E' accaduto ad Aprilia, un piccolo centro del Lazio. Aurora, 22 anni, camminava per strada quando è stata aggredita e minacciata da un gruppo di 14-15enni. Ora dice: "Non voglio più vivere qui, voglio finire l'Accademia di belle arti e andare altrove". Sui social, per sostenerla, è nato l'hastag #iostoconaurora
"Mi hanno aggredita in cinque: mi hanno insultata, uno mi ha sputato addosso, hanno tirato fuori un coltello. Mi dicevano: fai schifo, mezzo uomo e mezza donna, trans di merda". Aurora M., transgender di 22 anni, racconta così l'aggressione di cui è stata vittima due sere fa ad Aprilia, in provincia di Latina: ad attaccarla cinque ragazzi del posto, tra i 14 e i 15 anni.
"Ero uscita a fare una passeggiata, erano le 21,10 – spiega la giovane – questi ragazzi mi sono venuti incontro e hanno cominciato a insultarmi. 'Trans di merda'. 'Fai schifo'. 'Mezzo uomo e mezza donna'. 'A quanto la fai una pompa'. Io ho cercato di proseguire, ma in due si sono avvicinati, parandosi davanti a me. Uno di loro mi ha sputato addosso".
A questo punto, per quanto impaurita, Aurora si è fatta coraggio e ha replicato ad alta voce: "Ma cosa risolvete a prendermi per il culo? Vi sentite realizzati e soddisfatti?". "Uno di loro – prosegue il racconto la ragazza – a quel punto ha estratto un coltello e mi ha detto 'Che fai la sveglia?'. La lama sarà stata sui 20 centimetri".
Così Aurora comincia a correre, cerca di raggiungere casa sua, ma facendo un giro lungo, intorno al circondario, per non far capire ai cinque giovani dove abita: "Mi hanno inseguito in tre, io credo per fare in modo che potessero tenermi in due, mentre l'altro mi poteva accoltellare. Se non fossi fuggita temo che mi avrebbero ucciso, o ferito molto gravemente".
"Il mio palazzo ha molti cancelli di entrata, perché è situato in un grande condominio, quindi ho sperato che almeno uno fosse aperto, non avrei mai avuto il tempo di estrarre la chiave – spiega – Appena ne ho trovato uno aperto, sono riuscita a passare e a sbattergli il cancello in faccia. Loro hanno continuato a insultarmi, tentando di trovare un altro ingresso, ma a quel punto ho raggiunto casa attraversando il cortile e mi sono salvata".
Aurora vive in un quartiere molto difficile di Aprilia, "vicino alle case popolari", spiega, "e capita che ci si spari da finestra a finestra o che i mafiosi incendino i negozi". Nè quella sera, pur essendo ancora le nove, c'era nessuno in giro: "Avrei dovuto urlare fortissimo per far affacciare qualcuno: e se chiedi solo aiuto non è detto che si sporgano, ormai la conosco la gente che vive qui. Per attirare l'attenzione devi dire: 'Presto, venite, c'è un incendio'".
"Agli insulti sono abituata da anni, anche a scuola me ne facevano, perché ho scelto di vivere la mia condizione di transgender – prosegue Aurora – La transizione vera e propria l'ho iniziata un anno fa, ma è sempre stato un inferno: a questo punto, però, alla minaccia della vita, non erano mai arrivati".
La giovane transgender ha sporto denuncia ai Carabinieri, contro ignoti: "Non mi pare di aver mai visto quei ragazzi, ma erano di qui, di Aprilia. Qui tutti sanno di me, non è una città grande come Roma: se vivessi in un grande centro mi scambierebbero per una ragazza come tante altre".
Aurora ha ricevuto la solidarietà dell'Anpi locale, dei Cinquestelle e di Sel, ma sono tantissimi i messaggi che le giungono in queste ore sui social (lei stessa ha 'postato'
un video su Youtube per raccontare l'accaduto) e per lei c'è già un hashtag:
#iostoconaurora. "Non posso più restare qui ad Aprilia – conclude – finirò l'Accademia di Belle Arti e andrò a vivere in un'altra città, forse a Bologna. Decideremo con il mio ragazzo".