Nunzia De Girolamo ha ragione quando dice che, se si votasse domani, «Angelino Alfano e il Nuovo centrodestra si candiderebbero con Matteo Renzi». Lo sostiene da mesi e ora, al rientro della pausa estiva, dice di non poterne più, di voler tornare sui suoi passi, da Berlusconi per «ricostruire il centrodestra».
A dispetto del nome del partito, infatti, la deputata è convinta che l’obiettivo di Alfano sia «quello di andare nel centrosinistra mettendo insieme tutte quelle forze più disparate che, a vario titolo, si autodefiniscono moderate. Penso a Pier Ferdinando Casini, a Lorenzo Cesa, a Scelta civica... Senza dimenticare i tanti che oggi sono pronti a saltare con Renzi e fino a ieri cantavano a squarciagola “Meno male che Silvio c’è"». L’ha detto al Corriere della Sera, lo ripete da tempo.
Neanche il tempo di ufficializzare l’uscita dal partito, infatti, e già i suoi ex colleghi spingono sull’acceleratore, puntando al matrimonio duraturo con il Pd. Cominciando proprio dalla regione di De Girolamo, la Campania, e da Napoli, dove già alle ultime regionali si è andati vicini all'intesa, e da mesi i partiti locali si confrontano.
Gioacchino Alfano, omonimo sottosegretario alla Difesa e deputato Ncd, è convinto che la compatibilità sia ormai alta. «Nel Pd», spiega al Corriere del Mezzogiorno, «sta prevalendo una mentalità pragmatica, risolutrice, moderata e non ideologica». Per lui l’alleanza con il Pd alle prossime comunali napoletane è cosa fatta, un'unione che non finirà per disorientare l’elettorato perché «noi siamo già alleati del Pd a livello nazionale», ricorda, «e personalmente mi sento più a mio agio con il Pd che con Salvini».
Il percorso è dunque avviato, almeno per il dopo De Magistris. Per definire meglio il tutto - e convincere Matteo Renzi - ci sono una serie di appuntamenti intermedi: a fine settembre la summer school con Angelino Alfano e Maurizio Lupi, a ottobre cinque assemblee nelle province campane.
Sarà un primo test, quello napoletano, anticipato solo dalle reciproche aperture siciliane dove è il segretario del Pd regionale Fausto Raciti ad aver detto che «l'alleanza con il Ncd si può fare, insieme si può segnare una prospettiva».
A Napoli gli alfaniani danno già la cosa per fatta. E, nel giorno dell’uscita di Nunzia De Girolamo, puntano già i piedi sulla scelta del candidato sindaco: «Non è che il candidato lo sceglie il Pd da solo», avvisa Marco Mansueto, presidente del gruppo consiliare dei centristi-ex berlusconiani, «se c’è una coalizione decide la coalizione».
Insomma: «La scelta del sindaco di Napoli non può non riguardare la grande coalizione che è al governo». E il Pd locale è d’accordo. Negli ultimi mesi sono molti i vertici tra le due formazioni. Nell’ultimo, a fine luglio, è stato partorito pure un comunicato per stabilire «la reciproca disponibilità a verificare le condizioni per dar vita ad un percorso comune in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno». Necessario però, ovviamente, il definitivo cambio di nome. Niente più Ncd: sarebbe curioso un Nuovo centro destra nel centrosinistra. Meglio solo Ap, Area popolare, un nome perfetto per qualunque schieramento.