì, credo nella fisica dei quanti ed ho anche parlato con molti esperti in materia: mi hanno raccontato storie magnifiche... Ma un altro elemento fondamentale del mio libro è il caso. Le nostre vite sono dettate dal caso. Ci penso in particolare da quando la sorella di una mia cara amica è rimasta vittima di un’aggressione, una quindicina di anni fa. Questa donna si è alzata una mattina, stava preparando la colazione ai figli, ed è stata assassinata. Da quel momento credo soltanto alla casualità quasi totale della vita umana».
Lei ha venduto i diritti cinematografici per “Vita dopo vita” a Lionsgate, la casa che ha prodotto “Hunger Games”. Parteciperà alla stesura della sceneggiatura o al casting?
«Sa come vanno queste cose: in teoria vi parteciperò, ma ho imparato a lasciar correre. Non si è mai soddisfatti del prodotto cinematografico, ed è normale: schermo e pagina stampata sono mezzi di espressione differenti. E poi ho molto da scrivere. Dopo la storia del fratello di Ursula ho già in mente una commedia e un romanzo storico ambientato all’epoca dell’invenzione della ferrovia. È la storia di tre personaggi completamente diversi tra loro, un’aristocratica, un giovanotto ed un maggiore dell’esercito: si chiama “The Adventurous” (“Gli Avventurieri”, ndr). È un romanzo “on the road” ambientato in Gran Bretagna. Spero di riuscire a scrivere tutto: a volte ho l’impressione che il tempo mi sfugga di mano, l’età incombe, e a differenza di Ursula io ho una vita sola...».