Gialli, rosa, noir: fin qui il gioco è facile. Ma quali sorprese ?può riservare l’indaco, il viola o persino l’arancione? Seguendo la teoria dei colori, ecco i testi da portare in vacanza 

Giallo, nero e rosa, certo. Ma anche azzurro come il mare, marrone come la montagna, verde come l’ecologia. Sono i colori a indicare, quest’anno, le strade della lettura estiva. In un arcobaleno di consigli pieno di conferme ma anche di sorprese.


Azzurro è il mare
Spiagge, schizzi, salsedine: ordinaria amministrazione per la maggioranza degli italiani, che ogni estate fanno delle litoranee le strade più trafficate del paese. Ma sono il sogno di una vita per Etta, vispa ottantatreenne di Saskatchewan, in Canada, che un giorno lascia due righe al marito e decide di partire da sola per vedere finalmente il mare. Tremila chilometri che si ripropone di percorrere a piedi e che sono la spina dorsale della trama labirintica di “Etta e Otto e Russel e James” (Bompiani), romanzo d’esordio di Emma Hooper, fino ad oggi più musicista che scrittrice.

È la Versilia invece la meta dei vacanzieri di Fabio Genovesi (“Chi manda le onde”, Mondadori): Luna, Luca, Serena, Ferro, Zot e gli altri protagonisti di questa storia dolce-amara hanno conquistato i teenager giurati dello Strega, che gli hanno attribuito il Premio Giovani. Avventure salgariane - anche se sono ambientate tra Trieste e la Bosnia e si naviga solo sull’Adriatico - quelle di Alberto Custerlina, che ne “La carovana dei prodigi. All’ombra dell’Impero” (Baldini & Castoldi) intreccia magia, viaggi e indagini sulla scomparsa di un ragazzo. Si naviga anche con José Saramago (“Il racconto dell’isola sconosciuta”, Feltrinelli), con i pirati raccontati da Gabriel Kuhn (“La vita all’ombra del Jolly Roger”, elèuthera) e con il fabbricante di pianoforti di Murray Bail (“Il viaggio”, Calabuig), che sognava di conquistare Vienna con il suo pianoforte rivoluzionario e torna in Australia in nave, sconfitto ma non abbattuto.

Marrone come la montagna
Inizia con il più famoso dei nostri alpinisti, Reinhold Messner, e una montagna mitica, il Cervino, la scelta di libri dedicati a chi le vacanze le passa ad alta quota. Nelle pagine di “Cervino. Il più nobile scoglio” (Corbaccio), Messner racconta 150 anni di storia di quella montagna e rende omaggio a Jean-Antoine Carrel, guida alpina e icona di quel “senso di responsabilità” che è un principio basilare non solo per chi si avventura in montagna. È autobiografico, invece, “La montagna dentro” (Laterza) di Hervé Barmasse, giovane alpinista di Aosta che proprio sul Cervino ha iniziato una carriera fatta di scalate spettacolari, traversate di ghiacciai e film (“Linea continua” e “Non così lontano”).

Ghiaccio e montagne anche nel thriller di Karin Salvalaggio, “Fredde verità” (Rizzoli) dove la natura selvaggia del Montana nasconde un intrigo di delitti e pedofilia, e “Into the wild truth” (Corbaccio) in cui Carine McCandless svela i segreti familiari finora taciuti che portarono il fratello Chris a fuggire fino alle foreste dell’Alaska, nella tragica avventura raccontata da Sean Penn nel film “Into the wild”.

Verde ecologia
Cominciano nei boschi anche i libri dedicati a chi ha l’ecologia nel cuore: da un grande classico come “Walden” di Henry David Thoreau (Einaudi) al “Libro delle foreste scolpite” (Laterza), viaggio di Tiziano Fratus tra i giganti di montagna, pini, larici, faggi e araucarie. «Gli indiani credevano che qualcuno, una volta, avesse cercato di trasformare tutti gli animali in uomini, ma solo una cosa era riuscito a rendere umana: gli occhi del lupo» scrive Barry Lopez, etologo americano che a “Lupi e uomini” ha dedicato una monografia tradotta da Piemme.

