Nella lettera inviata ai correntisti si avverte che ritirare quattrini è possibile solo per chi ha in corso un processo di regolarizzazione con le autorità italiane

È decisamente cambiato il vento in Svizzera nei confronti dei risparmiatori italiani, che per anni hanno ingrassato le banche ticinesi. Il lancio della “voluntary disclosure”, l'approvazione del nuovo reato di autoriciclaggio e lo storico accordo tra l'Italia e la Confederazione, che permetterà lo scambio automatico dei dati bancari da gennaio 2018, rappresentano un momento di decisa rottura col passato.

Gli istituti d'oltreconfine, consapevoli delle nuove condizioni, hanno subito corretto la rotta: lo si comprende bene da questa lettera della Banca della Svizzera italiana (Bsi) ai suoi correntisti che “l'Espresso” è in grado di rivelare.

La banca è stata parte del gruppo Assicurazioni Generali fino a luglio 2014, poi ceduta ai brasiliani di Btg Pactual che sono presenti anche nell'azionariato del Monte del Paschi. Nella lettera si descrive la nuova operatività dei conti correnti, con «validità immediata».

I prelevamenti in contanti saranno possibili solo per i clienti che hanno fornito prova della «conformità fiscale» alle norme italiane o che abbiano già iniziato un percorso di regolarizzazione: i primi potranno prelevare fino a 100 mila euro a semestre, i secondi fino al 30 per cento degli attivi con un massimo di 50mila euro. Per i clienti non conformi, neanche un centesimo. Una limitazione che ha tutte le sembianze di un sequestro.



Il problema si potrebbe superare per mezzo di bonifici: si spostano i denari presso altri istituti di Paesi con una legislazione compiacente e si ritirano dal nuovo, comodo approdo lontano dagli occhi indiscreti del fisco. Ma anche questa strada sembra ora impercorribile, a conti fatti.

Ai clienti che non abbiano provveduto a regolarizzare la propria posizione, Bsi concede di bonificare le somme solo in Paesi presenti nella cosiddetta “white list”, dove sono inseriti gli Stati che hanno una legislazione trasparente per il fisco italiano. Le nazioni collaborative, come si dice in gergo. Non solo: il bonifico può essere fatto solo verso conti che abbiano lo stesso beneficiario del conto in nero svizzero. Grazie agli accordi sullo scambio automatico dei dati, il denaro spostato in questo modo sarebbe subito intercettato. La lettera si chiude con l'avvertenza che la banca potrà introdurre ulteriori restrizioni in particolare all'utilizzo delle carte di debito (bancomat), credito, assegni e mezzi di pagamento. Anche altri istituti avrebbero iniziato a stringere i cordoni della borsa sui conti non dichiarati, con limitazioni sulla loro fruibilità e i risparmiatori finiscono per trovarsi nel mezzo di una manovra a tenaglia che dovrebbe lasciare loro poco scampo, a meno di spericolate e fantasiose trovate. Si racconta, infatti, che qualcuno abbia pensato all'acquisto di gioielli e orologi di pregio, di opere d'arte o addirittura di costose auto d'epoca. Chissà, forse su quattro ruote i soldi potranno varcare la frontiera senza tante gabelle.