Si possono prevenire genocidi e violenze di massa? Il Museo dell’Olocausto di Washington scommette di sì. Da anni il museo interpreta il suo ruolo in chiave propositiva: coltivare la memoria degli orrori serve anche a evitare che si ripetano.
Così ora lancia una nuova iniziativa: l’Early Warning Project, un programma per cogliere sul nascere i segni delle violenze e lanciare un allarme tempestivo alle opinioni pubbliche.
«Gli studi delle atrocità passate ci mostrano che si possono coglierne i segni premonitori e, se la politica reagisce con prontezza, fermarle prima che deflagrino» spiegano. Il Progetto raccoglie analisi statistiche e valutazioni di team di esperti dei diversi contesti, che rendono le valutazioni più tempestive e flessibili, per esempio in caso si osservi un cambiamento repentino della situazione.
«Ovviamente è un tentativo, ma su basi solide e collaudate. Solo il tempo ci dirà se funziona e come migliorarlo, includendo altri fattori importanti ma su cui non abbiamo ancora dati storici sufficienti, come gli effetti del clima o delle campagne di incitamento all’odio», dicono i responsabili del progetto.