Gli investigatori sospettano che l'estorsione del presidente della Camera di Commercio arrestato ieri per aver chiesto una tangente di 100 mila euro a un pasticcere, non sia un caso isolato. Intanto il suo avvocato rinuncia al mandato difensivo: 'E' incompatibile con la scelta di assistere le vittime del pizzo che ho fatto molti anni fa”

Alcune parole durante le intercettazioni che hanno fatto scattare le manette per estorsione al Presidente della Camera di Commercio di Palermo, Roberto Helg, aprono uno scenario abbastanza inquietante nel salotto buono del capoluogo siciliano. “Erano necessari 35 o 40 mila euro per dare a loro la certezza dell’impegno", diceva il paladino dell’antimafia, Roberto Helg a Santi Palazzolo, titolare di una nota pasticceria di Cinisi a cui proprio Helg, vicepresidente della Gesap, la società che gestisce i servizi a terra dell'aeroporto di Palermo, chiedeva una tangente da 100 mila euro per garantirgli il rinnovo del contratto per lo “spazio bar” all’interno del Falcone -Borsellino.

In queste ore gli investigatori stanno cercando di capire se esiste un'organizzazione illecita dietro il presidente della Camera di Commercio, oppure il caso di estorsione è stato isolato. Anche se numerosi sono i dubbi che trovano riscontro durante le intercettazioni tra il vicepresidente della Gesap e il pasticciere di Cinisi, dove non mancano espliciti riferimenti a terze persone.
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Come abbiamo scritto, Roberto Helg è stato colto in flagranza di reato. Come fa il vicepresidente di una società a garantire con certezza che per la nuova concessione al Palazzolo non ci sarebbe stato nessun problema? Come fa a decidere per un intero cda?

Anche se al momento il noto imprenditore palermitano risulta essere l’unico presente nel registro degli indagati, la
Santi Palazzolo, il titolare dell'omonima storica pasticceria che ha denunciato Roberto Helg
procura di Palermo sta setacciando tutte le delibere del consiglio di amministrazione della Gesap. Proprio ieri il cda doveva dare l’ok per il rinnovo dello spazio a Palazzolo. Nel frattempo Roberto Helg passa la sua seconda notte in carcere al Pagliarelli di Palermo e resta da solo. Anche il suo avvocato, Fabio Lanfranca, si è infatti "smarcato" e ha deciso di non assistere l'ormai ex presidente di Confcommercio al processo. "Ho deciso di rinunciare al mandato difensivo di Roberto Helg - afferma Lanfranca ai giornalisti -  perché lo ritengo incompatibile con il mio ruolo di legale di Confcommercio Palermo e con la scelta di assistere le vittime di estorsione che ho fatto molti anni fa”.

Con il noto imprenditore palermitano, da componente della giunta camerale, nel 2005 la Camera di commercio di Palermo fu la prima in Italia ad aprire uno sportello per la legalità, per assistere gli imprenditori che denunciano usura e richieste di pizzo. Proprio la lotta al racket è stato il suo impegno negli ultimi anni:  Helg è stato tra coloro i quali con un comunicato stampa nei giorni scorsi aveva espresso solidarietà ad Antonello Montante, il leader di Confindustria in Sicilia e paladino della lotta al pizzo, indagato per frequentazioni mafiose dalla Procure di Caltanissetta.