L’entomologo svedese Fredrik Sjöberg invece, con “L’arte di collezionare mosche” (Iperborea), riesce a trasmettere anche al lettore italiano la passione per gli insetti con un libro sorprendentemente avvincente, a metà tra saggio e memoir. Ma il must dell’ecologista estivo del 2015 lo ha scritto Papa Francesco: l’enciclica “Laudato si’” - «sulla cura della casa comune» - è disponibile in diverse edizioni, da quella della Libreria Editrice Vaticana a quella di Piemme con guida alla lettura firmata da Carlo Petrini.

Indaco o della spiritualità
Sotto questo colore raggruppiamo libri legati da un filo che corre dalle religioni vere e proprie al new age, dal fantasy all’animismo. Un settore in continuo rigoglio. Se il papa si dedica all’ecologia, a scrivere di religione ci pensano autori famosi come Emmanuèle Carrere (“Il Regno”, Adelphi, storia della passeggera ossessione dell’autore per il cattolicesimo) e Sandro Veronesi, che con “Non dirlo” (Bompiani) firma una personalissima versione del Vangelo di Marco.

Sono tornati di recente in libreria due grandi autori accomunati dalle storie che deragliano tra mondi paralleli. Uno è il famosissimo Haruki Murakami, con i sette racconti di “Uomini senza donne” (Einaudi). L’altro è il rumeno Mircea Cartarescu, autore di culto per chi ha letto “Nostalgia” o la prima parte della trilogia “Abbacinante”, della quale è da poco uscito il secondo volume, “Il corpo” (Voland): un monumento debordante all’introspezione che passa dalla Bucarest di Ceausescu ai multiformi dei dell’India, in un caleidoscopio di cultura e sottocultura che mescola Kafka e Tarantino, horror transilvano e psichedelia. Ma sulla scia del film di Matteo Garrone, questa è l’estate per leggere “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile (l’edizione integrale Garzanti o le tre favole scelte da Garrone per Donzelli). O per farsi accompagnare tra zombie, fantasmi e morti viventi del “Paese senza cappello” (Nottetempo) da Dany Laferrière, autore haitiano-canadese e unico scrittore nero nell’Academie Française.

Viola come il razzismo
Il libro di Alice Walker è lontano, e anche il film che ne ha tratto trent’anni fa Steven Spielberg: ma “Il colore viola” resta quello del razzismo. E restano simili i racconti drammatici che fa della sua infanzia Maya Angelou, poetessa e scrittrice americana scomparsa un anno fa, nel memoir del 1969 “Io so perché canta l’uccello in gabbia” (Superbeat). Si respira un’aria di speranza invece nei saggi raccolti in “Africa” (Bompiani) del nigeriano Wole Soyinka, che nel 1986 è stato il primo scrittore del continente a ricevere il Premio Nobel.

Tre bei romanzi completamente diversi raccontano, invece, altrettante storie della difficile integrazione in Europa di chi sia o appaia straniero: e non importa che il teatro della storia sia la Roma di un’italiana di origine somala (“Il comandante del fiume” di Ubah Cristina Ali Farah, 66thAnd2nd), la Svizzera della slovacca Irena Brežná (“Straniera ingrata”, Keller), o gli immigrati indiani nella periferia inglese di “Midland Metro” del casertano Paolo Mastroianni (effigie). Perché il razzismo non conosce colore né confini, e ce lo ricorda Enrico Deaglio con la “Storia vera e terribile tra Sicilia e America” (Sellerio): il linciaggio di cinque italiani, negli Usa di fine Ottocento, per colpa di una capra.

Il fascino del “libro bianco”
Il “libro bianco” è quello che denuncia, che racconta qualcosa di terribile e che spinge a cambiare le cose. Non è propriamente un libro da spiaggia - ma non è solo in spiaggia che si legge d’estate... E allora questa può essere la vacanza giusta per mettere a fuoco l’universo criminale che circonda l’immigrazione clandestina (“Mare monstrum” di Cristina Giudici, Utet), la lotta per la casa in un mercato immobiliare dai prezzi esorbitanti (“La scintilla” di Cristiano Armati, Fandango) o il “Manicomio chimico” che spesso si è sostituito a quelli chiusi dalla legge Basaglia (scritto dallo “psichiatra riluttante” Piero Cipriano per elèuthera).

