Noi, italiane felici di far le 'schiave' in Australia "Mille dollari a settimana è sfruttamento?"

Il nostro articolo della scorsa settimana che "difendeva" il sistema di immigrazione del paese Oltreoceano ha scatenato polemiche e reazioni. Alcune ragazze ci hanno scritto per raccontarci com'è davvero la vita nelle fattorie e sfatare qualche leggenda

Il nostro articolo sulle condizioni di lavoro degli italiani che si trasferiscono in Australia ha scatenato polemiche. Abbiamo ricevuto parecchi commenti da parte di lettori che ci hanno accusato di difendere le leggi “schiaviste” di Canberra. Nei giorni scorsi ci hanno però scritto via email anche giovani connazionali che hanno avuto esperienza diretta di quanto da noi descritto, e che sono rimasti soddisfatti della vita nelle aziende agricole, le cosiddette farm. «Dopo aver letto l'articolo del "Corriere della Sera" sono rimasta scioccata dal fatto che vengano sempre sottolineate le esperienze negative, mai quelle buone. Rivolgendoci alle famiglie italiane, vogliamo rassicurare tutti i genitori preoccupati per noi poveri figli "sfruttati" Oltreoceano», ha scritto ad esempio Arianna Pozzobon. Che ha poi aggiunto: «Se per l’italiano medio essere sfruttato significa lavorare 11 ore al giorno per 1.000 dollari alla settimana, allora voglio essere sfruttata anche io». 

Abbiamo deciso di pubblicare alcune di queste lettere. Le storie che leggerete qui sotto riguardano quattro ragazze arrivate in Australia con il working holiday visa, il visto vacanza-lavoro che offre la possibilità agli italiani di età compresa fra i 18 e i 31 anni di restare nel Paese per un anno e di rinnovare il permesso per altri dodici mesi in cambio di 88 giorni di lavoro in campagna. Sono storie che raccontano la durezza del lavoro in campagna, le fregature che si possono incontrare, ma anche i lauti guadagni, le amicizie, la capacità di sapersi adattare a situazioni nuove. Storie che permettono di capire in cosa può consistere, concretamente, l'esperienza in fattoria, quella che migliaia di giovani connazionali stanno sperimentando ogni anno. 

Francesca Calabrese, 22 anni, di Cervia
"Sono arrivata a Melbourne nell'ottobre del 2013 e mi sono trasferita subito a Mildura, sempre nello stato del Victoria, perché lì avevo il contatto di un amico. In campagna ho raccolto un po' di tutto: fagiolini, meloni, olive, zucche, pomodorini, uva, asparagi. Ho avuto solo un'esperienza negativa in un'azienda dove si raccoglievano broccoli. Alla fine della giornata lavorativa non sono stata pagata, motivo per cui non ci sono più tornata. In generale le varie aziende agricole mi davano 14 dollari l'ora, una paga bassa per i livelli australiani, ma c'è un motivo: tutti questi lavori me li ha trovati quello che qui chiamano “contractor”, una persona – nel mio caso italiana – che ti procura l'impiego in cambio di una commissione. In realtà grazie a lui ho trovato anche lavori pagati meglio, ad esempio la raccolta degli asparagi per 20,5 dollari all'ora. Ad ogni modo, sia io che i miei colleghi eravamo consapevoli della situazione, cioè sapevamo che il contractor si prendeva una fetta dello stipendio, ma nonostante tutto eravamo felici di vivere l’esperienza delle farm, tant'è che io ci sono tornata a lavorare anche una volta finiti gli 88 giorni necessari per rinnovare il visto per il secondo anno".

