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dicembre, 2015

Così Consob e Bankitalia hanno fatto il gioco dei banchieri

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Le due authority viaggiavano ognuna per conto proprio e tacevano l'un l'altra i risultati dei controlli. E ora documenti interni e analisi esclusive svelano le loro responsabilità nel tracollo delle quattro banche salvate dal governo

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A chi chiedeva informazioni la Consob sui risultati delle ispezioni fatte dalla Banca d'Italia? Sorpresa: proprio ai manager nel mirino delle verifiche della vigilanza. Sembra incredibile ma è proprio così: le due authority viaggiavano ognuna per conto proprio e tacevano l'un l'altra i risultati dei controlli. È questo uno dei retroscena raccontati da “l'Espresso” nel numero in edicola domani, che attraverso documenti interni e analisi esclusive racconta le responsabilità delle autorità di vigilanza, Banca d'Italia e Consob, nel tracollo delle quattro banche salvate dal governo.

ESPRESSO+ Consob ha fatto il gioco delle banche

ESPRESSO+ Bankitalia: assente 

Il primo episodio è relativo all'aumento di capitale da 180 milioni di euro lanciato da Banca Marche nel 2012 per tentare di aggiustare i propri bilanci. Il prospetto per l'aumento, rivolto ai 40 mila soci dell'istituto che, ora, hanno visto azzerare il valore dei loro titoli, dev'essere approvato dalla Consob. L'authority presieduta da Giuseppe Vegas vuole sapere che cosa hanno scoperto gli ispettori della Banca d'Italia nelle indagini effettuate fin dal 2010 nell'istituto con sede a Jesi, per renderne conto nel prospetto informativo, che dovrebbe servire proprio per informare i soci della reale situazione dei conti.

E a chi lo chiedono? Ai vertici della stessa Banca Marche, che rispondono «niente di nuovo». Eppure già alla fine del 2010 la Banca d'Italia aveva riscontrato nel corso delle ispezioni «diffuse carenze nel sistema dei controlli interni» oltre a una «rilevante esposizione ai rischi di natura creditizia e finanziaria». Tutti elementi che non vennero inseriti nel prospetto e quindi taciuti ai risparmiatori.

Negli articoli de “l'Espresso” si raccontano altri fatti, come la benedizione della Banca d'Italia al progetto di matrimonio fra Banca Etruria e la Popolare di Vicenza. Eppure, quando quel progetto di nozze veniva elaborato, la vigilanza aveva già completato da tempo un'ispezione nell'istituto veneto, le cui perdite emergeranno soltanto più tardi.

Proprio su Etruria, Banca Marche e CariChieti il settimanale pubblica i calcoli effettuati da una docente di Matematica Finanziaria dell'Università Sapienza di Roma, Rita D'Ecclesia, che rivelano come già al momento dell'emissione i prestiti subordinati che ora non verranno più rimborsati fossero da considerare come prodotti ad alto rischio. D'Ecclesia ha applicato a tre bond emessi dai tre istituti la metodologia nota come “scenari probabilistici”, che nel 2009 la Consob aveva iniziato a richiedere obbligatoriamente nei documenti informativi dei prestiti obbligazionari, per informare i risparmiatori sulle caratteristiche dei titoli.

La Consob, però, fece presto marcia indietro e, dal 2011, gli “scenari probabilistici” vennero del tutto abbandonati. I calcoli effettuati dalla docente della Sapienza mostrano però come i rischi di quei bond fossero elevatissimi. Ecco alcuni esempi: un prestito subordinato Banca Etruria lanciato nel 2013, con scadenza nel 2018, aveva il 47,73 per cento di probabilità di veder restituito al sottoscrittore un capitale inferiore a quello investito inizialmente. Una percentuale molto simile (il 47,15 per cento) vale per un prestito subordinato 2012-2019 emesso da CariChieti, mentre il bond Banca Marche 2012-2018 appariva solo leggermente meno rischioso (35,60 per cento di realizzare alla scadenza un capitale inferiore a quello investito).

Per tutti e tre i prestiti, fanno effetto le perdite stimabili mediamente nel caso di realizzazione dello “scenario negativo”: su 100 euro investiti, il bond Banca Etruria faceva prevedere un capitale a scadenza di soli 28,34 euro, il prestito Banca Marche di 50,13 euro e quello CariChieti di 45,39 euro.

La versione integrale degli articoli sull'Espresso in edicola il 18 dicembre e online su Espresso+

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