In “Privati del patrimonio” (Einaudi) Tomaso Montanari accompagna passo dopo passo a capire cosa nasconde la formula apparentemente magica dell’affidare ai privati la gestione dei tesori artistici del nostro paese, mentre Roberto Satolli e Gino Strada in “Zona Rossa” (Feltrinelli) fanno il punto su Ebola, storia di una epidemia relativamente limitata ma anche di una enorme ingiustizia sociale. Com’è ingiusta “La Fame”, piaga ingiustificabile di questi tempi opulenti alla quale Martín Caparrós dedica un’inchiesta monumentale (Einaudi).

Arancione è la politica
È stato il colore della primavera ucraina e della campagna elettorale di Giuliano Pisapia. Gli dedichiamo quindi qualche consiglio di lettura impegnata. Dal “Corso urgente di politica per gente decente” (Feltrinelli) in cui Juan Carlos Monedero racconta storia e progetti del movimento Podemos, che lo ha visto tra i fondatori, al pamphlet con cui la nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie ha dato una scossa al dibattito sulla condizione delle donne negli Stati Uniti, “Dovremmo essere tutti femministi” (Einaudi). Passando per “I fantasmi del capitale” (Guanda) in cui Arundhati Roy critica ferocemente l’India di Narendra Modi ma anche l’ipocrisia della Banca Mondiale e delle Ong. E arrivando a un libro per bambini: “L’estate che conobbi il Che” (Rizzoli), dove Luigi Garlando affida al rapporto tra nonno e nipote la nostalgia del sogno di un mondo più giusto.

Più o meno la stessa atmosfera che si respira nei racconti “impegnati” di Luis Sepúlveda, “L’avventurosa storia dell’uzbeko muto” (Guanda). Si torna a fare sul serio con “Problemi in paradiso” (Ponte alle Grazie), dove Slavoj Žižek fa il punto sul capitalismo e sui suoi errori in un mondo in cui il comunismo è finito e, forse, anche la storia.

Rosso pomodoro
Finito il comunismo, il rosso ha smesso di essere il colore della politica: in tempi di Masterchef imperante, chi vede rosso pensa al pomodoro, ingrediente principe della cucina italiana. Tra i mille libri di cucina usciti negli ultimi tempi, il gastronomo troverà con piacere anche saggi storici (“La storia del cibo” di Francesco Orsenigo, Mondadori), turistici (“Manuale del viaggiatore goloso”, Mondadori) o ironici (“All you can eat” di Chiara Lalli, Fandango, sulle tribù delle ossessioni alimentari). Va letto, sfogliato e messo in pratica invece “Storie in cucina” (Contrasto) di Caterina Stiffoni, che alterna “ricordi, racconti e ricette” dell’autrice (gastronoma e interior designer) alle fotografie di Gianni Berengo Gardin.

E chi invece vuole approfittare delle vacanze per farsi un’opinione sulla querelle intorno al cibo geneticamente modificato, può contrapporre Vandana Shiva (“Chi nutrirà il mondo?”, Feltrinelli) a Dario Bressanini e Beatrice Mautino (“Contro natura”, Rizzoli).

Romanticamente rosa
Nel genere letterario più bistrattato - come se non fossero “rosa” anche i romanzi di Jane Austen, i “Promessi Sposi” o “Guerra e pace” - rientrano anche libri di autori grandissimi. È la storia di un matrimonio e dei suoi segreti grandi e piccoli “Una spola di filo blu” della bravissima Anne Tyler (Guanda), mentre è un’ossessione extra-matrimoniale quella che lega il protagonista del “Dossier Rachel” di uno dei più quotati romanzieri inglesi, Martin Amis (Einaudi), all’affascinante ragazza del titolo. E ha il passo dei grandi romanzi “Un amore senza fine” di Scott Spencer (Sellerio), un classico amato da Jonathan Lethem e Joyce Carol Oates.

E il buon vecchio rosa leggero e d’evasione? Tranquilli, c’è anche quello: dalla “Guida astrologica per cuori infranti” di Silvia Zucca (Nord) a “Quando meno te l’aspetti” di Chiara Moscardelli (Giunti), da “L’ordine delle stelle” di Monika Zeiner, fuga in Italia di un jazzista in cerca del perduto amore, al “Mr Loverman” di Bernardine Evaristo (Playground), marito impeccabile ma impenitente “tombeur d’hommes” nella sua doppia vita gay.