Arianna Pozzobon, 29 anni, di Treviso
"Sono arrivata a Perth ad agosto 2014. Dopo aver viaggiato un po' per la costa occidentale del Paese, a ottobre ho trovato posto in una farm di Darwin che coltiva mango. E' stata dura. Lavoravo sette giorni su sette, dodici ore al giorno, con temperature che arrivavano fino a 45 gradi. Però la paga era molto buona: 1.300 dollari alla settimana, senza contare le tasse e la pensione personale che il proprietario dell'azienda versava per mio conto. Con i soldi guadagnati ho viaggiato per l'Australia centrale fino ad arrivare a Melbourne, dove ho lavorato come cameriera in una caffetteria. Poi, ai primi di aprile, mi sono diretta verso nord-est con alcuni amici e abbiamo trovato impiego in una farm di mandarini a Mundubbera, in Queensland, dove mi trovo tuttora. Qui il salario è di 85 dollari per ogni cesto di mandarini riempito, che equivale a 400 chili. Io ne faccio in media due al giorno, quindi sono 170 dollari, ma in realtà potrei farne di più, dipende da quanto voglio guadagnare visto che i proprietari ci permettono di gestire l'orario in autonomia. Ho un giorno libero alla settimana e alloggio in un caravan park: è praticamente un campeggio per roulotte. Ho una cabina personale, i bagni e la cucina sono pubblici, l’affitto è di 90 dollari alla settimana. Insomma, finora la mia vita in farm è stata molto soddisfacente".

Alice Riccamboni, 21 anni, di Trento
"Sono arrivata a Melbourne nel gennaio 2015 con l'idea di trovare un lavoro in città. Non sono stata fortunata, i soldi iniziavano a scarseggiare, quindi ho deciso di partire per le farm. Il 9 febbraio sono arrivata a Mildura e ho contattato un contractor. Il giorno seguente ho cominciato a lavorare. Per un mese ho raccolto uva, olive e angurie. Poi ho fatto il controllo qualità delle mandorle: prendevo 23 dollari all'ora. Ci sono state anche esperienze di lavoro meno piacevoli. A Griffith, nello stato del Nuovo Galles del Sud, ho raccolto zucche per soli 13,5 dollari all'ora. Dopo una settimana, insieme a cinque amiche, ce ne siamo andate. Abbiamo fatto un mini-viaggio passando per Sydney e Brisbane prima di arrivare a Mundubbera, ma purtroppo anche qui non ho trovato lavoro. In generale le mie aspettative sull'Australia erano molto più alte rispetto a quanto ho sperimentato finora, ma nonostante ciò è stata un'esperienza di vita che mi cambierà per sempre e che ricorderò con piacere. Tornassi indietro, ripartirei altre mille volte!"

Giada Mattioli, 23 anni, di Modena
"Sono arrivata a Perth nell'ottobre del 2014, dopo un mese mi sono spostata in campagna per iniziare i tre mesi di farm. La prima tappa è stata Munjimup, a tre ore da Perth. Selezionavo mele. Mi davano 3 dollari ad albero, l'alloggio costava 150 dollari a settimana. In pratica, ogni due settimane mettevo da parte 800 dollari. E poi ho conosciuto un sacco di gente interessante, motivo per cui ci sono rimasta due mesi. Finita la stagione delle mele ho passato un mese e mezzo a Margaret River, a due ore da Perth, a raccogliere uva. Lì eravamo in tanti, quindi si lavorava a rotazione, quattro giorni a settimana, per 4-5 ore al giorno e circa 200 dollari alla settimana. Non un granché, ma è stato comunque un periodo fantastico. Ho avuto anche un'esperienza dura, una fattoria della zona di Melbourne dove raccoglievo pomodori. Lavoravo sette giorni su sette, 10-11 ore al giorno, anche sotto la pioggia, e mi pagavano solo 50 dollari al giorno. Dato che sapevo di poter trovare di meglio, dopo un paio di settimane giorni mi sono spostata a nord di Brisbane per raccogliere mandarini. Da una ventina di giorni ho superato i tre mesi di farm necessari per rinnovare il visto, ma sono ancora qui perché sono circondata da persone fantastiche, datori di lavoro compresi, e posso tranquillamente dire che sto vivendo l'esperienza più bella della mia vita".

Twitter @stefanovergine

Se anche voi volete raccontarci la vostra esperienza in Australia, lasciate la vostra storia nei commenti

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