L'economista indiano non crede che il piano Draghi basterà a salvare i Paesi in deflazione. L'intervento in ritardo di quattro anni
Troppo tardi per avere l'effetto desiderato. Questo in sintesi il giudizio sulla mossa di Mario Draghi da parte dell'economista indiano Ashoka Mody, visiting professor a Princeton, ex vice direttore del dipartimento per l'Europa del Fondo monetario internazionale --fu lui il responsabile del piano di soccorso per l'Irlanda.
«La decisione della Banca centrale arriva ad uno stadio tardivo della crisi quando i tassi di interesse sono bassi e il ciclo pericoloso della deflazione è già stato innescato», spiega a “L'espresso”: «Disinnescarlo e fare ripartire l'inflazione non sarà semplice».
Sessanta miliardi di euro di liquidità addizionale al mese per almeno un anno e mezzo; il rischio della solvibilità del debito condivisa solo al venti per cento e la Grecia ammessa al tavolo dei giocatori solo se rispetterà tutti gli impegni presi con i suoi creditori. Si può parlare di soluzione di compromesso?«Che la Grecia sia ammessa condizionatamente è una cosa giusta. Se la Grecia dovesse acquistare obbligazioni greche ci sarebbe un disastro politico. Il Paese ha oggi il problema opposto: tra qualche mese dovrà rimborsare un'altra porzione del suo debito e forse non lo farà completamente».
E per quanto riguarda l'ammontare della liquidità addirittura più alto delle attese?«Diciamo che le aspettative erano prive di contenuto economico. Sono state create e gestite dalla Banca centrale europea per ottenere il massimo impatto con il suo annuncio odierno di 60 miliardi di euro al mese anziché dei 50 che aveva rivelato nei giorni passati».
Insomma un'azione pubblicitaria alla Apple. Avrà i risultati sperati?«La tempistica in politica economica è fondamentale. Mi sembra che l'intervento della Bce sia arrivato troppo tardi e credo che avrà un impatto solo marginale. Per essere più efficace avrebbe dovuto essere tarato sui Paesi che ne hanno più bisogno –Italia, Spagna e Portogallo. Ad esempio avrebbe dovuto annunciare un acquisto di obbligazioni italiane superiore alla media degli altri paesi europei. Ma la cosa era politicamente improponibile. E anche il fatto che la responsabilità della maggioranza del debito ricadrà sulle banche centrali dei singoli paesi non aiuta certo a rendere più efficace la manovra. Così invece saranno utilizzati tanti soldi per avere un effetto marginale per i paesi in difficoltà e irrilevante per quelli dove invece l'inflazione è già ai livelli desiderati».
Insomma non cambierà nulla? Nessuna spinta per uscire dalla crisi?«Occorrerebbe che il programma fosse portato avanti per lungo tempo. In questo modo si creerebbero delle aspettative inflazionistiche che potrebbero contrastare quelle deflazionistiche. Potrebbe succedere. E l'euro potrebbe continuare a scendere. Ma ribadisco: questa mossa è arrivata troppo tardi per fare troppo poco. È stata dettata da un motivo politico: se non avesse fato nulla la Bce sarebbe stata accusata di avere perso la strada. Draghi doveva fare qualcosa».