Estate gialla
Dal rosa al giallo il passo è breve: lo scopre a sue spese Ursula Olesen quando il suo futuro marito scompare portandosi dietro il suo patrimonio: “Il bacio del traditore” di Anna Grue (Marsilio) racconta la caccia a questo cacciatore di dote seriale. Spezza cuori anche Aurelia Scala, che si lascia dietro una scia di cuori infranti e di morti ammazzati nelle strade di “Orrore Vesuviano”, giallo di Francesco Costa (Bompiani).

L’ombrellone si addice alle inchieste: come se nel resto dell’anno non se ne leggessero abbastanza, quando si avvicina l’estate gli editori si scatenano. Chi ama l’arte si appassionerà per la scomparsa di un Fantin-Latour (“Allmen e le dalie” di Martin Suter, Sellerio) o di un Rembrandt (“Eretici” di Leonardo Padura, Bompiani). Chi ama i classici apprezzerà l’omaggio di Anne Holt ad Agatha Christie in “Quota 1222” (Einaudi), che ricorda i “Dieci piccoli indiani”, o “La notte del professor Andersen” di Dag Solstad (Iperborea), che comincia come “La finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock, inizio richiamato anche dalla “Ragazza del treno” di Paula Hawkins (Piemme). Chi ama l’attualità invece si tenga stretto Petros Markaris, che in “Titoli di coda” (Bompiani) racconta di un commissario Charitos alle prese con Alba Dorata nella Grecia della crisi attuale.

Nero, black & noir
Sembra facile distinguere il giallo dal noir: nel primo, il morto arriva all’inizio del libro e alla fine c’è una soluzione. Nel secondo invece può succedere di tutto, e in qualsiasi momento. È sicuramente un noir “Prendimi” di Lisa Garner (Marcos y Marcos), indagine su un serial killer pedofilo che intreccia l’indagine personale di Charlene Grant e quella professionale di D.D. Warren. Ma è noir anche “Lo zoo” di Marilù Oliva (Eliot), storia grottesca di una contessa invecchiata e del suo amante che progettano di rinchiudere in un serraglio creature mostruose naturali o figlie della chirurgia plastica.
È un noir “Ricordami così” di Bret Anthony Johnston (Einaudi), racconto dolente della scomparsa e del misterioso ritorno di un ragazzino americano, ma anche “Perché tu non ti perda nel quartiere” (Einaudi), la più recente tessera del mosaico del tempo perduto costruito in quarant’anni dal premio Nobel francese Patrick Modiano. Ma può diventare noir anche una storia d’amore (Giampaolo Simi , “Cosa resta di noi”, Sellerio), oppure l’affresco del mondo della finanza internazionale del “Memoriale dell’inganno” firmato da J.Volpi (Mondadori).

Grigio senza sfumature
Ma se il nero è difficile da definire, dopo la trilogia di E.L.James sul valore del grigio non ci sono dubbi. Sotto il segno dell’erotismo e della perversione libri molto più brillanti del bestseller americano: da “Tanto gentile e tanto onesta pare” (Sonzogno), libro scandalo del 1967 recuperato sull’onda del successo delle “Sfumature”, a “La vita sessuale dei nostri antenati” (Mondadori), nel quale una delle nostre migliori autrici per bambini, Bianca Pitzorno, si toglie lo sfizio di raccontare avventure piccanti «a mia cugina Lauretta che vuol credersi nata per partenogenesi». Da “Come diventare una ragazza” di Caitlin Moran (Bompiani), con la sua protagonista adolescente inquieta e sperimentatrice; al nuovo Gaetano Cappelli, “Scambi, equivoci eppiù torbidi inganni” (Marsilio), un Boccaccio ai tempi di Mafia Capitale; a “Nemmeno Houdini” di Alessio Mussinelli (Fazi), con l’indomita anziana vedova pronta a tutto pur di mettere le mani sul suo bel maggiordomo. Tutto, insomma, per prepararsi a “Grey” (Mondadori), nuovo capitolo della saga di E.L.James: questa volta l’autrice dà la parola a lui, il Christian che nei volumi precedenti abbiamo conosciuto solo dalle parole di Ana, complice e vittima dei suoi giochi sado-maso.

Da leggere subito, prima che arrivi in libreria la parodia “Cinquanta scottature di Earl Grey” di Fanny Merkin (Sperling & Kupfer): che però arriverà a fine agosto, a ombrelloni chiusi. E bollenti spiriti placati.

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